Primo
sì alle modifiche del codice penale
Vittoria animalista alla Camera
Ma non mancano le polemiche: per il WWF ci sarebbe una distinzione
tra animali di serie A e di serie B
di Ambra
Mazzia
Roma.
La Camera ha approvato all’unanimità il testo unificato
delle proposte di legge a tutela degli animali, che apporta considerevoli
e sostanziali modifiche all’articolo 727 del codice penale
e che nei prossimi giorni dovrà passare all’esame
del Senato. Gli onorevoli Grignaffini (DS), Azzolini (FI) e Zanella
(Verdi) sono stati i tre autori di quella che è stata ormai
definita da gran parte delle associazioni animaliste una “svolta
storica”, grazie alla quale gli animali cessano di essere
“res” per divenire esseri senzienti. I reati, che
da contravvenzionali diventano ora delitti, comprendono combattimenti
clandestini, spettacoli e manifestazioni che rechino sofferenza
agli animali e siano effettuati sulla base di sevizie, e ancora
abbandoni, maltrattamenti, nonché confezionamenti e distribuzione
di capi in pelle di cani e gatti. Oltre alle sanzioni pecuniarie
(che ora sono comprese tra 2.500€ e 100.000€) sono poi
stati aggiunti provvedimenti penali, basati su un periodo di reclusione
che può variare dai due mesi ai quattro anni, a seconda
della gravità del reato commesso. Fondamentale, inoltre,
diviene ora il ruolo giocato da associazioni ed Enti animalisti,
incaricati del recupero degli eventuali animali sequestrati e
di una politica di controllo e prevenzione sul territorio nazionale.
La chiave fondamentale di tale testo resta comunque“il ricollocarsi
del centralismo dell’uomo nel corpo giuridico e il riconoscimento
dell’esistenza autonoma degli animali, che cessano di essere
una proprietà”, come sostenuto da Italico Perlini
(FI), relatore del testo in Commissione.
Nella conferenza stampa della PETA tenutasi questa mattina a Montecitorio
è stata grande la soddisfazione di molti attivisti ed animalisti:
“Questo è sicuramente un passo avanti verso una maggiore
civiltà e responsabilità, nonché motivo di
grande compiacimento per il lavoro svolto da molti anni a questa
parte" dice Walter Caporale, presidente degli Animalisti
Italiani "ma è da qui che dobbiamo ripartire per continuare
il nostro percorso verso una maggiore sensibilizzazione ed informazione”.
“E’ una bellissima sensazione di continuità
del lavoro e degli obiettivi che perseguiamo da trent’anni”
esulta la verde Carla Rocchi, mentre Lea Massari, con un breve
intervento, pone l’accento sugli importanti ed urgenti provvedimenti
da prendere in futuro, ma soprattutto sulla necessità di
una maggiore e più accurata informazione, in particolar
modo in ambito scolastico.
E se un brindisi tra parlamentari, giornalisti ed animalisti è
momento di gratificazione e contentezza, non manca chi, al
contrario, coglie l’occasione per far sentire la propria
voce sulle presunte conseguenze negative di tale “apparente”
successo: Fulco Pratesi (presidente del WWF) e Annamaria Procacci(animalista
ed ex deputata parlamentare dei Verdi), in particolar modo, sottolineano
come tale provvedimento operi una distinzione tra animali di serie
A ed animali di serie B, non tutelando affatto tutte le specie
selvatiche, già messe a repentaglio dalla legge sulle deroghe
alla caccia e vere protagoniste della biodiversità del
nostro patrimonio faunistico. E ancora Valpiana di Rifondazione
Comunista non accetta il carcere come sanzione, proponendo come
alternativa un periodo di lavoro “forzato” in qualche
canile o associazione animalista, così come è contraria
al non aver vietato la realizzazione delle pellicce con le pelli
di qualsiasi animale: “Distinguendo un visone da un cane
dimostriamo soltanto di conferire una maggiore attenzione ed importanza
agli animali che ci sono più vicini-dice- e questo non
è sintomo di grande maturità”.
Ora si attende che il testo passi all’esame del Senato per
la sua definitiva approvazione, mentre cresce l’impegno
e la pressione della PETA per far sì che esso non subisca
in tale sede delle modifiche, a causa delle quali, in un’eventuale
ritorno alla Camera, si assisterebbe ad una mancata approvazione
e ad una successiva riformulazione del corpus.
“Magari ci fosse il monocameralismo!”- ha detto ironicamente
la senatrice Azzolini, intervenuta alla conferenza -“Questa
è certamente una tappa importante, significativa, ma è
solo una parte del nostro cammino che volge nella stessa direzione
verso la quale sta evolvendo la realtà e la sensibilità
sociale. Personalmente prometto in questa sede di fare il possibile
in aula affinché il testo sia approvato e garantisco il
mio pieno appoggio a questa iniziativa”. A questo punto
non possiamo far altro che sperare che l’impegno e la volontà
della senatrice siano quelli di tutti.