Tutte
le leggi ad personam del Cavaliere |
Conflitto?
Solo d’interessi |
La
strana politica di Berlusconi, tra contratti monofirmati,
promesse non mantenute, dichiarazioni contraddittorie e
provvedimenti “salvapremier”. Tutti record da
“Guinness dei Primati” di un governo-azienda
|
di Fabio Bucciarelli
Scricchiola
il governo, schiacciato dal tremendo peso delle evidenti spaccature
interne alla coalizione. Si ha timore per l’instabilità
economica del Paese ma a testa bassa si va avanti tra interim
e trattative serratissime nonostante le sensazioni siano, è
proprio il caso di dirlo, delle più “sinistre”
possibili per un governo che sembra essere oramai alla frutta.
Comunque sia, molte delle linee (solchi) tracciate da questa legislatura
non possono che far sorridere il presidente del Consiglio. Nonostante
infatti la triste situazione attuale derivante da elezioni che
hanno fatto molto male al Cavaliere, non solo per la vittoria
del centro-sinistra ma anche per la sconfitta di Forza Italia,
non più gigante della coalizione, esiste un Berlusconi
che può ben sorridere. Si pensa al record di durata del
governo, all’incredibile trend d’incremento di pubblicità
sulle reti Mediaset (a dispetto di un generale impoverimento del
settore), al condono fiscale capace di far risparmiare alle stesse
centinaia di milioni di euro e c’è stata anche euforia
per le vittorie del suo, e solo suo Milan… Ma c’è
di più, molto di più per ridere alla grande. Partendo
dall’idea che milioni di italiani si fecero “così
ricco non si servirà del potere per sistemare i suoi affari”,
la stessa che decretò il successo alle elezioni del 2001,
come ha agito Berlusconi? Da una sua ammissione, l’idea
degli elettori venne seccamente smentita nel luglio del 2003 quando
a Strasburgo si lasciò scappare che “solo in tre
casi” si poteva parlare di leggi ad personam, ovvero a suo
favore. Ma è così? Non proprio: la legge sulle rogatorie
internazionali, quella sulla depenalizzazione del falso in bilancio,
quella sull’abolizione sulla tassa su successioni e donazioni,
la Gasparri “arricchita” dalla appendice “salva
Retequattro”, la Cirami, il lodo Schifani, non sono solo
“tre casi”. Invece parlare di una legge che regoli
il “conflitto d’interessi” non è possibile.
Infatti, dopo le promesse iniziali “il conflitto d’interessi
verrà risolto entro i primi tre mesi di governo”,
oggi all’improvviso “il conflitto d’interessi
è soltanto una leggenda metropolitana”. E allora?
Parliamo d’altro.
La legge sulle rogatorie internazionali. Approvata
in tempi brevi, questa legge disciplina la materia delle rogatorie
internazionali oltre che ratificare la convenzione di cooperazione
giudiziaria tra Italia e Svizzera. Nel passaggio al Senato la
legge ha subito due modifiche molto particolari: si può
applicare ai processi in corso e annulla le rogatorie macchiate
da vizi formali. Ma cosa sono le rogatorie? Sono uno strumento
che consente ad un giudice di chiedere ad un collega straniero
di compiere atti processuali che esulano dalla sua giurisdizione.
Cosa c’entra il premier? Grazie a questa legge sono divenute
inutili le imbarazzanti dichiarazioni sui movimenti nei conti
correnti esteri fatte da Previti, Squillante e dal responsabile
dei servizi finanziari di Mediaset che addirittura confermò
di aver dato disposizioni per i pagamenti documentati dalle carte
svizzere.
La legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio.
Mossa con la quale si è reso non più perseguibile
dalla legge il falso in bilancio, che è da sempre stato
uno dei protagonisti del disequilibrio economico del Paese. Oltre
ad allontanare investitori esteri, allarmati da uno Stato che
non punisce il falso in bilancio, c’è un altro lato
molto interessante, molto più pratico: così facendo
si sono rese del tutto vane le indagini in corso da anni, che
vedevano tra i principali attori Silvio Berlusconi nell’affare
“All Iberian”.
La legge Cirami sul legittimo sospetto. Un terremoto
nel panorama giuridico, utile sia a Berlusconi che al suo entourage.
Il legittimo sospetto è essenzialmente il dubbio che l'organo
di legge chiamato a giudicare non sia imparziale. Il giudice può
essere ricusato se ha espresso il proprio orientamento sul processo
pubblicamente oppure se ha rapporti con l’imputato. Ovviamente
sulla fondatezza delle ragioni deve pronunciarsi la Corte di Cassazione:
se quest'ultima riconosce che il giudice non garantisce imparzialità,
trasferisce il processo in un'altra città, dove dovrà
ricominciare da zero. L'effetto è quello di bloccare, errando
di città in città, le conclusioni del processo,
che potrà così andare avanti, senza però
arrivare alla sentenza, prima che la Corte di Cassazione si sia
pronunciata sulla fondatezza del ricorso. Questa legge è
stata applicata anche ai processi già in corso al momento
della sua entrata in vigore. Chi era l’imputato in più
processi che inveiva contro i giudici comunisti? La sola legge
Cirami poneva il rischio di ottenere, spostandosi di città
in città, soltanto un po’ di tempo in più.
Berlusconi,
in quel momento imputato nel processo Sme, ha avuto un’altra
bella idea: il lodo Schifani, la legge blocca
processi per le cinque più alte cariche dello Stato. La
Corte Costituzionale l’ha giudicato incompatibile con la
nostra Costituzione (soprattutto con l’art.3), proprio perché
andava contro le basi democratiche del nostro ‘sistema’.
Ovviamente non ci si è abbattuti: una modifica qui, una
lì, e anche in questo caso pronta la legge. Negli altri
Stati democratici si possono “giudicare” le più
alte cariche dello Stato: basti ricordare che negli USA, sempre
presi ad esempio, Clinton venne messo alla gogna nel “caso
Lewinsky”.
Il condono fiscale. Uno schiaffo morale per i
cittadini che hanno sempre regolarmente pagato le loro tasse,
uno strumento interessante nelle mani delle aziende di Berlusconi.
Alle iniziali dichiarazioni del presidente del Consiglio, si espresse
con certezza “Mediaset non si servirà del condono”,
è seguita una adesione ed un risparmio di centinaia di
milioni di euro.
La legge sulla tassa sulle successioni e sulle donazioni.
Una delle primissime leggi di Berlusconi. Il governo dell’Ulivo
aveva lavorato su questa legge stabilendo una franchigia di 350
milioni di lire per successioni e donazioni. Cosa vuol dire? Vuol
dire che si tassavano solo beni di valore superiore ai 350 milioni
di lire in base ad una tabella di percentuali legata all’entità
della donazione o dell’eredità. Con l’intervento
dell’attuale governo è stata eliminata totalmente
la suddetta tassa, anche per cifre da capogiro. Ovviamente un
interesse di pochi che da adito a legittimi sospetti su passaggi
di tanto denaro di tasca in tasca.
La legge Gasparri e il decreto salva Rete 4.
La proroga di poter trasmettere in analogico per Retequattro ha
sollevato in maniera clamorosa l’interrogativo su come un
premier possa decidere sul destino di una sua proprietà.
Ma nella nuova legge c’era molto di più. L’abolizione
delle norme che vietavano incroci di proprietà tra Tv e
carta stampata ad esempio, ha cancellato i limiti sulla possibilità
di detenere media. Realmente consentirà di ufficializzare
ciò che già accadeva. Se fino ad oggi Berlusconi
non poteva essere proprietario de “Il Giornale”,”Il
Foglio” ed il “Corriere della Sera”, perciò
demandava rispettivamente al fratello, alla moglie e ad altri
cari amici; con la nuova normativa potrà liberarsi di queste
maschere. Inoltre, non si è posto freno alla possibilità
di acquistare giornali, tv e cinema a patto che venga garantita
concorrenza (?). Però è stato inserito anche un
limite, ovviamente per gli altri. Il blocco è per chi già
si occupa di un settore delle telecomunicazioni (Telecom, che
ha La7, Mtv ed una partecipazione in Sky) che non potrà
espandersi senza limiti in quello delle televisioni. Così
facendo si è cercato di proteggere l’attività
dei “tanti” proprietari di reti televisive italiane!