Apre a Milano il jazz club "Blue Note"
di Roberto
Bonin
Milano. Il Blue Note, lo storico
jazz club di New York, ha scelto l’Italia e Milano per aprire
la sua prima sede europea: il 19 marzo, con una serata ad inviti,
s’inaugurerà il Blue Note italiano in via Borsieri,
37 (nel cuore dell'Isola, lo storico e popolare quartiere milanese
che sempre più si va caratterizzando per la vivacità
delle nuove iniziative e per la sua bella atmosfera). Dal giorno
dopo il jazz club sarà aperto al pubblico e per una settimana
(fino al 24 marzo) il palco del Blue Note vedrà protagonista
il grande jazzista Chick Corea accompagnato dalla sua band.
Ogni sera, come vuole la tradizione del Blue Note, si terranno due
spettacoli, con inizio alle 21.00 e alle 23.30.
Il Blue Note è il tempio della musica jazz internazionale.
Da quasi un quarto di secolo, il leggendario club del Greenwhich
Village di New York ospita i più grandi interpreti contemporanei.
Fondato e tuttora gestito dalla famiglia Bensusan, il club si è
man mano internazionalizzato, con i locali di Las Vegas, Tokyo,
Osaka, Fukuoka e Nagoya.
L'idea del Blue Note Milano viene a Paolo Colucci, 43 anni, avvocato
d'affari, quando vive e lavora a New York a metà degli anni
ottanta. Complice la magia dell'atmosfera del jazz club e le emozioni
di quegli straordinari musicisti, nasce un sogno da mettere nel
cassetto: dare vita, prima o poi, ad un club come il Blue Note.
Quasi venti anni dopo il sogno di Paolo si avvera. Il primo passo
è quello di assicurarsi la partecipazione, in qualità
di responsabile operativo del progetto e del locale, di Antonio
Zeni, l'amico di sempre che viene dal mondo della musica. Chiamato
a raccolta un gruppo di amici di lunga data, il progetto prende
corpo e si realizza con l'apporto di tanti che ugualmente vi si
appassionano. A cominciare dai Bensusan e dal loro team di New York,
che condividono da subito il concetto che Milano è una grande
piazza, una città viva ed internazionale, che in termini
di intrattenimento e capacità di fare cultura e spettacolo
può e deve avere un'offerta al livello delle grandi città
europee.
Il progetto, curato dall'arch. Anna Falletti, ha comportato la demolizione
del fabbricato preesistente e la ricostruzione integrale del locale,
concepito fin dall'inizio in funzione della centralità della
musica e del comfort di spettatori ed artisti. La capienza è
di circa 300 posti, in larga parte a sedere.
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