Tra
l’indifferenza delle istituzioni e la disperazione
degli interessati |
Fiumicino:
l’handicap dimenticato |
Intere
famiglie sul piede di guerra per richiedere un servizio
per disabili che nessuno si impegna a fornire. Frattanto
nella segreteria dell’assessore c’è anche
chi paragona questi ultimi a lavoratori perfettamente sani |
di Caterina Mollica
Fiumicino
(Roma). Immaginate che vostro figlio sia un portatore
di handicap e che nonostante illustri lumi della medicina vi abbiano
scoraggiato sulle sue possibilità di inserirsi nella società
e di avere una vita autonoma voi scopriate una terapia che passo
dopo passo lo aiuti a migliorare sensibilmente, nonostante vi
abbiano detto “non c’è speranza”.
E’ esattamente ciò che è accaduto a tre famiglie
di Fiumicino che accanto a questa gioia immensa di aver trovato
un istituto terapeutico valido ed efficace si sono trovate di
fronte a problemi burocratici che riguardano il trasporto dei
loro figli a Roma, dove si trova il centro di autonomia e riabilitazione
“Voyta”. I problemi sono infatti iniziati quando il
Comune ha messo a disposizione per il trasporto dei ragazzi disabili
un mezzo non adeguato per la loro menomazione, sul quale non vi
è neanche il posto per una carrozzella. Come se l’inadeguatezza
del mezzo non bastasse, il veicolo (dovrebbe trattarsi di un pulmino,
ma in realtà è semplicemente una Matiz Daewoo, tra
l’altro fornita non dal Comune, bensì dalla Legarco)
trasporta i tre ragazzi sino ad Ostia dove proseguono per il centro
accompagnati da un altro mezzo. Sorprendentemente il servizio
è garantito solo al mattino, mentre il pomeriggio il pulmino
di ritorno dal centro lascia i ragazzi ad Ostia e “la macchina”
che dovrebbe riportarli a Fiumicino non c’è. I genitori
lamentano ovviamente un servizio precario e parziale.
Il signor Giuseppe De Gaetano, padre di Fabiola, la quale frequenta
il centro e si trova coinvolta nel disagio, ci ha spiegato la
situazione. “Affidiamo il trasporto dei nostri figli
a una sola assistente che li deve portare con un mezzo non idoneo
fino ad Ostia. Ci chiediamo come si può gestire una situazione
anomala come per esempio un guasto meccanico della macchina o
il malore di uno dei nostri figli se si è soli senza un
altro assistente a bordo. L’accompagnatrice avrebbe bisogno
del supporto di un’altra persona, come previsto dalla legge
e dal buon senso”.
La signora Giulia Moro ha una figlia di tredici anni che sin dalla
tenera età di tre anni è costretta sulla sedia a
rotelle a causa di un ritardo psico-motorio e per la sua bambina
il disagio è ancora più profondo, come racconta
lei stessa.
“E’ una situazione davvero paradossale, mia figlia
è costretta a privarsi della carrozzella e gli accompagnatori
sono costretti a metterla sul pulmino che li prende ad Ostia sollevandola
con le braccia. Al mattino l’accompagnatrice non ha la forza
fisica necessaria per sollevare mia figlia, quindi l’aiutiamo
noi. E’una fonte di disagio psicologico profonda. Ma se
il mezzo fosse adatto sarebbe dotato della rampa che solleva la
carrozzella”.
I signori proseguono “I nostri figli, che sono già
costretti ad alzarsi alle 5:30 del mattino per prendere i due
mezzi che li portano a Roma, al ritorno vengono lasciati ad Ostia
dove dobbiamo andarli a prendere noi intorno alle 16:30. Il servizio
comunale non riporta i nostri figli fino a Fiumicino come accade
al mattino, il pomeriggio questo servizio non esiste.
Sulla motivazione non ci hanno fornito alcuna spiegazione, come
per il fatto che non esiste un collegamento diretto per Roma come
invece accade nei comuni di Pomezia ed Ardea, dove i disabili
vengono prelevati e accompagnati direttamente al centro “Voyta”.
Sarebbe giusto che anche ai nostri figli fosse garantito questo
servizio di trasporto. Fino ad oggi non abbiamo riscontrato un
interessamento verso il problema, anzi, nella segreteria dell’assessore
alle politiche sociali del comune di Fiumicino c’è
stato chi con molta leggerezza ci ha fatto notare che ci sono
moltissimi operai che si alzano alle prime ore del mattino per
recarsi al lavoro, quindi per il nostro disagio non avevamo di
che lamentarci. Siamo certi che chi ha pronunciato queste parole
non ha mai vissuto con una persona disabile e non si rende conto
di quanto impegno e quanto sforzo siano necessari. Speriamo che
questa risposta sia stata dettata solo dall’ignoranza di
chi non vive un’esperienza come la nostra”.
Le speranze di queste famiglie per il futuro dei loro figli sono
riposte nei progressi che i ragazzi compiono frequentando il centro
“Voyta”, come spiega il signor Giuseppe “Per
lungo tempo mia figlia ha frequentato il centro per disabili di
Fiumicino dove versavo una quota fissa giornaliera per i pasti,
ma in mia figlia non ho riscontrato alcun miglioramento. Il centro
non era fornita di attrezzature sportive e qualche anno fa per
mandare Fabiola in piscina due volte la settimana ero costretto
a pagare 25 euro per un’ora di piscina. Fra l’altro
i gestori con la motivazione di farmi uno “sconticino”
non emettevano la fattura del mio pagamento e di conseguenza non
potevo scaricare questa spesa dal 730 esibendo un certificato
medico. Il centro “Voyta” ha fatto rinascere la mia
bambina. I disabili sono seguiti incessantemente da un’equipe
medica di prim’ordine e il rapporto assistenti-assistiti
è di 90 a 130. I ragazzi sono coinvolti in molteplici attività
che servono ad incrementare le loro capacità organizzative
cercando di responsabilizzarli. Gli assistenti fanno gestire direttamente
a essi le attività quotidiane, svolgendo compiti come apparecchiare
la tavola, fare i letti e cucinare, cose che a noi appaiono scontate
ma che nella vita di una persona disabile sono mete da raggiungere
con fatica. Inoltre l’istituto è fornito di una piscina
costruita a norma per i portatori di handicap. Le frequentazioni
dei nostri figli nel centro “Voyta” sono gratuite
e la lista d’attesa per entrare può arrivare fino
a due anni. Per concludere vorrei dire che noi non avanziamo alcuna
richiesta di denaro ma desideriamo solo un servizio che funzioni
e che sia sicuro. I miglioramenti dei nostri figli ci danno la
forza per andare avanti e in un paese civile non è accettabile
che un problema burocratico porti delle persone all’esasperazione,
per questo se nessuna autorità ci darà ascolto organizzeremo
clamorose manifestazioni di protesta”.
Sulla vicenda interviene anche il consigliere Ds Roberto Tasciotti,
ex assessore alla cultura attualmente membro del consiglio comunale
di Fiumicino “Questa vicenda mi ha scioccato, trovo
assurda la situazione di disagio che coinvolge queste famiglie.
In sede di consiglio comunale cercherò di far luce sulla
questione e di giungere ad una soluzione. Attualmente le politiche
che riguardano i disabili sono messe in secondo piano, e lo testimoniano
i tagli che riguardano gli insegnanti di sostegno nelle scuole
della nostra città. I nostri politici dovrebbero tutelare
prima di tutto le fasce più deboli ma sembra che lo abbiano
dimenticato”.
VOX POPULI
Cosa pensa della situazione dei disabili nel
comune di Fiumicino?
Ritiene superate le barriere architettoniche nella sua città?
Eliana Ruggeri, 45 anni, insegnante.
Il Comune ha compiuto negli ultimi anni molti sforzi ma c’è
ancora molto da fare.Si dovrebbe lavorare di più sull’inserimento
dei disabili nel mondo del lavoro.
Ho avuto nelle mie classi molti bambini che erano costretti sulla
sedia a rotelle e ho constatato che su molti marciapiedi devono
essere effettuati degli interventi.
Mirko Ghiera, 27 anni, operaio presso
l’aereoporto Leonardo da Vinci.
Il Comune ha lavorato molto per i disabili, ma penso che ci sia
ancora molto da realizzare. Sinceramente si dovrebbe intervenire
in molti punti critici.
Anello Cozzolini, 35 anni, marittimo.
La situazione è molto migliorata negli ultimi anni e bisogna
proseguire su questa strada.
Sono presenti parecchie lacune nelle strade interne e periferiche,
vi sono strade non asfaltate e manca l’illuminazione. I
passaggi efficienti per i disabili sono presenti solo nelle vie
centrali.
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