Entra
in vigore la nuova legge contro il fumo |
L’Italia
cambia aria |
“Bionde”off limits nei locali pubblici. Nessuna
proroga, tolleranza zero. Pesanti sanzioni e blitz negli
esercizi. E non mancano le polemiche
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di Ambra Mazzia
Il
10 gennaio è entrata in vigore la nuova legge che mette
al bando il fumo nei locali aperti al pubblico. Tra mille polemiche
e contestazioni, per gli oltre 15 milioni di fumatori italiani
è scattata l’ora x. Non sarà più possibile
fumare in locali che non siano provvisti dei requisiti predisposti
dalla legge (in particolar modo impianti di riciclo e ventilazione,
aree riservate ai maniaci del tabacco la cui superficie dovrà
essere inferiore alla metà di quella complessiva, pareti
e porte automatiche che dividano tali spazi dal resto del locale).
Ogni pubblico esercizio sarà tenuto inoltre ad esporre
in maniera visibile dei cartelli luminosi con i dettagli a norma
di legge sul divieto di fumo, comprensivi delle relative sanzioni
ora rese particolarmente dure ( si va da dai 220 ai 2.200 €
per chi non fa rispettare il divieto nel proprio locale, arrivando
nei casi più gravi addirittura alla revoca della licenza
per tre mesi. Per chi trasgredisce invece le sanzioni vanno da
un minimo di 27,5 ad un massimo di 275 €, somme raddoppiate
se si fuma in presenza di donne incinte o bambini).
Insomma, i non fumatori possono finalmente tirare un sospiro di
sollievo. Almeno in teoria. Eh si, perché i blitz effettuati
in questi giorni dalle forze dell’ordine hanno dimostrato
come solo una piccola percentuale dei locali visitati sia risultata
a norma.
Come
se non bastasse, ad infuocare la già forte polemica contribuisce
il decreto attuativo secondo il quale spetterebbe ai gestori degli
esercizi denunciare i loro clienti qualora, colti in flagrante
con la sigaretta in mano, non rispondano correttamente ad un eventuale
richiamo smettendo di fumare. “Non siamo degli sceriffi
e non abbiamo alcuna intenzione di denunciare i nostri clienti”-
ha commentato Sergio Billè, presidente di Confcommercio
- “credo che su questa palese incongruenza farà presto
giustizia il Tar”.
Il ministro Sirchia spera vivamente che tale legge possa in qualche
modo favorire la riduzione del numero di fumatori in Italia e
delle molte vittime del fumo passivo.
“Gli italiani sono con me”- ha affermato più
volte-“Non a caso un sondaggio Doxa ha rilevato che l’83%
dei nostri connazionali è favorevole all’entrata
in vigore del decreto”.
E se non ha tardato a complimentarsi con lui per il disegno di
legge il commissario europeo alla salute Kyprianou, intanto su
Internet si moltiplicano a vista d’occhio le associazioni
di fumatori che stanno organizzando raccolte di fondi per attuare
l’ormai annunciato referendum abrogativo a favore di una
maggiore “democrazia”.