La
sorte si era accanita contro di lui, ma noi abbiamo avuto la fortuna
di poter godere della sua esistenza
L'addio
a Bertoli, il cantautore scomodo
Le
sue canzoni: un concentrato di valori trasmessi sotto forma di poesia
di
Giuseppe Campodonico
Roma.
A sessant'anni, dopo una lunga battaglia contro una terribile malattia
e dopo una lunga carriera costellata di grandi successi discografici,
Pierangelo Bertoli ci ha lasciati. Ha lasciato un vuoto dietro di
sé, non solo a livello artistico ma soprattutto a livello
umano e sociale. Per anni Bertoli è stato la rivincita di
tutti i portatori di handicap, un mondo troppe volte dimenticato
da una società sempre più impegnata in corse senza
limiti e che tende con troppa facilità a dimenticarsi di
chi soffre, di chi non è come lei.
Quando nel 1991 salì sul palco affiancato da un gruppo emergente
e sconosciuto ai più, i Tazenda, con una canzone trascinante
e piena di contenuti come Spunta la luna dal monte spiazzò
tutti, critica compresa, che comunque lo riempì di elogi.
Con il suo carisma riuscì a riempire un palco troppo spesso
calcato da artisti (o presunti tali) che si dimenano pur di farsi
notare; la melodia della canzone e l'arrangiamento in crescendo
coinvolse i paganti e i telespettatori; ancora oggi qualcuno per
strada fischietta quel motivo. Risultato? Arrivò quarto.
L'anno dopo volle riprovarci da solo: presentò Italia d'oro,
canzone di denuncia (erano i tempi in cui Tangentopoli era appena
nata), che però riuscì a bissare solo il piazzamento.
Non fu così per il risultato della canzone.
Chi lo ha conosciuto lo ha descritto come persona eccezionale. Ligabue
fu ascoltato da lui verso la fine degli anni 80, quando ancora doveva
farsi conoscere con Balliamo sul mondo o Libera nos a malo. Altri
interpreti cantarono con lui. Tra questi il nostro ricordo va al
duetto con Fiorella Mannoia: insieme cantarono Pescatore; se qualcuno
avesse tra i suoi dischi questo, lo riascolti, non se ne pentirà.
Inutile citare tutti i suoi successi e le sue battaglie; vorrei
che si riflettesse sulla grandezza di una persona che non ha voluto
arrendersi alla sfortuna.
Grazie Pierangelo, grazie per essere stato in mezzo a noi e speriamo
che dovunque tu sia, possa essere ancora un simbolo per tutti coloro
che soffrono.
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