Faraoni
in laguna
A Palazzo Grassi di Venezia una mostra dedicata alle enigmatiche
figure dell'Antico Egitto
di Raffaella Rinaldi
Venezia.
In nessun luogo come in Egitto, storia e mistero si fondono ed è
questo uno degli aspetti che rende così affascinante l'epopea
del suo popolo.
Dal 9 settembre al 25 maggio 2003, Palazzo Grassi a Venezia, dopo
le rassegne sui Celti, i Fenici, i Maya, i Greci e gli Etruschi,
dedica una mostra "colossal" alle figure più enigmatiche
e importanti dell'antico Egitto: "I Faraoni".
La mostra è un esempio molto positivo per la validità
della ricerca scientifica e per l'interesse del panorama storico-artistico
offerto dai materiali esposti.
Su trecento reperti in mostra circa ottanta provengono dal Cairo
e alcuni di essi sono esposti per la prima volta fuori dello Stato
egiziano. Gli altri pezzi provengono dalle più importanti
collezioni di antichità egizie, sia pubbliche che private,
di tutto il mondo.
L'imponente raccolta ricostruisce la figura della suprema autorità
egiziana in tutta la sua complessità, a partire dalla doppia
natura umana e divina, quest'ultima motivata dall'identificazione
con il figlio del Dio Sole, Ra.
Statue colossali del re venivano esposte all'interno di templi e
tombe, un esempio ci è dato dalla statua in quarzite di Tuthankhamon,
veramente monumentale (quasi tre metri di altezza), posta nel cortile
centrale di Palazzo Grassi.
Accanto ai reperti che ci restituiscono le immagini della regalità
del faraone e della sua importante funzione di sommo sacerdote,
troviamo i simboli del potere e le sue raffigurazioni sotto forma
di animale (toro, falco, leone, sfinge). Seguono poi le sezioni
dedicate agli aspetti più propriamente umani e familiari
con la descrizione della vita di corte e infine quella dedicata
alla morte del faraone. Il periodo preso in esame dalla mostra è
soprattutto quello del Nuovo Impero, che inizia verso il 1580 a.c.,
epoca di massima potenza militare e di massimo splendore artistico
e culturale.
Accanto alle statue di respiro monumentale, infatti, vi sono molte
sculture di raffinata fattura , come la bellissima "Testa Di
Nefertiti", che sorprende per l'elegante fluire delle linee
di contorno.
Il virtuosismo degli artisti del tempo è testimoniato anche
dall'uso di svariati materiali: basalto, granito, alabastro, calcare
per le sculture; oro, argento (considerato più prezioso del
primo perché proveniente da terre lontane) e pietre dure
per gioielli e manufatti.
Non poteva mancare una sezione dedicata alle spose dei faraoni .
Spicca tra queste Hatshepsut, che dopo aver allontanato il nipote
Thot- Mosis III, regnò per ventidue anni portando la barba
e vestendosi con abiti maschili, come si può vedere dalle
varie effigi androgine che la ritraggono e che influenzeranno anche
successivamente il modo rappresentare le sovrane d'Egitto.
È possibile preacquistare i biglietti della mostra al sito
internet www.palazzograssi.it
e presso gli sportelli della Banca Nazionale Del Lavoro.
|