La
“spazzatura” della tv spazzatura diventa un caso
mediatico |
Sorelle
Lecciso: il “nulla” in tv |
L’inspiegabile
fenomeno delle gemelle favorevolmente imparentate segna il
termometro del degrado in cui è precipitata la televisione
(pubblica?) ed il livello subculturale di parte dei suoi telespettatori
che, per la gioia dei burattinai del potere, amano galleggiare
nella loro ignoranza |
di Ambra Mazzia
Christian
Bobin è autore di un testo che mai come in questo caso potrebbe
risultare più calzante: “L’elogio del nulla”.
Perché del nulla stiamo parlando nel momento in cui facciamo
riferimento alle gemelle Lecciso.
Due trentenni, madri di famiglia, con scarse attività alle
spalle nel mondo dello spettacolo. Nessun talento palesemente riconoscibile,
nessuna caratteristica che le renda uniche…ma forse è
proprio questo il segreto. Forse questo fenomeno mediatico affonda
le sue radici proprio nella normalità messa in scena dalle
due sorelle, dal loro dichiarato non saper fare nulla e però,
nonostante questo, dalla loro capacità di sapersi mettere
in gioco e puntare tutto su una alquanto discutibile autoironia.
Tutto ciò sembra infatti piacere agli italiani, non a caso
il contenitore domenicale della Rai e gli innumerevoli programmi
che le hanno avute ospiti hanno fatto il pieno di ascolti.
Nulla di più facile da attuare in una televisione che ormai
fa del trash la sua ragione di vita, nulla di più prevedibile
per i palinsesti di Rai e Mediaset, arrivate addirittura a contendersi
queste macchiette.
Ma dov’è la professionalità? Dove sono lo studio,
l’impegno ed i frutti di anni ed anni di dura gavetta? Possibile
che ci si accontenti di un così povero e mediocre panorama
televisivo costellato di reality e programmi basati unicamente sul
mettersi in mostra? Possibile che non si punti a stimoli ben più
educativi? Come non rendersi conto della gravità di sentirsi
orgogliose del non saper far nulla così come viene sbandierato
dalle gemelle? Come spiegare ai nostri figli per quale motivo questa
tv mette letteralmente il bavaglio ad illustri autori, giornalisti
ed artisti e al contrario si affretta a glorificare il nulla in
persona? Quali valori dovremo loro trasmettere, l’importanza
di applicarsi e studiare per arrivare dove si vuole o l’indifferenza
più totale verso ogni tipo di impegno, visto che bastano
una manicure, un po’ di sana palestra e qualche ritocco dal
chirurgo per diventare le veline del domani?
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E come se questo già di per sé triste
contesto non bastasse, ecco Alessandra Mussolini proporre a gran
voce la candidatura di Loredana Lecciso per il suo partito “Alternativa
Sociale”.
L’onorevole scende infatti nell’arena nazional-popolare
per difendere le due sorelle e condannare la cultura ipocrita, conservatrice
e “bacchettona” perfettamente rappresentata da Al Bano
e, non a caso, da lei giudicata adatta alla mentalità dei
sostenitori e fautori di Alleanza Nazionale. Insomma si finisce
col fare della Lecciso un capro espiatorio, una vittima di uomini
e modelli socio-culturali che la vorrebbero a casa a seguire i figli
che lei stessa ha messo al mondo, anziché “sculettare”
mezza nuda davanti alle telecamere di tutta Italia.
Si ritorna alla purtroppo riduttiva visione per cui una donna dovrebbe
essere chiamata, anzi in questo caso addirittura costretta, a scegliere
tra lavoro e
famiglia Non si tratta qui di abbracciare l’una o l’altra
scelta, anche perché la prima non esclude la seconda, e viceversa.
Al contrario, sarebbe di gran lunga più opportuno interrogarsi
sul come sia possibile che, ancora una volta, abbia avuto la meglio
la confezione sul contenuto e come possa la politica stessa scendere
ad un così basso livello sostanziale per fare di due prezzemoline
degli onorevoli candidati alla guida del Belpaese, ammesso che di
Belpaese si possa ancora parlare.
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