La
realtà ricreata di Miguel Barcelò
A Roma la suggestiva mostra dell'artista spagnolo
di
Raffaella Rinaldi
Roma.
La Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma, ospita dal 16 settembre
al 12 gennaio 2003, una personale di Miguel Barcelò, artista
spagnolo, nato a Maiorca nel 1957.
Attraverso sessanta opere il visitatore viene introdotto nell'ambiente
dell'atelier, spazio percettivo, dove la realtà si dissolve
per essere ricreata dall'artista.
Nelle opere di Barcelò la materia prende il sopravvento e
acquista una vita propria, prevale sulla tela che viene così
interamente modulata da leggeri rilievi ritmici, come nel dipinto
"Anguille", dove si riesce a percepire il movimento fluttuante
suggerito dal titolo.
L'atelier diventa un "mondo altro", uno strano zoo popolato
da animali familiari (maiali, scimmie, tori), ma allo stesso tempo
reinventati in chiave allusiva, misterica, introspettiva.
Persino un soggetto classico dell'iconografia spagnola come una
"Cuadrilla", si trasforma in un coloratissimo vortice
che investe protagonisti e spettatori della Plaza de Toros .
L'atelier può essere itinerante e rubare i colori e le suggestioni
del deserto Africano o la sapienza artigianale dei ceramisti di
Vietri, dove l'artista ha realizzato i fluidi e ironici vasi esposti
nella mostra.
Infine l'atelier può essere una finestra su un paesaggio
dell'anima come nel quadro più recente in esposizione "Mer
du Nord", in cui concrezioni di pittura più eleganti
e discrete (ottenute rovesciando la tela) ci cullano trasportandoci
in una dimensione dove la realtà circostante è priva
di senso e a muoversi è solo la mente.
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