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Dove sta zazà?
E’ volata in cielo tra il coro gli Angeli “canterini… la Voce di Roma… Voce d’Italia Gabriella Ferri”

di Maira Nacar

Gabriella Ferri“Un dolore terribile!” (è il commento a caldo del regista Pierfrancesco Pingitore appena appresa la notizia della scomparsa dell’amica degli esordi bui 1965 di una cantina Gabriella Ferri che corrisponde all’anno di nascita della longeva compagnia del Bagaglino, ma quello di Pingitore non è l’unico commento nel mondo dello spettacolo circolato in queste ore). “Aveva sempre questa vena patetica. Sapeva entusiasmare per la sua voce popolare in cui c’era questo senso violento e realistico del cantare” (Pippo Baudo) “Una coltellata! E’ stata una coltellata, un colpo al cuore” (Mister Puffo al secolo Lando Fiorini). “Una donna fortemente sensibile” (Pippo Franco). “Con Gabriella va via un altro pezzo di core dè Roma.” (Enrico Montesano). Chiude il primo cittadino di questa magica città che è Roma - Walter Veltroni “Una delle voci più belle d’Italia.” E’ andata via, in un sabato di attese e speranze pre-pasquali, così senza troppo disturbo e in silenzio, complice un mortale volo Pindarico di 7 metri circa, quelli che distano la finestra di casa e il suolo stradale della dimora Viterbese a Corchiano).

Incidente o Suicidio in stato d’incoscienza? Alla cronaca nera l’ardua risposta, a noi dovere affettivo di ricordarLa come si conviene ad una degna interprete della canzone con la C maiuscola. Gabriella Ferri… voce di Roma certo… e per questo voce d’Italia. Non esiste esclusivismo regionale quando si parla di un talento artistico come quello della Ferri se si pensa che la cantante seppur portabandiera di un genere musicale quello della popolare canzone romanesca grazie alla Televisione è divenuta patrimonio Nazionale della cultura, spaziando brillantemente sia nel genere Napoletano (Donna Rumma, Dove sta Zazà, Ciccio Formaggio, O sole mio, Malafemmena, Io te vurria vasà ne sono esempi validi, che in lingua italiana come originale primadonna dalla comicità prepotente della Tv d’oro anni 70). Gabriella Ferri era nata a Roma nel 1942.

Gabriella FerriDopo un quinquennio di prove tecniche di varietà fatto di canzoni e stornelli romani a pane amore e fantasia, in una cantina buia della capitale in quel di vicolo della Campanella a braccio col suo Pinni Pingitore, il cammeo Tv nel 1972 grazie a Senza Rete, anticipato nel 1964 ne La fiera dei sogni e nel 1971 Questa sera Gabriella Ferri. 1972 è anche l’anno di Adesso Musica. Ma è soltanto nel 1973 che arriva la consacrazione totale per la Ferri grazie al Varietà Dove sta Zazà in cui “Gabriella Core de Roma” (come si legge nell’ultima edizione dell’Enciclopedia della Televisione di Aldo Grasso) “la Ferri ha saputo imporre anche in televisione i moduli del cabaret con la sua impetuosa e scabra espressività” e se lo dice Aldo Grasso! Asciutta, concisa voce del popolo sulla scala di 7 note musicali, Gabriella prosegue il cammino sulla via delle stelle televisive nel 1975 con Mazzabubù e nel 1980 con Giochiamo al varieté. Da quel momento la Ferri non sarà più la stessa. Segue un viaggio-trasferimento di andata e ritorno negli States, per dedicarsi esclusivamente alla musica. 1987 Un altro cammeo canterino la sigla di apertura e di chiusura del varietà Biberon, comunicando ancora una volta brividi d’emozione al pubblico. Da due anni era ritornata a far parlare di sé. Maurizio Costanzo tra i primi ad aiutarla ad uscire dal tunnel dell’anonimato a beneficio delle nuove generazioni che non hanno potuto godere della sua comicità canterina. Seguono varie apparizioni in Tv 3 marzo 2002, Buona Domenica - Canale Cinque in cui la Ferri torna ad emozionarci a tempo di Dove stà Zazà. Segue più o meno nello stesso periodo Il trucco c’è - Retequattro dove “senza trucco e senza inganno” Gabriella si confessa a cuore aperto a Rita Dalla Chiesa e Diego Dalla Palma. 21 gennaio 2004 in collegamento da Piazza S. Maria in Trastevere per La vita in diretta - Rai Uno con la complicità di Gianfranco Agus, ancora una volta Gabriella si concede pillole di goliardia televisiva. Seguono, negli ultimi mesi, altre partecipazioni per il piccolo schermo al Maurizio Costanzo Show dove avrebbe dovuto partecipare martedì 6 aprile per quello che sarebbe stato il suo nuovo debutto artistico tra melodie passate e un inedito mai sentito come racconta l’uomo dalla camicia coi baffi Costanzo dal titolo “Beguine”. Uno degli ultimi ad avere sentito Gabriella Ferri è stato Demo Morselli il baffuto maestro dei programmi di Maurizio Costanzo… poi calato il sipario per sempre. Costanzo nella sua finestra su Gabriella FerriIl Messaggero di Domenica 4 aprile ricorda commosso Gabriella Ferri così: “… Ricordo “Sempre”, ricordo le canzoni romane e ricordo “Pè Lungotevere”. Lunghi tratti della mia vita sono stati attraversati dalla frequentazione di Gabriella quando io abitavo a via dei Giubbonari e lei a Campo dè Fiori, oppure quando io abitavo sempre a via dei Giubbonari e lei a largo dei Librai sopra a un negozietto che faceva dei filetti di baccalà fritti, indimenticabili. Di Gabriella perciò rimarrà l’anima, la voce, il cantare con il cuore. Di Gabriella rimarrà la sua rabbia nel dover affrontare una vita che vedeva spesso ostile, anche se non sempre la vita le era ostile. Di Gabriella rimarrà la sua rabbia nel dover affrontare una vita che vedeva spesso ostile, anche se non sempre la vita le era ostile. Di Gabriella mi rimarranno i racconti sul padre burbero, se non vado errato carrettiere, che però l’ha introdotta nel mondo della canzone romana vera. Le canzoni romane vanno cantate di naso, vanno cantate lentamente. Come le cantava Petrolini, non come le hanno cantate altri, sbagliando. Non credo che Gabriella avrà emuli, penso che rimarrà unica. Ne approfitto per dire a Walter Veltroni, sindaco di Roma: bisognerebbe subito chiamare Campo dè Fiori largo o piazza Gabriella Ferri. Gassman, Sordi, Gaber e adesso Gabriella. Siamo sempre più soli.” Rimanendo in vena di ricordi, anche per chi firma questo pezzo, è difficile esprimere un qualcosa a riguardo della Ferri senza cadere nella inopportuna a tratti inevitabile retorica, ma è il cuore che comanda e la mente che riporta in dietro a quel 1973 … è una domenica d’estate, per un’erronea disdetta rimango chiusa nell’ascensore di casa assieme alla mia adorata mamma, ripiena del ventre di quello che pochi mesi dopo sarà il mio affezionatissimo fratello… attimi di paura pervadono (non tanto me allegra e svolazzante come una libellula anche in quei pochi metri di spazio…) “aiuto siamo chiusi dentro… veniteci ad aprire…” urla la mamma! Quasi un’ora di attesa e finalmente la via di uscita per tutti grazie a due soccorritori, ci riconduce all’aria e al sole caldo di quel pomeriggio estivo. Si salgono le scale (6 piani) fino alla agognata casa dolce casa. Si accende la televisione da ascoltare (un guasto tecnico ha reso lo schermo di un buio pesto… alcune candele si erano fulminate la sera prima) ma una voce in tutto il suo splendore emergeva in quel quadrato anonimo era la voce di G a b r i e l l a F e r r i nel suo “SEMPRE” sigla finale di Dove sta Zazà varietà trasmesso in replica la domenica pomeriggio a gentile richiesta del pubblico. Quella sigla così come tante altre ascoltate negli anni, hanno portato oggi la sottoscritta ad intraprendere l’amata professione giornalistica. Il resto… è storia personale. GRAZIE GABRIELLA!

Gabriella Ferri

 

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