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ATTUALITÀ E CRONACA

021

Primo sì alle modifiche del codice penale
Vittoria animalista alla Camera
Ma non mancano le polemiche: per il WWF ci sarebbe una distinzione tra animali di serie A e di serie B

di Ambra Mazzia

Roma. La Camera ha approvato all’unanimità il testo unificato delle proposte di legge a tutela degli animali, che apporta considerevoli e sostanziali modifiche all’articolo 727 del codice penale e che nei prossimi giorni dovrà passare all’esame del Senato. Gli onorevoli Grignaffini (DS), Azzolini (FI) e Zanella (Verdi) sono stati i tre autori di quella che è stata ormai definita da gran parte delle associazioni animaliste una “svolta storica”, grazie alla quale gli animali cessano di essere “res” per divenire esseri senzienti. I reati, che da contravvenzionali diventano ora delitti, comprendono combattimenti clandestini, spettacoli e manifestazioni che rechino sofferenza agli animali e siano effettuati sulla base di sevizie, e ancora abbandoni, maltrattamenti, nonché confezionamenti e distribuzione di capi in pelle di cani e gatti. Oltre alle sanzioni pecuniarie (che ora sono comprese tra 2.500€ e 100.000€) sono poi stati aggiunti provvedimenti penali, basati su un periodo di reclusione che può variare dai due mesi ai quattro anni, a seconda della gravità del reato commesso. Fondamentale, inoltre, diviene ora il ruolo giocato da associazioni ed Enti animalisti, incaricati del recupero degli eventuali animali sequestrati e di una politica di controllo e prevenzione sul territorio nazionale. La chiave fondamentale di tale testo resta comunque“il ricollocarsi del centralismo dell’uomo nel corpo giuridico e il riconoscimento dell’esistenza autonoma degli animali, che cessano di essere una proprietà”, come sostenuto da Italico Perlini (FI), relatore del testo in Commissione.
Nella conferenza stampa della PETA tenutasi questa mattina a Montecitorio è stata grande la soddisfazione di molti attivisti ed animalisti: “Questo è sicuramente un passo avanti verso una maggiore civiltà e responsabilità, nonché motivo di grande compiacimento per il lavoro svolto da molti anni a questa parte" dice Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani "ma è da qui che dobbiamo ripartire per continuare il nostro percorso verso una maggiore sensibilizzazione ed informazione”. “E’ una bellissima sensazione di continuità del lavoro e degli obiettivi che perseguiamo da trent’anni” esulta la verde Carla Rocchi, mentre Lea Massari, con un breve intervento, pone l’accento sugli importanti ed urgenti provvedimenti da prendere in futuro, ma soprattutto sulla necessità di una maggiore e più accurata informazione, in particolar modo in ambito scolastico.
E se un brindisi tra parlamentari, giornalisti ed animalisti è momento di gratificazione e contentezza, non manca chi, al contrario, coglie l’occasione per far sentire la propria voce sulle presunte conseguenze negative di tale “apparente” successo: Fulco Pratesi (presidente del WWF) e Annamaria Procacci(animalista ed ex deputata parlamentare dei Verdi), in particolar modo, sottolineano come tale provvedimento operi una distinzione tra animali di serie A ed animali di serie B, non tutelando affatto tutte le specie selvatiche, già messe a repentaglio dalla legge sulle deroghe alla caccia e vere protagoniste della biodiversità del nostro patrimonio faunistico. E ancora Valpiana di Rifondazione Comunista non accetta il carcere come sanzione, proponendo come alternativa un periodo di lavoro “forzato” in qualche canile o associazione animalista, così come è contraria al non aver vietato la realizzazione delle pellicce con le pelli di qualsiasi animale: “Distinguendo un visone da un cane dimostriamo soltanto di conferire una maggiore attenzione ed importanza agli animali che ci sono più vicini-dice- e questo non è sintomo di grande maturità”.
Ora si attende che il testo passi all’esame del Senato per la sua definitiva approvazione, mentre cresce l’impegno e la pressione della PETA per far sì che esso non subisca in tale sede delle modifiche, a causa delle quali, in un’eventuale ritorno alla Camera, si assisterebbe ad una mancata approvazione e ad una successiva riformulazione del corpus.
“Magari ci fosse il monocameralismo!”- ha detto ironicamente la senatrice Azzolini, intervenuta alla conferenza -“Questa è certamente una tappa importante, significativa, ma è solo una parte del nostro cammino che volge nella stessa direzione verso la quale sta evolvendo la realtà e la sensibilità sociale. Personalmente prometto in questa sede di fare il possibile in aula affinché il testo sia approvato e garantisco il mio pieno appoggio a questa iniziativa”. A questo punto non possiamo far altro che sperare che l’impegno e la volontà della senatrice siano quelli di tutti.

 

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