Intervista?
No grazie. Marrazzo non ha tempo, Storace non vuole confronti |
Marrazzo:
un “don Quijote” contro l’armata Storace |
La discutibile presa di posizione dei due aspiranti presidenti
della Regione Lazio, con il candidato di centrosinistra
che invece di non lasciare nulla di intentato per cercare
di battere il forte presidente uscente, seleziona miopemente
le opportunità mediatiche
|
di Fabio Bucciarelli
A
questo punto verrebbe voglia proprio di lasciarli stare. Forse
a molti, ma certamente non a noi. Il lasciar correre, speriamo
l’abbiate oramai capito, non fa assolutamente parte del
nostro DNA giornalistico di portale d’informazione indipendente.
La nostra, si noti bene, non è assolutamente una protesta,
bensì la presa d’atto di come l’informazione
venga messa, in talune circostanze, nettamente in secondo piano
negandole l’importanza che invece ha. Premessa d’obbligo
questa, per non cadere nell’errore grossolano di pensarci
vendicativi e di vedere nelle nostre parole il rancore di chi
non è riuscito a dare un buon servizio ai propri lettori.
Certo ci dispiace tanto di non essere riusciti nel nostro primo
intento, ma siamo tuttavia coscienti che un servizio per i nostri
lettori lo abbiamo fatto lo stesso, riportando la verità
su cosa è successo. Molto strano che i due candidati alla
presidenza della Regione Lazio non si siano fatti intervistare,
eppure della potenza del servizio mediatico ne dovrebbero sapere
abbastanza in quanto entrambi giornalisti. A maggior ragione in
considerazione del fatto che proprio grazie all’informazione
fatta hanno avuto il meritato successo.
D'altronde la nostra, è stata una richiesta normalissima:
poter effettuare alcune domande sui principali temi di attualità
della campagna elettorale sia dell’uno che dell’altro
candidato (sanità, trasporti pubblici, ambiente, sociale,
etc.). Un particolare però, effettivamente nella nostra
richiesta c’era: abbiamo proposto un sistema di domande
a specchio. L’intento dichiarato era quello di intervistare
i due politici ponendo loro i medesimi interrogativi, i quali
poi sarebbero stati riproposti integralmente, quindi senza sorta
di “ritocchi” da parte nostra, ai cittadini. In realtà,
ci sono state sostanziali differenze nei modi di operare dei due
uffici stampa: quello della Regione Lazio, per l’attuale
presidente in carica Francesco Storace, e quello della Lista Marrazzo,
appunto per il principale antagonista Piero Marrazzo. Se infatti
il primo, incaricato da Storace, ci ha informati del fatto che
l’onorevole non concedeva interviste aventi come scopo anche
minimi confronti con il suo avversario, la risposta alla stessa
richiesta fatta all’ufficio stampa della Lista Marrazzo,
ha trovato un invalicabile ostacolo nel troppo poco tempo a disposizione
del candidato di centrosinistra. Ovviamente abbiamo atteso, anche
pazientemente. Atteso senza alcun riscontro. Ci siamo anche chiesti
se i due uffici stampa fossero coscienti delle loro azioni. Perché
non accettare confronti da parte di Storace? Cosa crede ne pensino
di questa scelta gli elettori se non probabilmente che così
facendo ha palesato le proprie difficoltà? Ed invece per
Marrazzo, come non trovare tempo per chi, come lui, doveva smuovere
mari e monti per cercare di battere un presidente forte come Storace?
La migliore risposta a questi interrogativi potrebbe essere un
politicamente corretto “no comment”, stavolta da parte
nostra però. Insomma, non saremo sicuramente il “Corriere
della sera”, per il quale secondo l’ufficio stampa
di Marrazzo non ci sarebbero stati di certo problemi di sorta
per trovare uno spazio di tempo per le domande, ma abbiamo anche
noi dei lettori assidui ai quali dobbiamo render conto. Per una
questione di principio: proprio per il rispetto che dobbiamo a
quel milione e mezzo di lettori che tutti i mesi visitano le pagine
di Italymedia.it,
per il rispetto che nutriamo verso la nostra professione giornalistica,
non potevamo in alcuna maniera tacere sull’atteggiamento
davvero incomprensibile di chi si propone per governare il Lazio.
Quindi nessun confronto, troppo poco tempo, troppi impegni, difficoltà
di organizzare incontri, etc. Eppure, siamo riusciti a trovare
qualcosa che ha accomunato, almeno in questo caso, sia il centrodestra
che il centrosinistra: per entrambi i candidati, meglio dire per
i loro rispettivi uffici stampa, tutti i problemi sarebbero scomparsi
dissolvendosi d’incanto, se ci fossimo “piegati”
ad accettare un’intervista via fax. Ma cos’è
un’intervista via fax? Per chi come noi ama il giornalismo,
la proposta che ci è stata fatta è paragonabile
ad una bestemmia. Essenzialmente intervistare via fax vuol dire
ben poco, ma per tentare di dare una spiegazione, significa che
avremmo dovuto mandare via fax delle domande e avremmo dovuto
attenderne le risposte sempre attraverso lo stesso mezzo. Dunque
risposte a domande senza aver mai visto il proprio interlocutore
negli occhi, o almeno averne ascoltato la voce. Ma che razza d’intervista
ne sarebbe venuta fuori? Nessun tipo di intervista appunto, ma
ciò che proprio non sopportiamo è il metodo distante
anni luce dalla nostra idea di fare giornalismo. Insomma, un’intervista
si deve fare occhi negli occhi, cercando di captare qualsiasi
possibile indecisione. Un’intervista va costruita su domande
che debbono essere fatte al momento, in base ai temi che si possono
aprire nel corso del colloquio. Altresì, possiamo affermare
che non si ha l’obbligo di concedere interviste, probabilmente
chi rimane deluso da questo fatto, però, sono i cittadini
elettori che potrebbero conoscere più approfonditamente
i candidati e scegliere meglio. E’ pure vero, però,
che nella ossequiosa logica giornalistica odierna, nella quale
ci ritroviamo inevitabilmente assuefatti dalla parabola discendente
del non “farsi male” da soli, abituati come siamo
ad applausi falsi che scrosciano quando ad ogni suono di campanello
vengono destinate domande alle quali tutti sappiamo già
le risposte, potremmo facilmente essere scambiati per dei sognatori
più che per dei giornalisti. Non importa, noi andiamo e
andremo sempre diritti per la nostra strada.