Per chi suona...Campanella

Ero molto piccolo quando uscì nelle sale il capolavoro del grande Antonio Pietrangeli, con protagonista Stefania Sandrelli. La pellicola allora era vietata ai minori di anni sedici e non potei vederla, con mio enorme dispiacere. Finalmente, qualche sera fa, ho potuto visionarla alla Casa del Cinema in edizione restaurata. Mi sono commosso. Innanzitutto per il valore intrinseco dell’opera, decisamente ancora attuale. E poi per il senso dell’immortalità del cinema, come rimarca  l’appagamento della mia curiosità, dopo quella frustrazione durata tutto questo tempo.

Castagna Spagnuolo Nero Piggianelli

“Io la conoscevo bene” narra le vicissitudini di una ingenua ragazza di provincia che viene stritolata dai meccanismi spietati della grande città nella quale lei cerca di emergere. Stefania Sandrelli per l’occasione fornisce una bella prova di attrice, supportata da partner maschili di  magistrale caratura, tra i quali spiccano i nomi di Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Franco Nero, Enrico Maria Salerno, Jean Claude Brialy e molti altri. Una sceneggiatura pressochè  perfetta scritta dallo stesso Pietrangeli con Ettore Scola e Ruggero Maccari, una regia attenta a ogni minima sfumatura, una fotografia in bianco e nero quanto mai suggestiva. Tutti questi ingredienti fanno di “Io la conoscevo bene” uno dei pilastri del cinema italiano degli anni sessanta, in grado di competere tranquillamente con pellicole di culto come “Il sorpasso”, “Divorzio all’italiana” o “La Ciociara”.

Pierfrancesco Campanella Ettore Spagnuolo

La recentissima proiezione alla Casa del Cinema ha confermato la validità di “Io la conoscevo bene”, accolto da un diluvio di applausi da parte del pubblico presente, tra i quali spiccava Franco Nero, mentre la Sandrelli all’ultimo momento non è potuta intervenire per una lieve indisposizione.

Carlotta Bolognini e Olga Bisera

Mi complimento con Ettore Spagnuolo, Presidente dell’Associazione Visioni&Illusioni, che ha organizzato il progetto, per la meritevole iniziativa di recupero. Da segnalare la presenza in platea del maestro Giuliano Montaldo, del giornalista Alberto M. Castagna che ha curato l’evento, della produttrice Carlotta Bolognini e dell’attrice Olga Bisera. Senza contare l’apporto determinante alla riuscita della serata  da parte di Francesca Piggianelli di Romarteventi.

Pierfrancesco Campanella

È stato di recente presentato presso la libreria Mondadori di via Piave a Roma, il libro La Terra del Diavolo a cura di Claudio Miani e Gian Lorenzo Masedu, secondo volume della collana Voci di Dentro, dedicato al regista Pupi Avati, che ha animato l’incontro con il pubblico. C’ero anch’io!

copertina libro su Avati

Fervono i preparativi  della IX edizione:  nel segno del rispetto ambientale anche un albero decorato con oltre 25.000 tappi di plastica.

 Presepe Bagnoli del Trigno NEW

Come da tradizione, dal 7 dicembre, i visitatori potranno immergersi nell’atmosfera del Santo Natale ed ammirare il nuovo allestimento del Presepe, famoso per la minuziosa cura per i dettagli e per la presenza di piccoli animali. Il percorso espositivo si snoda a Bagnoli del Trigno nei locali attigui al Santuario della Madonna di Fatima, in ben 350 metri quadrati.

La novità di quest’anno consiste nel massiccio uso dei materiali di riciclo, plastica in particolare, per la sensibilizzazione della salvaguardia ambientale: tema per cui il “Gruppo Volontariato Bagnolesi”, che cura l’allestimento, si attiva da anni con progetti e attività didattiche in merito. Tra le tante sorprese, che verranno svelate nel giorno d’apertura, ci sarà anche un grandissimo albero di Natale, realizzato con più di 25mila tappi di plastica riciclata. Uno spettacolo di colori e luci che riscalderà menti e cuori di chi lo visiterà!

L’apertura sarà festeggiata con mercatini artigianali, musica, prodotti tipici e tanto divertimento.

La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dal 7 dicembre 2019 al 12 gennaio, dalle 16.00 alle 20.00.

 

 

werba e argento

Oggi voglio occuparmi di un apprezzato musicista, autore di tante colonne sonore per il grande schermo, Marco Werba. Nato a Madrid nel 1963, ha compiuto gli studi umanistici e musicali in Italia e all’estero e corsi di direzione d’orchestra sotto la guida di Jean Jacques Werner presso l’Academie de Musique de Guerande Francia. Si è diplomato in Composizione corale e direzione di Coro presso il Conservatorio di Frosinone. Nel 1989 ha vinto il premio dell’Ente dello Spettacolo per la migliore colonna sonora opera prima per le musiche del film “Zoo” di Cristina Comencini. Ha inoltre fatto parte della Giuria di premiazione della Mostra Internazionale del Cinema d’autore di Sanremo e del Festival dello Stretto di Messina. Nel 2002 ha creato, insieme alla Scuola superiore di musica “Musicarte”, il primo Concorso Internazionale di musiche per film (Premio Mario Nascimbene) ed ha fatto parte della Giuria insieme a Nicola Piovani, Carlo Rustichelli, Renzo Rossellini ed Ermanno Comuzio. E’ stato corrispondente estero della rivista belga “Soundtrack”, dedicata alle colonne sonore e il creatore dello stage Internazionale “Musiche per immagini”. Ha collaborato con i cori dell’Accademia Filarmonica Romana e della Cappella Giulia in Vaticano, partecipando ad eventi commemorativi alla presenza del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi e del Premio Nobel Mikhail Gorbaciov. La sua composizione “Canto al Vangelo” è stata eseguita alla presenza di Papa Giovanni Paolo II. Werba è anche autore di svariate composizioni sinfoniche e da camera come la “Cantata per i Sopravvissuti”, il “Misterium”, il “Concerto per chitarra e orchestra d’archi”, “La Sinfonia del deserto”, l’ “Adagio per le vittime di Auschwitz”, la “Messa Solenne in La maggiore”, il “Tango sinfonico”. Tra gli altri suoi lavori per il cinema sono da menzionare “Amore e Libertà, Masaniello”, di Angelo Antonucci con Franco Nero e Anna Galiena, “Anita” di Aurelio Grimaldi, con Maurizio Aiello e Milena Toscano, “The infliction” di Matthan Harris ,“Calibro 10, Decalogo criminale” con Franco Nero e “Giallo” di Dario Argento con Adrien Brody, Emmanuelle Seigner ed Elsa Pataky. Nel 2011 Marco Werba ha vinto il Globo d’Oro per la colonna sonora di “Native” di John Real. Ha scritto in tempi più recenti le musiche dei film ''Pop Black Posta' di Marco Pollini, 'L'estate senza ritorno' del regista albanese Besnik Bisha e del bellissimo e misterioso “Seguimi” di Claudio Sestieri, da molti considerato un vero capolavoro, impreziosito dalla sapiente sceneggiatura scritta a quattro mani dal regista insieme alla apprezzata autrice Patrizia Pistagnesi. Attualmente è nelle librerie  il volume “La musica nel cinema thriller”, una interessante pubblicazione scritta da Marco, che mi sento di consigliare agli appassionati delle cosiddette “pellicole di genere”. Un’opera unica nel suo genere, che si avvale della autorevole prefazione di Roberto Lasagna (edizioni Falsopiano).

Pierfrancesco Campanella

cover libro Werba

Karate man 2 NEW

Stefano Calvagna è attualmente il più prolifico regista italiano, specializzato in film con budget di produzione molto modesti, ma realizzati col cuore e con tanta professionalità, al punto da poter tranquillamente competere sul mercato con opere ben più costose e pretenziose. Confesso che sono un grande estimatore di Stefano proprio per il personalissimo spazio che è riuscito a ritagliarsi nel tempo in un ambiente, come quello del cinema, ostile, difficile e pieno di pregiudizi, caratterizzato da invidie, gelosie e insane competizioni. Seguo Calvagna sin dal suo debutto dietro la macchina da presa nella pellicola “Senza paura”, che vedeva tra gli interpreti un ancora poco noto Alessio Boni. Tra gli altri titoli della sua ricca filmografia, mi piace ricordare, citando a caso, “Arresti domiciliari”, “E guardo il mondo da un oblò”, “L’uomo spezzato”, “Baby gang”, “Cattivi & Cattivi”, “Il peso dell’aria”, “Il lupo” e “Non escludo il ritorno”, quest’ultimo dedicato al grande cantautore scomparso Franco Califano. I film di Stefano non lasciano mai indifferente il pubblico, sono dei veri e propri pugni nello stomaco per lo spettatore, tanta è la sincerità del messaggio e la forza delle immagini, trattando tematiche scomode quanto “vere”. Ma Stefano Calvagna non è solo un bravo e originale regista, sceneggiatore e produttore. È un artista a tutto tondo nel vero senso della parola: pochi sanno, ad esempio, che è anche un ottimo cantante. Senza tralasciare ovviamente la sua carriera di attore, anche diretto da altri. Attività che gli ha permesso di ricevere numerosi premi e riconoscimenti, oltre che unanimi attestazioni di stima. In questi giorni Stefano è per l’appunto tornato sul set di un film non suo, ma di Claudio Fragasso, intitolato “Karate man”, nel ruolo di Pericle, allenatore del vero campione del mondo Stefano Maniscalco e che, usuraio nella vita, è anche artefice di scommesse clandestine nell’ambito sportivo. La storia di “Karate man” è incentrata su un karateka che trova fin da bambino la forza per combattere tramite lo sport il diabete mellito di primo grado da cui è affetto. La sceneggiatura è firmata dallo stesso Fragasso, mitico regista di “Teste rasate” e “Palermo-Milano solo andata”, in tandem con la bravissima Rossella Drudi, mentre la parte del protagonista è interpretata Claudio Del Falco, che ha già lavorato proprio con Calvagna in “Rabbia in pugno”. Tra gli altri interpreti, da segnalare la conturbante ex modella Anne Garcia, il leggendario Franco Nero e il piccolo Niccolò Calvagna, figlio di Stefano, da anni ormai considerato uno dei bambini prodigio più bravi e richiesti dal cinema e dalla fiction nostrana e internazionale.

Pierfrancesco Campanella

Karate man 4 NEW

Karate man 3 NEW

Karate man 1 NEW

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