Gravi
denunce del Siulp sulle condizioni disumane e pericolose in cui
sono costretti a lavorare gli operatori di polizia
Ad
Anzio poliziotti trattati come topi
E
al Reparto Celere di Ponte Galeria i topi arrivano davvero
di Dario
Domenici
Roma.
Ai già tanti rischi che i poliziotti corrono durante la
canonica attività lavorativa, in molti casi si aggiungono
quelli minacciati dalla fatiscenza delle strutture in cui sono
ospitati alcuni reparti della Polizia di Stato. Le ultime denunce
giungono dal Siulp, il più rappresentativo sindacato di
categoria, che per bocca del segretario generale Michele Alessi
, storico giannizzero nella tutela dei diritti degli operatori
di polizia, ha messo a fuoco un paio di situazioni di incredibile
carenza architettonica. Nella sede del Reparto Mobile di Ponte
Galeria, spesso ad attendere gli affaticati poliziotti, dopo ore
di duro lavoro, ci sono dei beffardi, vispi e gagliardi topastri,
che si beano del confortevole habitat in cui sguazzano indisturbati,
impreziosito da tassi di umidità che viaggiano a livelli
stratosferici. Preziosa è l'umidità per gli odiosi
ratti, ma non certo per tanti agenti, che nell'edificio di Ponte
Galeria alloggiano e lavorano e devono spesso fare i conti con
dolori reumatici e cure ortopediche, che spesso li tengono lontani
dall'attività lavorativa, causando un ingente danno all'amministrazione
stessa dello Stato. "La struttura di Ponte Galeria è
un vero colabrodo" ha tuonato Alessi "non è una
caserma, ma un cantiere aperto in piena attività, dove
a tutt'oggi manca ancora la centrale operativa per le comunicazioni
con il personale impiegato nei servizi esterni. Speriamo che in
futuro la situazione non si ripeta più".
Se a Ponte Galeria i poliziotti sono costretti a convivere con
i topi, ad Anzio hanno invece rischiato di fare la fine dei topi.
E' proprio questo il timore espresso da una nota della segreteria
di base del Siulp del locale Commissariato di P.S., emessa dopo
il crollo di un cornicione dell'edificio ospitante. Parole al
vetriolo, dure e lapidarie, condite dalla rabbia di chi troppe
volte aveva denunciato lo stato di pericolo in cui versano i dipendenti
della Polizia di Stato che lavorano nel palazzo, ma anche di tutti
i cittadini che frequentano tali uffici o che semplicemente hanno
la sfortuna di transitare nelle vicinanze. Infatti i calcinacci
sono finiti in strada, proprio di fronte ad un frequentato centro
di analisi cliniche in via Petronio e hanno danneggiato anche
alcune auto in sosta. I vigili del fuoco di Anzio, inoltre, hanno
anche rimosso alcuni pilastri a cui erano attaccate le ringhiere
del balcone dell'alloggio di servizio del Commissariato ed hanno
transennato tutta la facciata dello stabile.
"Per l'ennesima volta" dice il Siulp "ci troviamo
a denunciare il gravissimo stato di pericolo per i dipendenti
della Polizia di Stato che lavorano in questo palazzo , oltre
che dei cittadini. Questo malgrado le relazioni dei vigili del
fuoco e di tecnici di altri enti, come il Ministero delle Infrastrutture,
sulla fatiscenza del Commissariato. Esperti del settore hanno
svolto vari interventi in questa struttura per incidenti che si
sono verificati nel corso degli anni e hanno sempre sottolineato
il reale pericolo di crolli". E' vecchia usanza, radicata
inesorabilmente nella tradizione italica, quella di attendere
la morte del malcapitato di turno prima di attuare interventi
significativi e decisivi per la risoluzione di problemi legati
a situazioni di grave pericolo. La cosa è ancora più
inquietante e inconcepibile se si pensa che una nuova struttura
ospitante per l'ufficio di polizia di Anzio è già
pronta da mesi "ma per incomprensibili motivi burocratici,
l'edificio ancora non è stato preso in carico mentre noi
ci sentiamo come topi in trappola in attesa del crollo finale".
E mentre la consegna del nuovo edificio si contorce impigliata
nella ragnatela della burocrazia, il Siulp si è detto pronto
ad altre e più "forti" azioni di protesta.
Dalla capitale ha fatto sentire ancora una volta la sua voce il
segretario generale Michele Alessi: "In un momento così
particolare e rischioso come questo non si possono attendere le
calende greche per consegnare un manufatto ormai pronto dallo
scorso marzo. E' da allora che il Comune di Anzio paga regolarmente
il mutuo ed i cittadini di Anzio non hanno un ufficio di polizia
idoneo. Chiediamo al capo della Polizia, al ministro dell'Interno
e al prefetto di Roma di sbloccare questa situazione ormai insostenibile".