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Grandi e piccole letture, per rilassarsi ed imparare sotto il sole
SOTTO UN OMBRELLONE ‘ALTERNATIVO
Romanzi, saggi e manuali per trascorrere un’estate alternativa,
pensando al corpo e alla mente

di Valeria Arnaldi

OmbrelloneTempo di vacanza e di viaggi, tempo di svago e distrazione. Fioriscono sulle pagine delle diverse testate – le stesse che d’inverno si fanno militanti di una cultura seria, moderna, meditata ed internazionale – i consigli per letture ‘da ombrellone’. Noi non siamo da meno ed eccoci qua con una bella lista di libri, ma una differenza c’è. Chi ha detto che l’estate deve essere fatta per letture senza ricaduta alcuna su orizzonte, anima e pensiero? Perché dovremmo leggere – senza nulla togliere alla dignità di nessuno – soltanto romanzi (d’amore, noir o gialli) o libri-cabaret o anche libri-spazzatura? Perché non riposare il corpo sdraiati sul lettino, coltivando lo spirito con un saggio o un libro la cui lettura provochi qualche effetto nel nostro quotidiano?
Per i cultori dell’’ombrellone alternativo’, diamo qualche suggerimento.

ROMANZI
Cominciamo con il genere che proprio poc’anzi sembravamo denigrare tanto. D’altronde non possiamo dare un taglio netto alla tradizione, no? però possiamo scegliere romanzi con la ‘R’. E quindi: "Il corpo" di Hanif Kureishi (Bompiani Editore), già considerato scrittore culto delle nuove generazioni. Surreale, violento e poetico nello stesso momento, nella stessa parola perfino. Kureishi è un vero e proprio regista di storie, che racconta per immagini piccole quotidianità stravolte e distorte da grandi visioni o da lampi di genialità. ‘Il corpo’ di Kureishi è un’antologia di racconti, di cui il più interessante da il titolo alla raccolta. Una storia che parla di sensi ai sensi, cercando di coinvolgere il lettore al di là del semplice intelletto, chiamandolo in causa nelle sue passioni più segrete. È il racconto di un patto con il diavolo per l’eterna giovinezza – niente di nuovo sembrerebbe – ma la novità è nel ribaltamento dei desideri. La nuova prospettiva di vita non viene utilizzata per migliorare quanto fino ad allora vissuto, tutt’altro, viene scientemente ‘sprecata’ in maniera lucida e razionale. Premeditata. Un omicidio dell’Io in piena regola e non un suicidio badate, perché qui le sensazioni prendono campo e soffocano la lucidità dell’individuo. Memore di un passato in cui è stato famoso, ammirato, brillante e ricercato, il protagonista vuole ora una gioventù libera dalla responsabilità. Sceglie un corpo non corpo e nega sia il proprio passato che quello dell’uomo che lo ospita temporaneamente, facendosi in realtà schiavo di entrambi. Una ricerca sfrenata del desiderio, della perdita di coscienza dovuta allo straniamento da piacere. Vuole possedere. Non oggetti, ma persone, momenti, sensazioni. Un omaggio alla massima forma di libertà: quella di non essere nessuno.
Visionario anche Leonard Cohen in ‘Beautiful Losers’ (Fandango Libri), in cui Cohen, riconosciuto insieme a Bob Dylan come uno dei grandi della musica del Novecento, lascia libero spazio alla fantasia, scegliendo anche qui la strada della distorsione del sé e dell’allucinazione visionaria. Ma stavolta di quelle visioni diventa oggetto e non soggetto. Lui parla di sé, uscendo da sé stesso, nel tentativo di costruire un ulteriore Io, che forse summa degli altri due, o forse invece in totale contrasto con la loro struttura, riesca a rappresentarlo al meglio, offrendogli una nuova ‘casa’ ed un nuovo destino. Un destino che sia da eroe, dove per eroe si intende chi riesce a pensare in maniera ‘autonoma’ in ogni situazione, colui che ricerca la verità e con sprezzo del pericolo la affronta, solo per farla vedere agli altri, solo per incontrarla faccia a faccia. Il Cohen personaggio è un debole, che si fa schiacciare dalla personalità di un profetico quanto folle amico, che si nutre di parole e sembra quasi essere una perversione del Mercuzio Shakesperiano, contaminato con un satirico disprezzo del sociale. Perversione che si attua esclusivamente in chiave sessuale. È infatti il rapporto uomo-donna analizzato nel momento dell’incontro e del contatto, ad essere oggetto del racconto. Cohen cerca l’emozione e la descrive, illustrandola con la musica, ma anche con il testo. E per emozionare il ‘suo’ pubblico, sceglie la via della trasgressione, chiamando libertà il diritto di ogni uomo a scandalizzare il prossimo, solo per fargli riconoscere l’esistenza di un ‘Tu’.
Il ritorno ad una letteratura ‘maledetta’, che mette su carta i tradizionali pudori dell’uomo e della donna, per poi sviscerarli al momento della rilettura.
Ancora Leonard Cohen, ma stavolta edito da Stampa Alternativa per "I simulacri della Bellezza. Poesie e canzoni", una raccolta di testi scritti dall’eclettico artista, che fu romanziere, poeta e musicista. Visionario, perennemente in bilico tra l’ansia di vita ed il desiderio di morte, Cohen vive la Vita attraverso l’emozione erotica e sensuale, facendo di questa un canale espressivo, ma anche un amplificatore dell’anima. Il coropo diventa parola e viceversa, rivolgendosi al lettore attraverso i sensi, chiedendo ed anzi pretendendo o estorcendo addirittura un’attenzione totale, fatta di coinvolgimento ed interesse, un’attenzione fisica, che metta tutti i recettori allo scoperto per poi mettere in discussione anche lo spirito.
Da metro – come lui stesso definisce un libro che raccoglie racconti tanto brevi da poterli leggere tra una fermata e l’altra – il volume "La città che non dorme mai" di Gino Clemente (Accademia degli incolti). Spazio metropolitano perennemente vigile, pronto ad osservare ed a sorprendere. I personaggi di Clemente nascono dai suoi viaggi e dalle sue esperienze, sono figli dell’ansia zingara che spinge l’autore da un paese all’altro alla ricerca di un indefinito ‘qualcosa’ che si trasforma in ‘storia’. Regista e sceneggiatore, il suo è uno stile ‘di impatto’, che parla per immagini. Dinamico, energico, gioca con la parola, senza vezzeggiarla come fanno invece molti altri scrittori, ma schiaffeggiandola per colpire, con essa, la realtà. Sono storie tratte dal quotidiano, a volte dure, che scoprono bellezza e poesia in angoli o forse spigoli di mondo insospettabili.

GLOBALIZZAZIONE
Dal romanzo passiamo al saggio. Epoca di Globalizzazione e Glocalizzazione, in cui nessuno sa più cosa pensare e cosa essere. Molti i volumi che hanno la pretesa di spiegarci dove siamo e dove stiamo andando. Troppi per potersi muovere tra di loro in serenità e con la certezza che valgano quello che promettono. Parlare di global significa capire cosa sono la società multiculturale e quella interculturale verso la quale ci stiamo muovendo.
"Aprire la filosofia all’Intercultura" di Martin Nkafu (EMI – Editrice Missisonaria Italiana) è uno dei quaderni dell’interculturalità editi dall’EMI appunto, che da anni si impegna nella promozione di un’educazione interculturale. Questo volume nasce con l’intento di dimostrare e ribadire il valore della diversità, affermando che oltre all’Atene classica che sembra aver dato i natali al mondo occidentale, esistono altre piazze di cultura e pensiero. Altri fori. Così, passeggiamo nel tempo e nello spazio tra la filosofia indù, quella sudamericana, l’africana ed infine quella dei popoli dell’Oceania, includendo negli ‘emarginati’ anche il punto di vista femminile, che per quanto scarsamente considerato soprattutto in città patriarcali, è riuscito a svilupparsi facendo sentire una voce parallela, meno forte forse ma più sensibile e fedele alla realtà. Aprire la filosofia all’intercultura significa compiere il primo stadio per entrare nel mondo della filosofia, che è innanzi tutto apertura di sé stesso al mondo e agli altri. Filosofia come arte dell’ascolto e dell’incontro. Questo lo ha ben capito, Nkafu che ‘passeggia’ tra le culture più remote, con la serena curiosità di chi vuole capire. E in questa sua ricerca, nella quale è coadiuvato da molti esperti, guida con sé i lettori, utilizzando un linguaggio chiaro, diretto, di facile comprensione. E soprattutto, lascia che ognuno si faccia un proprio pensiero e segua la propria inclinazione, offrendo ‘solo’ spunti di conversazione e studio.
Ancora Globalizzazione negli scenari della "Guida del mondo. Il mondo visto dal Sud 2003/2004" (EMI). Un vero e proprio manuale da consultare per conoscere storia, società, politica e ambiente di ogni paese, a partire dai primi insediamenti umani. Di ogni paese, il volume presenta una breve scheda che unisce ai dati tecnici lo sguardo ispirato del volenteroso viaggiatore. Seguono poi la ‘Sinossi’, in cui si parla di Ambiente, Società e Stato. Un Atlante – se così possiamo definirlo – importante davvero, per insegnare l’amore dell’Altro ed il rispetto nonché la solidarietà per le avventure altrui. Di facile consultazione, il libro si pare con una serie di schede tematiche, che sono sopranazionali a livello di oggetto di interesse, ma che poi vengono adattate ai diversi paesi che verranno presentati nelle pagine successive. Dall’universale al particolare, quindi.
Realizzata in Uruguay dall’Institut del Tercer Mundo, ogni anno la Guida si arricchisce di nuovi articoli su tematiche globali, statistiche ed aggiornamenti su oltre 240 paesi. A ciò si aggiunge la presentazione di indicatori attraverso cui è possibile vedere il mondo ‘in cifre’.
Di consultazione anche "L’ambientalista scettico" di Bjorn Lomborg, (Saggi Mondadori).
Ex membro di GreenPeace, Lomborg in questo volume cerca di stabilire se effettivamente la situazione ambientale mondiale è così pericolosa come spesso viene dipinta dagli stessi ricercatori. Come recita il sottotitolo del volume "Non è vero che la Terra è in pericolo", Lomborg non è assolutamente d’accordo con la tesi della catastrofe imminente ed anzi ritiene che il vero pericolo risieda proprio in questi allarmismi. Se riuscissimo ad avere una piena – e vera – coscienza – dello scenario in cui ci muoviamo, molto probabilmente sarebbe anche più facile porre rimedio ai problemi con cui combattiamo da tempo – magari senza l’impegno sufficiente o in maniera errata. D’altronde, se è errata la diagnosi, non può che esserlo anche la cura.. ma allora questi ‘A lupo, a lupo’ da dove nascono e cosa nascondono? Attualmente docente di Statistica, l’autore risponde con i dati. E pone mano ai numeri per dimostrare che la situazione non è affatto tragica ma anzi in netto miglioramento. La scarsità delle risorse non è una minaccia che grava sul domani, perché le risorse saranno sufficienti ancora per molti secoli e la tecnologia sembra destinata a trovare sempre valide alternative ad eventuali problemi che possano sorgere. L’inquinamento urbano si è drasticamente ridotto rispetto al passato e i pesticidi non sono poi così pericolosi per la salute dell’uomo.. Sembra un mondo volteraino. ‘Il migliore dei mondi possibili’ di candidiana memoria. Ma forse è solo che la peggior malattia del nostro secolo è il catastrofismo. Un’analisi semplice e chiara è il primo presupposto per poter stabilire le priorità di intervento, senza combattere – e disperdere energie – contro nemici immaginari.

PSICOLOGIA
Ancora saggi, che stavolta però riguardano la posologia, una psicologia ‘divulgativa che sceglie la semplicità di esposizione per raggiungere il grande pubblico.
"Fare male, farsi male" a cura di Elena Rosci (Franco Angeli) offre una panoramica sulla vita di adolescenti che – come recita il sottotitolo – "aggrediscono il mondo e se stessi". Nel desiderio di sfuggire l’altro, contestando l’autorità che sia familiare o scolastica, spesso l’adolescente nasconde – o tenta di farlo – la non accettazione di un sé ancora in ‘indecisa’ evoluzione. Di fronte all’infinita gamma di futuri possibili scenari, l giovane percepisce l’assoluta carenza di potenzialità che restano tali senza tradursi in atto. E se da adulti, in quell’infinito’ riposa la vaghezza della nostalgia, da giovani la mancata decisione e determinazione di un percorso genera uno smarrimento con cui non sempre è facile convivere. Fragili, indecisi, spaventati ma con la voglia però di sentirsi e sembrare degli eroi, uomini e donne già fatti e pronti per la Vita, gli adolescenti si scontrano con i limiti di prospettive che in realtà sembrano solo sogni, fantasie e non tollerano il peso della vergogna di quel ‘vorrei ma – per ora – ancora non posso’. È la vergogna la peggior nemica della gioventù. Quella che si fa fatica ad affrontare nello specchio, negli sguardi dei compagni, quella che ci fa prendere a schiaffi dalla coscienza di noi stessi. Anche se, spesso, a quell’età, si tratta di una coscienza alterata dall’ansia di raggiungere l’eterno abisso della perfezione.
Sempre edito dalla Franco Angeli ma decisamente più ‘tecnico’ "La riabilitazione neuropsicologica in età evolutiva" a cura di Maria Rosa Pizzamiglio, psicologa presso il Servizio di Neuropsicologia dell’Università deglI Studi ‘La Sapienza’ di Roma. L’analisi stavolta si concentra sul bambino, nel tentativo di far emergere la sofferenza reale del soggetto in relazione con se stesso e con l’ambiente che lo circonda. Lo studio dei processi cognitivi consente a psicologi e studiosi di relazionarsi con il bambino utilizzando gli strumenti più adatti per ogni singolo caso, coordinando anche gli incontri del bambino con la famiglia e la scuola, ambiti nei quali il bambino si forma. Dal ritardo mentale alle sindromi genetiche più gravi per arrivare al trattamento delle patologie: questo il percorso del libro che vuole essere esso stesso un valido strumento di analisi e soprattutto di incontro con l’Altro e di reciproca comprensione.

SOCIOLOGIA
Dalla psicologia alla sociologia, per passare dallo studio delle patologie del singolo a quelle della collettività. Un grande classico di Roger Callois "La vertigine della Guerra" è edito da Città Aperta. Poeta e sociologo, nel corso dei suoi studi, Callois si è più volte soffermato sul concetto di ‘Vertigine’. Basti pensare alla sua teoria dei giochi, secondo cui tutta la vita può essere compresa attraverso lo studio e la metafora del gioco. Anche la vertigine nasce come gioco. È la disperata quanto ossessiva ricerca della dispersione del Sé, che va dalla momentanea perdita di coscienza alla persecuzione distruttiva del proprio Io. È Vertigine quella del cane che rimorde la coda, vertigine il gioco dei bambini che girano veloci tenendosi per mano. Ma è vertigine anche la guerra perché tutte queste attività aprono ai piedi dell’uomo un abisso in cui le passioni prendono il sopravvento sulla razionalità. La guerra è fede. Fede nel mostruoso, nel terrore, nel dolore, ma fede che ha un che di sacro. La guerra è, per certi versi, vocazione. Callois studia la guerra moderna, ne ipotizza una metafisica e, soprattutto, da poeta, studia i suoi padri ed i suoi profeti. Una volta accettata l’epifania della guerra, il mondo intero deve il suo movimento al motore di quella passione estrema e allora la politica si asserve e così l’economia, la cultura, la società tutta e perfino la filosofia, conquistando sempre nuovi adepti per il culto dell’Orrore.

IMMAGINE
Infine, due ultimi titoli.
‘Archeologia della pubblicità’. Si parla tanto di società dell’immagine. Sono anni, decenni ormai che sociologi e studiosi affermano che la nostra società vive e progredisce attraverso gli occhi. Ed è con lo sguardo che esperisce la vita. Inoltre negli ultimi anni, la pubblicità, avvalendosi anche dell’opera di celebri registi, è diventata una vera e propria forma d’arte. Di quella forma d’arte, Daniele Pitteri e Paolo Papakristo ripercorrono l’evoluzione, prendendo le mosse dalle prime immagini promozionali, in un percorso che di anno in anno, ci porta fino ad oggi. Suggestioni e fascinazioni che agiscono a livello direttamente emotivo ed istintuale sono i pilastri su cui si fonda la rete pubblicitaria, a sua volta primo sostegno della società dell’informazione. Su media, giornali, televisioni ed Internet, le ‘reclam’ occupano il 50% dello spazio complessivo. Il volume edito dalla Liguori spiega perché la pubblicità è diventata il cuore dell’immaginario contemporaneo, ripercorrendo i suoi legami con arte, tecnologia e psicologia.
Sempre edito dalla Liguori, "Il dialogo dell’Esotico", di Diego Saglia, che analizza la moda dell’orientalismo nel Romanticismo Inglese. Un libro che potrebbe sembrare ‘di nicchia’, ma che diventa quanto mnai attuale oggi, in un momento storico, in cui la moda parla decisamente giapponese, a tutti i livelli ed in diversi paesi. C’è da un lato la potenza economica che ha spostato l’orientamento dei mercati, ma c’è sicuramente qualcosa di più forte che attira l’Occidente verso l’Oriente. Si tratta di quell’immagine favolistica e leggendaria, che fa dell’Oriente la patria della meditazione,del c ulto del sé, di una filosofia che rispetta i tempi dell’uomo. Ferma restando la differenza – ben nota – tra la vita com’è vissuta e come è percepita dall’esterno.
L’Oriente che conquista gli Inglesi è un Oriente già anglicizzato. Su alcune suggestioni, derivate da viaggi e memorie, infatti, gli inglesi hanno ‘lavorato’ di fantasia e sensibilità, creando un luogo non luogo, in cui le loro fantasie ed i sogni in generale trovavano casa. Un luogo di seduzione, un nido ed una provocazione continua. Un luogo affascinante ed accattivante che ampliava il loro orizzonte e li liberava dal quotidiano.

 

 

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