A
Civitavecchia il concerto dell'eclettico artista partenopeo
Massimo Ranieri, la magìa
dei sentimenti puliti
di Rossella Bacchiocchi
Civitavecchia
(RM). Il Teatro Traiano si illumina come un tempo. Atmosfera
e momenti molto intimi hanno caratterizzato il concerto spettacolo
di Massimo Ranieri. L’impressione è stata quella di un artista
in forma smagliante che ha saputo unire insieme momenti teatrali
e musica in una miscela assolutamente originale e perfetta. All’insegna
del tutto esaurito già da una settimana prima, il Teatro
Traiano reagisce positivamente a tutti gli stimoli che gli vengono
dati dal palcoscenico. Un dialogo amichevole e scherzoso si instaura
subito tra Massimo Ranieri e il pubblico. Sembra di assistere ad
una rimpatriata di vecchi amici che non si vedono da tempo e che
hanno voglia di comunicarsi emozioni, sentimenti ed esperienze di
vita. "In un certo senso Civitavecchia e il Teatro Traiano
mi hanno tenuto a battesimo 7 mesi fa con lo spettacolo Pulcinella
e la voglia di tornare era tanta"
Lo
spettacolo si snoda in due tempi che raccontano attraverso monologhi
e canzoni la vita di Ranieri.
Il
tema dominante è l’amore attraverso tutte le sue sfaccettature.
"Vent’anni"
rievoca gli esordi "Quando ho cominciato avevo 13 anni e
mi proposero 15 date in America per l’equivalente di 920.000 lire
che a quel tempo erano tre anni di stipendio di mio padre e una
volta tornato a casa mia madre prese questi soldi e comprò
dei mobili per far sposare mia sorella che altrimenti avrebbe dovuto
aspettare parecchio tempo per farlo".
"Rose
Rosse" conduce Massimo verso il primo amore "Il ricordo
va ad Elena e a Maria De Filippi e all’incontro che c’è stato
tra noi in trasmissione (C’è Posta per te). Rivederci cambiati,
invecchiati non ha smorzato la voglia di raccontarci la nostra storia
e così nel camerino, senza telecamere davanti ad una sigaretta
e ad un caffè ci siamo raccontati quello che provavamo quando
adolescenti ci vedevamo la sera e io l’accompagnavo a prendere la
funivia ogni giorno dopo il lavoro". Emozionante l’interpretazione
di "Erba di casa mia", a cui fa seguito un coro del pubblico veramente
toccante.
"Spesso
le canzoni ci aiutano a dire quello che non riusciamo a comunicare
con le parole" e così, ricordando la stesura di
"Perdere l’amore", Massimo Ranieri ricorda anche di una storia finita
con il semplice ascolto della canzone "Decisi di farla sentire
per la prima volta alla mia fidanzata del tempo e lei subito dopo
scoppiò in un pianto scrosciante … non la rividi più
e non ci furono nemmeno delle spiegazioni"
Si
conclude così la prima parte e noi spettatori ringraziamo
perché tante emozioni così, concentrate in soli 45
minuti di un tempo proprio non ce le aspettavamo.
La
seconda parte è quella che permette a Massimo Ranieri di
spaziare più ampiamente attraverso le sue doti teatrali e
canore. La napoletaneità del cantante esce fuori in tutta
la sua forza attraverso l’interpretazione di un repertorio partenopeo
che ci trasmette delle sensazioni e dei sentimenti che in alcuni
di noi sembrano sopiti da tempo. "Reginella", "Maruzzella", "O’
Surdato ‘Nnamurato", "Caravan Petrol". Un tributo alla canzone napoletana
e a Renato Carosone. Una magia interminabile, sapientemente unita
ad espressioni teatrali, musicali e cabarettistiche. Una magia interminabile
che coinvolge il Teatro Traiano in una commovente ovazione finale.
A
noi non resta che ringraziare Pino Quartullo per quello che sta
facendo per l’aspetto culturale di Civitavecchia, per quello che
ha saputo metter su da circa due anni a questa parte e rabbrividire
per il venticello gelido che ci aspetta all’uscita del teatro, ma
probabilmente lo avvertiamo solo perché per due ore qualcuno
ci ha saputi scaldare come mai prima d’ora!
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