I Libri che ho scritto:
Storia
di Oenne e Disegnone
PRESENTAZIONE
"Volgeva
l'anno 533 dopo Cristo. Chiamati da Giustiniano imperatore ad
approntare un testo elementare che desse nelle scuole un'idea
della complessa legislazione dell'antico e immenso Impero, i giuristi
Triboniano e Doroteo, giunti a parlare dei doni nuziali ante nuptias,
spiegano che li chiameranno invece propter nuptias, "consequentia
nomina rebus esse studentes ". "poiché vogliamo
che i nomi siano coerenti alle cose". Concetto non nuovo,
implicito secoli e secoli prima nella raccomandazione di Catone
al buon parlatore ("bada alle cose da dire, e le parole giuste
verranno"), dal quale l'età di mezzo trasse la famosa
sentenza scolastica, ripetuta da Dante, "Nomina sunt consequentia
rerum ".
Se questo è vero, è vero anche il contrario? Intorno
a questo punto interrogativo si svolge ancora oggi una grande
battaglia teorica. Oenne e Disegnone ne avranno sentito il fragore?
Parrebbe di sì. Entrambi paiono convinti che l'interrogativo
sia sensato e, in più, che ammetta risposta positiva. Un
segno, un disegno, un vocabolo, il disegno di una parola sono
coerenti a ciò che esprimono e intervenire su di essi significa
intervenire sulla vita stessa di ciò che essi esprimono.
Qui comincia la loro avventura e in questo orizzonte si svolge.
Ma, vedranno lettrici e lettori, non si conclude.
E
del resto anche in altro senso questa storia semiologica trascende
la semiologia. Nata con una movenza gioocosamente segnica a mano
a mano essa cattura chi legge in una vicenda di passioni reali
e struggenti, che struggono e distruggono cose e loro segni.
Chi
leggerà non dimenticherà facilmente Oenne e Disegnone
e la loro lieve, elegante ricerca di coerenza tra segni, immagini
e cose".
-
Tullio De Mauro -