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ATTUALITÀ E CRONACA  
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Questa mattina la cerimonia alla Scuola dell’Esercito

Il Genio spegne 232 candeline

Il Capo di Stato Maggiore Cecchi, conferisce la Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito, alla Bandiera di Guerra del 21° reggimento Genio guastatori “Timavo”. Parata d’esposizione bellica, nasi elettronici, bonzai con prove tecniche di disinnesco ordigni. Bilancio 2006 dell’impegno civile e militare, in Italia e nei teatri di guerra

di Maira Nacar

Si è celebrata a Roma, questa mattina, alle 10.30, la cerimonia dell'arma del Genio dell'Esercito Italiano, in occasione dei suoi 232 anni dalla fondazione. Scene di un cerimoniale che ha avuto luogo, presso il comando delle Scuole dell'Esercito, al civico 123 di Via dell’Esercito, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale di corpo d'armata Filiberto Cecchi, dal comandante delle scuole dell'Esercito, generale di corpo d'armata Gaetano Romeo, e il vice comandante delle scuole dell'Esercito e comandante per la specializzazione, generale di divisione Massimo De Maggio. I convenevoli rituali, che hanno segnato la circostanza odierna, non potevano che suggellarsi al meglio con il conferimento, da parte del Capo di Stato Maggiore Cecchi, della Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito dell'Esercito, alla Bandiera di Guerra del 21° reggimento Genio guastatori “Timavo”. Le 232 candeline soffiate, per la fondazione dell’Arma del Genio, sortivano l’effetto di una doppia motivazione: quella dell’utilizzo dell’Arma, in ambito militare & bellico e quella di strumento civile a sostegno delle popolazioni, in stato di calamità bellica. La grande scuola dei Genieri, nel giorno del 232 esimo genetliaco, si è così addobbata, sfoderando quanto di più significativo e curioso potesse disporre, per deliziare la vista dei partecipanti, grandi & piccini.

Cosa si è visto cosa… L’area di esposizione adibita ha potuto fregiarsi di una nutrita e cangiante raccolta di ordigni, di ogni tipo, non esplosi, per fortuna per noi, e, degli strumenti avanzati per renderli inoffensivi, citiamo i “nasi elettronici” che come degli aspirapolvere, subodorano se c’è una sostanza esplosiva, in agguato, lanciando l’allarme, un po’ come concorrenzialmente fanno, da sempre, i nostri amici a quattro zampe, i cani Rex della situazione, presenti, anch’essi alla sfilata, ieri mattina. Interessante, la macchina portatile facente funzione radiografica di sventare eventuali ordigni celati, anche, da lastre fitte. Si è potuto vedere di come gli interni di ordigni a conduzione artigianale possano essere disinnescati, dopo un corso rapido, in poche mosse, alfine di ghermirne i segreti realizzativi nella massima garanzia di sicurezza, e noi siamo qui a dimostrarlo, raccontandolo, da provetti cronisti, quali speriamo di essere. Ma non finisce qui, nella passerella del Genio, nella mattinata, anche, un “bonzai”, 25 chilogrammi di consistenza, una specie di robot, - spiegavano - operativo in malagevoli spazi, come potrebbero essere le carlinghe di aerei, per un motore “a prova d’urto”. Vale sempre la pena rammentare l’importanza dell’impegno civile all’insegna del disinnesco mine, che si rende concreto, nell’area italica, attraverso determinate operazioni che si estendono nell’abusivismo edilizio; se ne contano 81 di interventi in questo settore, nel 2006, di cui 300 interventi, in emergenze di pubblica calamità e la bellezza di 3.413 di bonifica da ordigni esplosivi.Gli interventi del Genio, se possibile, assumono proporzioni, ancora più incisive, quando si varca la soglia del pericolo pubblico, al di fuori del confine italiano, ci riferiamo a quei teatri di guerra quali Afghanistan, Libano, Kosovo, Bosnia, Albania. Lì, le mine non sono un oggetto optional, ma un avversario mortale, prima, durante e dopo la fine degli scontri. Proprio nei territori di guerra è possibile riscontrare il determinante apporto degli uomini e le donne del Genio, nel bonificare ordigni inesplosi, bombe a grappolo, mine, esplosivi improvvisati, cosi come della loro importante opera di informazione e sensibilizzazione, per le popolazioni locali nel reperire ordigni inesplosi ed esplosivi, come dire, improvvisati.

Nota storica…

La tradizione dei genieri si perde nella relativa notte dei tempi, esattamente al secolo 18°, anno 1775, quando venne a costituirsi il Corpo Reale degli Ingegneri, al servizio dell’Armata Sabauda, come gentilmente c’informano, dall’Ufficio Stampa dell’Esercito.

Nota particolare…

L’inserimento, in parata, del corpo dei Vigili del Fuoco, con i loro uomini e mezzi. Il corpo, in questione, è una filiazione dell’Arma, il cui Giuramento, dinnanzi alla Bandiera dell’Arma del Genio, sta a testimoniare il forte legame, che li unisce.

Con spiccato senso di versatilità abnegazione e capacità tecnica i genieri si sono quindi congedati dal pubblico e la stampa intervenuta, tra cui Rai, Mediaset, Nuova Agenzia Radicale, Italymedia, Il Popolo.

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