A più
di un mese dal sisma "Italymedia" si avventura tra le
rovine e le tendopoli nella dura realtà di un quadro apocalittico
I molisani con la paura sui volti
e la tristezza nei cuori
Nuove scosse impediscono il ritorno alla tranquillità mentre
in ospedale a Roma è deceduto l'ultimo bambino
di Patrizia
Notarnicola
Campobasso.
Un giovane uomo si avvicina alla propria abitazione guardando
incredulo le pareti accartocciate su se stesse, il tetto rifatto
solo venti giorni prima e costato 20.000 euro, quello che rimane
del lampadario in vetro di murano e dei quadri a cui teneva tanto.
Il terremoto ha reso vani gli sforzi della sua famiglia. Questa
scena ci è stata raccontata dai vigili del fuoco di San
Giuliano di Puglia. Ma quella famiglia in realtà è
stata anche fortunata: l'uomo di cui ci parlano è il fratello
di una delle maestre estratte vive dalle macerie della tragicamente
famosa scuola Francesco Jovine. Per 26 bambini ed un'insegnante
dello stesso istituto la sorte invece è stata avversa.
Altre due donne sono decedute nel crollo delle loro abitazioni.
E' giunta da poco la notizia che uno dei bambini estratti vivi
dalle macerie della scuola e trasportato all'ospedale Bambin Gesù
di Roma non ce l'ha fatta. Sono morte in tutto 30 persone.
A più di un mese dal terremoto che alle 11.32 dello scorso
31 ottobre ha sconvolto il Molise, San Giuliano di Puglia, in
provincia di Campobasso, è un paese fantasma. Tutte le
case sono state evacuate. Evacuato anche il comune di Montelongo.
Il sisma ha interessato più di 25 comuni della zona, tra
cui Castellino sul Biferno e Santa Croce di Magliano dove noi
di Italymedia abbiamo visitato le tendopoli che ospitano la gente
rimasta senza casa.
Nonostante le due nuove scosse della notte scorsa, a Castellino
la situazione sembra lentamente tornare ad uno stato di "vigile
normalità". La protezione civile e gli scout stanno
per andare via, dopo un intensissimo lavoro volto a costruire
i campi, a fornire 2000 pasti al giorno, oltre che assistenza
sanitaria e psicologica. I bambini delle scuole elementari continueranno
a fare lezione nel campo, i ragazzi delle scuole medie saranno
ospitati nel vicino comune di Petrella.
Il volto degli abitanti porta i segni della spaventosa esperienza.
I problemi sono tanti, ne parlano tutti i mass-media. Noi siamo
stati colpiti dallo stato d'animo di questa gente. Molti sono
diffidenti, chiusi in se stessi. Non riusciamo a far loro molte
domande. Ci sentiamo a disagio, quasi fossimo "turisti del
terremoto", quelli venuti a curiosare, quelli venuti per
vedere, scrivere e dimenticare la situazione dei terremotati dopo
aver raggiunto il loro obiettivo, l'articolo da consegnare al
direttore.
A soffrire di più sono gli anziani. "Inizialmente
tenevano distanti anche noi volontari" racconta Sonia che
sin dalle prime
emergenze è venuta qui ogni giorno da Campobasso per dare
una mano alla Croce Rossa e alla Protezione Civile. "Solo
col passare del tempo hanno cominciato a ritenerci affidabili".
Sonia ricorda il panico degli abitanti della parte vecchia del
paese dopo una delle scosse più forti: "Erano tutti
nella piazza di Castellino a seguire i lavori dei vigili del fuoco
per contenere il campanile della chiesa, danneggiato dalle scosse
precedenti. Ad un certo punto la terra ha cominciato a tremare.
Quando siamo arrivati noi volontari, i più anziani ci sono
corsi incontro abbracciandoci forte. Erano diventati come bambini
bisognosi di protezione". Proprio gli anziani del campo ogni
sera ripetono un rito: accendono un fuoco e vi si riuniscono attorno,
come hanno fatto esattamente in quel punto, vicino all'ingresso,
la prima sera passata nella tendopoli. Per loro è più
difficile ritrovare la forza di ricominciare.
Qualcuno riesce però a farli sorridere. Seguiamo un gruppo
di musicisti napoletani e romani, venuti nelle tendopoli della
provincia di Campobasso a portare allegria con la loro musica
popolare. A Santa Croce un vecchietto chiede di poter suonare
la fisarmonica, mentre gli altri ballano al ritmo dei tamburelli.
Ci sono anche dei giovanissimi clown (due di loro hanno appena
17 anni), giunti da Milano, Verona, ma anche dalla Puglia con
la loro "sorrisoterapia". E' necessario che per i più
piccoli questo momento di difficoltà sia il meno traumatico
possibile. Un gruppo di psicologi è a disposizione dei
genitori. Intanto i bambini del campo ridono di gioia di fronte
ai fiori e ai cagnolini realizzati dalle mani leggere e velocissime
dei volontari-clown con palloncini colorati. Su di loro vigila
lo sguardo delle madri e dei padri, uno sguardo serio, che esprime
la preoccupazione per il futuro.