Quando
il cinema esalta ciò che spesso la società
sorda e superficiale tende ad emarginare Nei panni
di un "down" Una straordinaria interpretazione di Giannini per
ricordarci i valori semplici della vita, attinti al banco
della nobiltà d'animo di un "diverso"
di Stefania
Chiolo E` affetto dalla "Sindrome di Down" il protagonista del
film di Francisco Jose` Fernandez. Interpretato da un magnifico
Giancarlo Giannini si chiama Eugenio, che vuol dire di bella stirpe. Sembrerebbe inadatto questo nome
per un uomo che madre natura ha voluto diverso, invece non ce n'e`
uno piu` consono a quel nobile e generoso prodigarsi verso gli altri. Si` Eugenio e` indiscutibilmente diverso, ma e` proprio la sua particolare
condizione che lo rende magicamente immune dalla deumanizzazione
di chi, fisicamente normale, sacrifica sull`altare dell`omologazione
ai canoni della societa` la sua essenza di uomo. Eugenio ha scelto di vivere da solo in campagna nella grande casa
di famiglia. Lavora come giardiniere e svolge volontariato nell'ospedale locale,
dove si prende cura della giovane Laura che, uscita dal coma in
seguito ad un gravissimo incidente automobilistico, non mostra alcun
segno di volonta`, ne` di ripresa. Quella di Eugenio e` una vita normale, piena, scandita dai piccoli
piaceri quotidiani. E` perfettamente inserito nel contesto sociale in cui vive, stimato
e rispettato da tutti. E` molto amato dalla sua famiglia di origine,
infatti suo fratello Federico (Jacques Perrin) gli chiede continuamente
di andare a vivere con lui ricordandogli che tutti gli vogliono
bene. Adora la musica, la buona tavola e non e` certo insensibile
al fascino femminile. Ma un giorno, il ritorno inatteso di Elena, l'amica di infanzia
da lui sempre amata e la scoperta che lei e` la madre di Laura,
sconvolgeranno non poco il tranquillo corso delle sue giornate. Dopo un momentaneo smarrimento il suo carattere forte e lucido e
il suo animo incontaminato riusciranno a ristabilire equilibrio
e armonia negli animi sconvolti di quelle persone tanto "normali". A raccontarla cosi` sembra a dir poco idilliaca la vita nei panni
di un down. Ma a ricordarci l'amara realta' e` lo sguardo smarrito di chi non
sa decidere e l'espressione , suo malgrado , disgustata della signora
Carpi (Anna Maria Petrova) quando in compagnia del prof. Boselli
(Arnoldo Foa`) si reca a conoscere Eugenio per trovare una risposta al suo dilaniante dilemma, se tenere o
meno il bambino che porta in grembo e che ha scoperto purtroppo
affetto dalla "Sindrome di Down". In quella scena, attraverso lo sguardo della donna e il racconto
del prof. Boselli, si esplica tutto il dramma di quella diversita`,
che non e` solo esteriore, ma che e` costellata da tante difficolta`
di apprendimento, di espressione, di movimento, dalle patologie
cardiache , dai pregiudizi, dalle vessazioni di chi ignorante rifiuta
a priori cio` che vede diverso. Ma quanta voglia di normalita` c'e` dietro agli occhi a mandorla
di Eugenio, quanta voglia di essere amato veramente dalla donna che ama in quel fermo
rifiuto di possederla mentre lei e` ubriaca. Il film inteso a far luce sull`altra faccia della diversita`, quella
interiore, raggiunge egregiamente il suo fine che e` quello di coinvolgere
e avvicinare i cosiddetti "normali" ai diversi e dimostrargli
che e` impossibile non amarli. Allo spessore del contenuto non fa eco lo stile della linea narrativa,
troppo spesso interrotta dai frequenti flashback a discapito, almeno
nella prima parte del film, del coinvolgimento emotivo dello spettatore. Carismatica e autentica l'interpretazione di Giancarlo Giannini
,con il suo stile inconfondibile fa vibrare le corde piu` intime
del nostro animo, ci disarma con il suo sorriso dolce , e con l`ironia
sorniona del suo sguardo ci fa vergognare di alcuni nostri inconfessabili
sentimenti. Insomma una grande prova di attore per il nostro amato Giancarlo
Giannini. Intensa e vera Giuliana De Sio nel ruolo di una donna che in apparenza
sembra aver avuto tutto dalla vita, bellezza, denaro, successo ma
che solo adesso nel confronto con Eugenio si rende conto di non
aver mai fatto niente. Notevole anche Chiara De Bonis, Laura che con i suoi immensi occhi
neri non ha bisogno di parole per raccontare il suo dolore. Insomma un film che merita di essere visto se non altro per conoscere
un po' di piu` una realta` che ci potrebbe toccare da vicino quando
meno ce lo aspettiamo.
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