di Cristiana Mangani
ROMA (24 giugno) - Emanuela Orlandi morta, uccisa dalla Banda della Magliana. La notizia arriva a 25 anni dalla scomparsa, ed è l’ex donna del boss Enrico De Pedis a riferirlo ai magistrati.

Tutto questo mentre la famiglia cerca ancora di capire, di trovare una ragione, e non si rassegna al fatto che la loro ragazza possa non esserci più. Mamma Maria, con i suoi occhi azzurri brillanti, si appella al Papa, chiede che «chi sa, parli». Si rivolge direttamente alla figlia, con «la certezza nel cuore che è ancora viva». Natalina Orlandi, è una delle sorelle della ragazza. È presidente dell’associazione Penelope del Lazio e, in questi giorni, ha voluto ricordare anche Mirella Gregori, scomparsa quaranta giorni prima.

Signora Orlandi, c’è la Banda della Magliana dietro il sequestro di Emanuela?
«Io penso che la nuova testimone non sia del tutto attendibile. Dice delle cose che sono un po’ contrastanti. Credo, però, che la pista internazionale, quella dei Lupi grigi e dell’attentato al Papa, non siano in contrapposizione con la Banda della Magliana. Una non esclude l’altra».

Qualcuno degli esponenti dell’organizzazione criminale potrebbe aver prelevato sua sorella per conto dei Lupi grigi?
«È una ipotesi, perché escluderla? Noi abbiamo ricevuto tante telefonate, tante minacce. Ci sono arrivati messaggi scritti da lei, la sua tessera della scuola di musica. Quello che escludo categoricamente è che Emanuela si sia allontanata volontariamente».

Pensa che queste nuove indagini porteranno a qualcosa?
«Credo che quando ci sono movimenti di questo tipo è sempre positivo, è sempre meglio quando se ne parla, anche se quanto dice questa testimone ha dell’inimmaginabile. Sono cose pazzesche, noi siamo una famiglia normale, che abbiamo a che fare con queste storie?».

Sua madre ha fatto un appello al Pontefice affiché intervenga per aiutare a trovare la verità.
«Mia madre è una donna molto religiosa e crede che potrebbe bastare una preghiera del Papa, una sua parola, per scuotere le coscienze. Si aspetta che un suo intervento possa essere d’aiuto».

Lei che si aspetta?
«Io spero che chi sa decida finalmente di parlare. Qualcuno l’ha portata via, forse l’hanno scelta dopo aver fallito qualche altro tentativo di sequestro».

In questi anni è stato fatto tutto il possibile per trovare Emanuela?
«Io lo spero. È una cosa che voglio credere, ma noi in fondo queste cose non possiamo saperle».

Natalina, pensa che sua sorella sia ancora viva?
«Voglio solo pensare che chi sa, trovi finalmente il coraggio di parlare».

La reazione alle dichiarazioni della nuova testimone mostra un dolore ancora vivo. Mamma Maria ne parla come se Emanuela dovesse tornare da un momento all’altro. Le si rivolge direttamente: «Papà non c'è più, ma ci siamo io e i tuoi fratelli e i loro dieci figli che ti aspettiamo con affetto. Noi ti aspettiamo sempre». Poi ricorda quando qualche giorno prima della scomparsa, una macchina si avvicinò alla ragazza mentre tornava da scuola, scese una persona e la strattonò per un braccio, dicendo: «È questa». «Non era lei che volevano - però aggiunge - Presero Emanuela dopo che fallì il tentativo di sequestro del segretario particolare del Papa».

 

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