Salsa,
merengue e…, “vamos a bailar”!
di Anna
Mascia
Roma.
Ritmo e sudore, movimento e …sabor! Eh, si. La musica latino-americana
scuote i sensi, scatena le passioni, riaccende la voglia di vivere.
E gli italiani, popolo ardente, non potevano che restare contagiati
dalla febbre "salsera" dilagante e Roma, città godereccia, è ormai
diventata la capitale della "movida" con le sue decine di locali
grandi e piccoli dove il son, il merengue, la salsa la fanno da
padroni.
Eserciti
di ballerini im-provvisati si muovono come un sol uomo nei classici
di ogni tempo, cha-cha-cha e hully gul-ly compresi ma, inutile
negarlo, il vero segreto della danza latino-ameri-cana è il ritrovato
pia-cere del ballo di coppia, la possibilità (ed era ora) anche
per i più timidi, di tenere tra le braccia il partner e tentare
di conquistarlo con la propria sensualità nel giro di una sola
canzone. Una sfida, am-mettiamolo, che non può lasciare indifferenti!
Tante sono le coppie che si sono incontrate,
conosciute e innamo-rate sulla musica di Mark Antony il roman-tico,
Mimi Ibarra l'appas-sionata, di Ricky Martin lo scatenato o del
"nino mimado" Fernandito Villalona; tanti si guardano negli occhi
al ritmo di una bachata, di una salsa , di un merengue.
E dal conoscersi, simpatizzare, amarsi
ad iscriversi ad una delle innumerevoli scuole di ballo il passo
è breve, per poi fare bella figura "moviendo las caderas" al giusto
ritmo magari al "Maron Glacè" in Via Sassonegro dove il
fine settimana dominicani, cubani, peruviani, italiani si scatenano
in un'atmosfera tropicale senza problemi di razza e di colore.
La salsa trionfa al Caruso di Via
Monte Testaccio, uno tra i primi locali ro-mani a dar vita
alla "movida"; ma profumano di Cuba anche il "Babilon Caffè" di
Via Anagnina, il "Night & Day" di Via Montenero,
lo "Zanussi" di Piazza Tarquinia.
Ormai non c'è locale, centrale o periferico,
che non dedichi almeno una sera alla settimana al brivido latino
in un turbinare di colori, dove anche i meno esperti vengono trascinati
in pista da splendide animatrici e aitanti animatori brasiliani,
cubani o provenienti direttamente dalle assolate spiagge di Santo
Domingo.
E tra un ballo e l'altro, tra una chiacchiera
tra amici e un nuovo incontro ci si ristora, magari con uno spuntino
di "sancocho", "platanos" fritti o la brasiliana "fajoada" e soprattutto,
dopo tanto sudare, si ammazza la sete con bibite esotiche come
la "pina colada" o l'ormai universale "cuba libre".
Tutti a Roma la bella, quindi, sempre
più multietnica e internazionale, che allarga i suoi confini fino
ad oltreoceano… bailando bailando.