A
spasso nella lunga carriera del poeta e scrittore Gaetano
Camillo |
Le
“Divaganze Romane” di un grande artista |
Il
suo amore per Roma, per il calcio, un percorso professionale
all’insegna del grande spessore qualitativo, fino ad
inoltrarci tra le emozioni suscitate dalla sua ultima fatica
letteraria, che ci giungono dalla romanità radicata
nel suo nobile animo |
di Vincenzo Pasetti
Innamorato di Roma e della romanità, Gaetano
Camillo ne ha sapientemente descritto profumi e sensazioni, saltando
con naturalezza dal sacro al profano. Il suo grande amore per lo
sport ha ispirato molti libri sul calcio ed i messaggi incisi sulle
medaglie della Maratona di Roma.
Nato nel 1932, fin da ragazzo ha coniugato lavoro e passione per
il calcio (nell'ambiente, è noto come Mister Poeta per i
suoi libri Amore e Spicchi di pallone, Spicchi di pallone e Quando
il calcio diventa amore). Con le canzoni dedicate a Roma (Ponte
Mollo, Roma in Saccoccia ed altre, cantate da Lando Fiorini e Gabriella
Ferri) il poeta ha dato il via all'attività letteraria; e,
dopo i primi libri di poesia in romanesco, è passato a quelli
in lingua italiana: tutta "una poetica dedicata all'amore,
alla natura, alla saggezza, con versi esemplari per la purezza della
lingua italiana, che lo hanno reso noto come uno dei più
apprezzati poeti italiani moderni, degno di meritare la candidatura
al “Nobel” per la Letteratura (1995). Tra le sue raccolte
“Un fiore dall’India” (tradotto in inglese, pubblicato
e diffuso in India), “L'Amore è uno zero senza pareti”;
alcuni suoi libri sono stati pubblicati in Romania: “Il Flauto
del Silenzio”, “L'Albero del Saggio”, “L'Amore
sotto l'albero del tiglio” e “Il Pentatlon della vita”,
quest’ultimo con le illustrazioni del maestro scultore Alfiero
Mena. Giova ricordare che vari testi bilingue sono stati adottati
in Romania per l’insegnamento della lingua italiana a livello
scolastico ed universitario. Esiste anche il canto dell’emigrante
(Mia Dolce Italia – musica di Berto Pisano) che è stato
inserito nel testo “The Dream per non dimenticare” edito
nel novembre 2005 dall’Archivio Centrale di Stato. Di questo
artista solare, la critica ha rilevato le assonanze con Tagore,
noto poeta e scrittore indiano (1861-1941) Premio Nobel nel 1913,
i richiami al “Cantico dei Cantici” di Salomone per
il tema dell'amore, al “Cantico delle Creature” di S.
Francesco d'Assisi per il tema della natura, al biblico “Libro
dei Proverbi” per gli aforismi di saggezza. Prestigiosi, i
premi letterari ed i riconoscimenti ottenuti da Camillo in Italia
ed all'estero. Possiamo dire che egli, per la particolarità
della sua esperienza, è uno dei pochi e vari casi letterari
italiani contemporanei. La pubblicazione, neI 1994, del libro “Il
canto della natura gli è valso l'attributo di “poeta
della pace - messaggero della Unipax (Unione Mondiale per la Pace),
Organismo associato all'ONU; perciò non vanno sottaciuti
i messaggi di pace inviati al mondo: “Innamoratevi della pace
come le colombe del cielo”, “Che la pace sia il traguardo
per ogni uomo”, “La volontà e la fede sono le
ali della nostra vita”, tutti incisi sul bordo delle medaglie
ufficiali, prodotte dallo scultore Alfiero Nena, assegnate nelle
Maratone della Città di Roma degli anni 2002, 2003 e 2004.
L'ultima opera di Camillo è “Divaganze Romane”
(Editrice NES - dicembre 2004), con note e commenti di Stefania
Calafiore, critico di indiscussa fama.
Già il titolo della sua ultima fatica ci impone di fermarci
a riflettere ad iniziare dalla copertina. Troppe cose ci richiama
alla mente: dalla sognante spensieratezza della corsa in Vespa del
film “Vacanze Romane”, alle divagazioni, digressioni
inevitabili quando si vuole affrontare un argomento complesso, troppo
vasto, quale è, appunto, il parlare della nostra città.
"Divaganze", da intendersi come il fondersi dei due concetti,
alla fine se vogliamo alquanto simili, di "divagazioni"
e "vacanze". Grazie alle immagini, agli scorci di vita
che la Città Eterna gli offre durante la sua passeggiata,
il poeta svia dal suo percorso fatto di sensazioni fisiche e di
impressioni dirette e vola ad abbracciare i temi universali dell'amore,
della pace e della carità, della bellezza straordinaria e
umile della vita. Divagazioni certo, ma pure vacanze, poiché
l'artista procede seguendo il puro istinto della sua anima, rendendo
onore al sentimento autentico di Roma, troppo immensa, troppo universale
per essere racchiusa entro i confini spazio-temporali definiti da
una semplice passeggiata turistica. E ci viene in mente di suggerire
quest’opera proprio al turista, non certo a quello che viene
a compiere in un fine settimana il suo dovere di ingozzarsi di souvenir-foto-negozi-trattorie-sightseeing
sul pullman scoperto, ma quello che vuole farsi pellegrino, che
vuole fare della sua vacanza un’esperienza di vita, per assorbirne
lo spirito al di là delle nozioni storico-culturali. Nessun
aspetto di Roma e della romanità è stato trascurato
dal poeta: i suoi grandi monumenti, il Giubileo e il suo essere
centro del mondo, della spiritualità cristiana e "calamita"
per genti di mille nazioni diverse, i suoi personaggi illustri (da
Gabriella Ferri “Rugiada de Roma, Goccia de tristezza e d’allegria”
e Lando Fiorini a Trilussa, a Gioacchino Belli e Albertone…
l’Americano, er Vigile, er Dentone…), le sue squadre
di calcio e i tifosi (ma il calcio è un vecchio amore di
Gaetano Camillo), i suoi eventi, tra cui la Maratona di Roma "Canto
de speranza de gente 'lluminata dar sudore...", l'attualità
e il rapporto della città con i palazzi del potere e, soprattutto,
il suo popolo. L'intera opera è un canto alternato tra il
poeta (il solista), e il popolo romano (il coro). Essi danno voce
alle poesie, agli aforismi che fotografano istantanee di vita o
che suonano a volte come moniti, a volte come consigli paterni,
e alle canzoni, perché il popolo, e quello romano per primo,
senza queste non può vivere.
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