Ritorno
alle origini
di
Paolo Volpato
Chi
ha detto che i navigatori di Internet guardano solamente
alle ultime tecnologie e al futuro?
Questa affermazione non corrisponde esattamente alla verità,
tant’è che uno dei fenomeni più diffusi tra gli “smanettoni”
e gli “spippolatori” è quello del retrogaming. Per saggiare
la reale diffusione di questa nuova moda è sufficiente
digitare la parola retrogaming nel motore di ricerca che
più si preferisce e uscirà una lunghissima lista di link
dedicati all’argomento.
Ma, in realtà, di cosa si tratta?
Chiunque, in possesso di un moderno personal computer,
può provare ebbrezza di divertirsi con un flipper o un
vecchissimo giochino elettronico, semplicemente installando
un emulatore.
Si tratta di un software che permette di utilizzare su
un determinato Pc programmi progettati per sistemi operativi
diversi. E il rallentamento che di solito caratterizza
l’emulazione non è assolutamente avvertibile nel caso
i programmi siano particolarmente datati rispetto alla
propria macchina.
Chi ha cominciato ad avvicinarsi alla tecnologia nei lontani
anni Ottanta, ora ha a disposizione un computer che vent’anni
fa era esclusivo appannaggio dei più ricchi e moderni
laboratori di ricerca, ma può, allo stesso tempo, utilizzarlo
per riprovare a raggiungere i record della propria infanzia
con i gloriosi Space Invaders, Pack-man o Pong. Tutti
nomi che hanno fatto la storia del videogioco, magari
programmati in un garage da ragazzini che ora sono a capo
di multinazionali del software.
Per qualcuno potrebbe rivelarsi un interessante ritorno
alla propria infanzia, qualcun altro riconoscerà nelle
schiere di extraterresti che si muovono a scatti o nei
labirinti puntinati le idee di base di numerose produzioni
ludiche odierne.