"LA TRIBÙ" |
"Valeria Arnaldi ci ha dato un documento umano
ammirevole e ha prodotto un testo letterario di grande immediatezza
e efficacia. Una lezione di generosità, di solidarietà,
di vita."
Boris Biancheri
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Tribù
che significa un gruppo di persone accomunate dagli stessi valori.
Tribù che significa la sicurezza di un cammino comune.
Tribù che significa anche l'illusione di un'appartenenza.
Tre significati diversi e due storie che si intrecciano - è
questo il segreto del romanzo "La Tribù" di Valeria
Arnaldi, (prefazione di Boris Biancheri). Una storia vera elaborata
con fantasia, scritta per ricordare, per trasmettere, per condividere
una sofferenza e ciò che questa ha insegnato. Uno spunto
di riflessione per andare alla ricerca di un'umanità più
"naturale" e coraggiosa. Di anoressia, negli ultimi anni,
si è scritto e parlato molto, quasi sempre puntando l'attenzione
sulla malattia. "La Tribù" nasce con l'intento
di puntare l'attenzione sul gruppo in cui il malato è inserito,
per vedere come familiari, amici, conoscenti e via dicendo reagiscono
di fronte ad un avvenimento tanto drammatico. E come queste stesse
reazioni vengono vissute da chi le ha suscitate.
TRAMA
Ad uno spunto surreale, al limite del fantascientifico, in cui due
scienziati tentano di ricreare in vitro un'elementare forma di società
di cellule, fa seguito la narrazione della vita quotidiana di un
gruppo di adolescenti. Tribù entrambi, fuori e sotto il vetro.
Non un tradizionale schema di narrazioni parallele, ma una trama
articolata che fa incontrare e confrontare personaggi e realtà
molto diversi tra di loro. Intento dell'esperimento scientifico
è quello di scoprire le dinamiche interne ad una comunità.
Per comprenderle, gli scienziati non si limitano all'osservazione
ma interagiscono con il 'vetrino' determinando variabili e, in taluni
casi, destino dei loro oggetti di studio. Quelle stesse dinamiche
sembrano invece essere facilmente codificate dal gruppo di amici
adolescenti. Gli amici sono amici e lo sono per sempre; gli amici
sono la famiglia che hai scelto, ti comprendono, sostengono e difendono
perfino, lottando per le tue battaglie e credendo nei tuoi sogni:
è questo il credo della giovane 'Tribù'. Ma fino a
quando? Non è solo l'età a cambiare le cose e modificare
i punti di vista, non basta il tempo per minare le certezze, più
spesso sono elementi esterni che incidono sul nostro quotidiano,
in maniera più o meno visibile. Questo gli scienziati lo
sanno bene - è uno dei loro strumenti di lavoro - lo ignorano
invece i ragazzi, fino a quando non devono farci i conti. I due
mondi sono un'unica realtà. Gli adolescenti altro non sono
che le cellule sotto analisi, poco di più di calcoli matematici
per i loro inventori. Quando però l'esperimento richiede
l'introduzione di una variabile forte come quella della morte, le
cose cambiano. La malattia fuori dal vetro è un virus da
iniettare, ma dentro, tra i ragazzi, è la sofferenza di un'amica,
che colpita da una depressione che sfocia in anoressia, si consuma
ogni giorno di più, davanti agli occhi dei suoi coetanei
che non capiscono, che hanno paura e che, in un certo senso, non
le perdonano quello che sentono come un tradimento verso la loro
bellezza, la loro gioventù e l'illusione di eternità,
caratteristica dell'adolescenza. Il gruppo allenta i legami ed emargina
il malato come se fosse già morto. Il microcosmo di sicurezze
infantili che l'adolescente ci aveva fatto immaginare ed amare nelle
prime pagine del libro finisce per mostrare la crudeltà innocente
di un'età che scappa di fronte a ciò che la spaventa.
Cosa succederebbe però se la ragazza si salvasse in extremis?
Che rapporti nascerebbero tra i membri del gruppo? È possibile
dimenticare un abbandono o la ferita resta insanabile?
La risposta a queste domande si trova nella fusione tra i due mondi,
in cui dalla crisi dei due sistemi, nasce un terzo e diverso equilibrio.
La scrittura è scorrevole, veloce, emozionata.
Il linguaggio si modula sui diversi mondi che racconta: tecnico
per gli scienziati ed invece fatto di battute e di frasi gergali
per i ragazzi. Una storia che corre per immagini e sensazioni, facendo
diventare il lettore un altro personaggio del romanzo, un'ulteriore
ipotesi di mondo.
BIOGRAFIA
Valeria
Arnaldi, giornalista, pur essendo molto giovane non è alla
sua prima prova letteraria.
Tra gli altri, ha pubblicato: "La formazione interna al Terzo
Settore" in AA.VV., "30 anni per una storia di pace",
edito dalla Focsiv, 2002; "Mio padre è un post it giallo",
romanzo, Narrativa Salani, distribuzione Casa Editrice Felice Le
Monnier, 2002; "Del Falco e del Gabbiano", poesie, Antonio
Stango Editore, 1999; "Sgattaiolando", racconti, Antonio
Stango Editore, 1999
PSICOLOGIA
Ancora saggi, che stavolta però riguardano la posologia,
una psicologia divulgativa che sceglie la semplicità
di esposizione per raggiungere il grande pubblico.
"Fare male, farsi male" a cura di Elena Rosci (Franco
Angeli) offre una panoramica sulla vita di adolescenti che
come recita il sottotitolo "aggrediscono il mondo e
se stessi". Nel desiderio di sfuggire laltro, contestando
lautorità che sia familiare o scolastica, spesso ladolescente
nasconde o tenta di farlo la non accettazione di un
sé ancora in indecisa evoluzione. Di fronte allinfinita
gamma di futuri possibili scenari, l giovane percepisce lassoluta
carenza di potenzialità che restano tali senza tradursi in
atto. E se da adulti, in quellinfinito riposa la vaghezza
della nostalgia, da giovani la mancata decisione e determinazione
di un percorso genera uno smarrimento con cui non sempre è
facile convivere. Fragili, indecisi, spaventati ma con la voglia
però di sentirsi e sembrare degli eroi, uomini e donne già
fatti e pronti per la Vita, gli adolescenti si scontrano con i limiti
di prospettive che in realtà sembrano solo sogni, fantasie
e non tollerano il peso della vergogna di quel vorrei ma
per ora ancora non posso. È la vergogna la peggior
nemica della gioventù. Quella che si fa fatica ad affrontare
nello specchio, negli sguardi dei compagni, quella che ci fa prendere
a schiaffi dalla coscienza di noi stessi. Anche se, spesso, a quelletà,
si tratta di una coscienza alterata dallansia di raggiungere
leterno abisso della perfezione.
Sempre edito dalla Franco Angeli ma decisamente più tecnico
"La riabilitazione neuropsicologica in età evolutiva"
a cura di Maria Rosa Pizzamiglio, psicologa presso il Servizio di
Neuropsicologia dellUniversità deglI Studi La
Sapienza di Roma. Lanalisi stavolta si concentra sul
bambino, nel tentativo di far emergere la sofferenza reale del soggetto
in relazione con se stesso e con lambiente che lo circonda.
Lo studio dei processi cognitivi consente a psicologi e studiosi
di relazionarsi con il bambino utilizzando gli strumenti più
adatti per ogni singolo caso, coordinando anche gli incontri del
bambino con la famiglia e la scuola, ambiti nei quali il bambino
si forma. Dal ritardo mentale alle sindromi genetiche più
gravi per arrivare al trattamento delle patologie: questo il percorso
del libro che vuole essere esso stesso un valido strumento di analisi
e soprattutto di incontro con lAltro e di reciproca comprensione.
Per ulteriori informazioni:
Casa Editrice Libreria Croce
Fabio Croce 06-4746780 ; e-mail: fabiocroce@iol.it
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