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I
“Lincei” compiono quattrocento anni |
L’Accademia
dei Lincei, nata nel 1603 e punta di diamante della ricerca
scientifica italiana, rivive in una mostra documentaria la sua storia
dal 1870 a oggi |
Preziosi
i documenti originali, numerosi i ritratti e le storie di tanti grandi
personaggi (dalla sfera umanistica a quella scientifica), di uomini e
di donne, che hanno contribuito alla formazione sociale e politica e culturale
di quella Italia ‘unitaria’ che, nata con la Breccia di Porta
Pia, è giunta sino ai giorni nostri. Questo il percorso espositivo
che si snoda su oltre 300 metri quadrati nella mostra storico documentaria
“I lincei nell’Italia unita”, organizzata nella sede
dell’Accademia stessa in via della Lungara a Roma.
Nel 1870 l’Accademia era guidata da quel grande uomo di Stato che
fu Quintino Sella e che, per la sua passione scientifica nella geologia
– ne fu anche un vero e proprio animatore. Dopo un altro importante
periodo storico, quello giolittiano, con la ricerca scientifica ben solida
a cavallo fra ‘800 e ‘900, la vicenda dell’Accademia
dopo la prima guerra mondiale piomba nell’era buia del ventennio
fascista, quando Mussolini tentò di annientare il pensiero dei
tanti Lincei che si rivelarono troppo impegnati - culturalmente e politicamente
- contro la dittatura. Costoro si sentivano a quel tempo idealmente guidati
da un grande scienziato ebreo, il matematico Vito Volterra, al quale,
dagli anni ’30 in poi, la dittatura fascista annullò ogni
posizione accademica, sia dentro i Lincei stessi che nell’Università
di Roma (dove Volterra insegnava), anche perché mai si piegò
all’obbligo del giuramento di fedeltà al regime. In quegli
anni il duce tentò pure di annientare l’antica istituzione
facendole nascere in seno la sua “Accademia d’Italia”.
Dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, però, e dopo la
caduta del fascismo, quel tentativo - pur sostenuto da tanti altri nomi
di prestigio - fallì miseramente. In seguito, con la ricostruzione
del Paese, l’Accademia riprese nuovo vigore sotto la guida di un
altro grande matematico, Guido Castelnuovo. Questo scienziato, assieme
a Benedetto Croce, Giulio Emanuele Rizzo, Vittorio Emanuele Orlando, Luigi
Einaudi, Giuseppe Levi e Quirino Majorana, ne riprese infatti le sorti
e la lanciò in quella lunga opera scientifica che la ricollocherà
poi ben salda ai vertici della cultura mondiale nel terzo millennio.
La
vita dell’Accademia, intesa come attività intellettuale svolta
dai soci nelle rispettive discipline e nella partecipazione alla vita
sociale e politica del Paese, viene delineata nella lunga cavalcata storica
soffermandosi di volta in colt su alcuni tra i più prestigiosi
protagonisti che hanno animato il lungo sodalizio scientifico. L’esposizione
è stata realizzata facendo ampio uso di materiali iconografici,
di altri museali e di fotografie storiche inerenti le attività
svolte dai Soci stessi: chi non ricorda, ad esempio, il fascino dei canali
di Marte, il ‘pianeta rosso’, così come ben prima dell’avvento
delle sonde spaziali, già sul finire dell’800, li aveva ‘pennellati”
il grande astronomo della specola di Brera Virginio Schiaparelli? O che
dire della raffinata matematica, non solo dei Volterra o dei Castelnuovo,
ma anche del grande Giuseppe Peano, oppure, nella fisica, delle scoperte
di Guglielmo Marconi e dell’impegno di Orso Maria Corbino, lo scienziato
che tanto favorì la nascita del gruppo dei ‘ragazzi di via
Panisperna’ e che avevano in sé proprio quel Socio Linceo
chiamato Enrico Fermi? Quello stesso Fermi che abbandonò l’Italia
anche per sfuggire con la sua famiglia alle leggi razziali. A proposito
della lotta contro queste leggi, che dire poi delle dimissioni dai Lincei
di un altro Socio di levatura mondiale, Albert Einstein che, dai lontani
Stati Uniti, pure lui si oppose all’iniquità di quelle leggi
contro l’ineffabilità del fascismo che non gli diede mai
un assoluto riscontro? Ancora nella ricerca scientifica, in mostra anche
Camillo Golgi, (premio Nobel per la nella fisiologia nel 1906) a Giambattista
Grassi con i suoi studi per debellare la malaria nelle paludi pontine.
Per i Nobel anche Guglielmo Marconi (fisica nel 1909) e Giosue Carducci
(nel 1906 per la letteratura). Negli studi in giurisprudenza, emerge invece
in mostra un nome forse poco conosciuto alle masse, quello di Bonaldo
Stringher, ma la cui firma come capo del direttorio della Banca d’Italia
è sempre apparsa su tutta la carta moneta italiana del suo tempo.
Andando invece ancora più indietro negli anni, si trovano gli studi
archeologici di Luigi Pigorini a cavallo di secolo, o quelli di Ersilia
Lovatelli Caetani, la prima donna che, nel lontano 1879, fece parte dell’Accademia
dei Lincei. E ancora riguardo alla partecipazione femminile (che si attesta
oggi su un tre per cento fra gli oltre quattrocento soci Lincei), quasi
un secolo dopo, troviamo nel 1947 Maria Bakunin e. di questi ultimissimi
tempi, Rita Levi Montalcini e Margherita Hack
Nei
Lincei di oggi, fra i grandi nomi degli scienziati che l’hanno via
via nel tempo arricchita e solo per citarne alcuni, quelli di Edoardo
Amaldi, Norberto Bobbio, Maurizio Calvesi, Ernesto Capanna, Angelo Falzea,
Giuseppe Galasso, Eugenio Garin, Sabatino Moscati, Paolo Sylos Labini
e, fra i presidenti degli ultimi anni, Giorgio Salvini, Edoardo Vesentini
e Giovanni Conso.
La mostra, che è stata inaugurata dal Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi e che rimarrà aperta sino a gennaio inoltrato,
è stata proprio voluta da questi ultimi due uomini, Conso, l’attuale
Presidente della Accademia e Vesentini, Presidente del Comitato per le
Celebrazioni del IV centenario dell’Accademia stessa. Tullio Gregory
ne ha organizzato il Comitato scientifico composto da Angelo Falzea, Paolo
Galluzzi, Marco Guardo, il direttore della prestigiosa biblioteca Corsiniana
custodita nella struttura stessa dell’Accademia, Giovanni Paoloni
e Raffaella Simili. Nel Comitato anche la storica dell’arte Rosalba
Zuccaro che, all’interno del percorso, ha organizzato una vera e
propria ‘metamostra’ costituita da una prestigiosa rassegna
di opere di alcuni dei tanti artisti di valore mondiale ai quali, nel
corso degli anni, i Lincei hanno via via conferito i prestigiosi Premi
Feltrinelli..
Questa ulteriore esposizione, nata con il contributo in prestiti dalla
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e da privati,
offre al pubblico quindici preziose opere d’arte, da quelle di Joan
Mirò a Henry Moore, a Carlo Lorenzetti, Giacomo Manzù, Emilio
Greco, Alberto Burri , Mirko, Pietro Consagra, Filippo De Pisis, Pericle
Fazzini , Marino Marini, Fausto Melotti, Guido Strazza, Giuseppe Uncini,
Emilio Vedova. Il progetto architettonico dell’intero complesso
espositivo è stato creato da Paola Gregory con la collaborazione
di Luca Pastorini e Giulia Turano mentre la direzione organizzativa è
stata di Antonella Rotolo.
La storia dei “Lincei”
L’Accademia,
che si colloca oggi ai vertici della cultura mondiale assieme a pochissime
altre europee, nacque oltre quattro secoli fa, quando il 17 agosto 1603
fu fondata da Federico Cesi, diciottenne di nobile famiglia romana, che
la ideò d’intesa con il naturalista olandese Joannes van
Heeck, con il filosofo e fisico Francesco Stellati e con il conte Anastasio
de Filiis. Il sodalizio nacque come associazione fra un gruppo di amici
desiderosi di scambiarsi i risultati delle loro ricerche e che scelsero
come simbolo una lince – ritenuto animale dalla vista acutissima
– accompagnata dal motto ‘sagacius ista’. Il
loro fine era “leggere questo grande veridico e universal libro
del mondo, visitar le parti di esso, et esercitarsi nello osservare et
sperimentare”.
Nel panorama europeo delle Accademie dei secoli scorsi, tutte prevalentemente
letterarie, i Lincei si imposero con una loro caratteristica che implicava
precise scelte culturali: in un momento di profonda crisi del vecchio
mondo aristotelico e delle istituzioni ad esso legate, negli anni cruciali
della rivoluzione scientifica questi studiosi presero come campo di ricerca
la natura e adottarono come strumenti privilegiati di studio sia l’esperienza
(per una più profonda conoscenza degli arcani della natura)
che tutte le discipline matematiche per soggiogar la natura al matematico
rigore, come si legge nei loro più antichi documenti e dai quali,
fermissima, emerge la difesa della libertà filosofica.
Superati i primi anni di vita dell’Accademia – resi anche
difficili dalle ostilità della famiglia del Cesi che guardava con
sospetto quelle riunioni circondate da mistero e aperte a pratiche astrologiche
– i Lincei ripresero grande vigore nel 1610, soprattutto quando
vi si associarono il filosofo e scienziato napoletano Giambattista della
Porta, accompagnato da Galileo Galilei che vi entrò dopo la pubblicazione
del suo celebre Sidereus nuncius, il testo che apriva una nuova
era nella storia delle osservazioni celesti, segnando la fine dell’universo
aristotelico. Seguirono poi tanti altri grandi nomi, molti gli stranieri,
nella chiara consapevolezza della nuova dimensione internazionale della
ricerca e fra costoro c’erano Müller e Schreck, Faber e Urrea
Conca, Rycqius e Welser, Holstenius e Demisianos.
La sopravvivenza del sodalizio nell’Italia controriformista fu innanzitutto
dovuta al costante impegno del Cesi, venato sì da accortezza politica
ma anche sostenuto dalle sue grandi possibilità economiche, garantite
da un immenso patrimonio che venne però disperso dopo la sua morte,
nel 1630, nonostante i vani sforzi di Cassiano dal Pozzo il Giovane.
Dopo alterne mutazioni e vicende avvenute nel corso del diciottesimo secolo,
seguite dai mutamenti politici di inizio Ottocento, l'Accademia subì
pure scelte pesanti quando subì la sua prima soppressione (voluta
nel 1830 da papa Gregorio XVI); fu poi ricostituita nel 1838 ma, nel 1840,
venne di nuovo sciolta. Nel 1847 Pio IX fondò la Pontificia Accademia
dei Nuovi Lincei, che si trasformò poi in Pontificia Accademia
delle Scienze (nel 1936).
L’Accademia oggi
Oggi
l’Accademia è composta, come spiega il Linceo Paolo Galluzzi,
direttore dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze
e componente del comitato scientifico della mostra, da circa 540 Soci
fra Nazionali, Corrispondenti e Stranieri, tutti liberamente cooptati
dai Soci stessi: Per le nuove nomine, infatti, sono proprio loro a decidere
quali saranno i futuri colleghi, effettuando la scelta tra gli studiosi
italiani e stranieri che si siano segnalati per l’eccellenza delle
ricerche in ogni ambito della conoscenza. “I Soci afferiscono a
grandi due Classi – spiega Galluzzi - la prima, quella scientifica,
è relativa alle Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali, mentre
la seconda, quella umanistica, accoglie le Scienze Morali, Storiche e
Filologiche”. Il professore sottolinea inoltre che ognuna di queste
classi è ulteriormente suddivisa in diverse aree disciplinari:
“quella scientifica è articolata in Matematica, Meccanica,
Astronomia, Geodesia, Geofisica, Fisica, Chimica, Geologia, Paleontologia,
Mineralogia, Scienze Biologiche, mentre quella umanistica, a sua volta,
in Filologia e Linguistica, Archeologia, Critica dell’Arte e della
Poesia, Storia e Geografia storica e antropica, Scienze Filosofiche, Giuridiche,
Sociali e Politiche. Il meccanismo della cooptazione dei nuovi Soci –
prosegue il professore - garantisce la piena autonomia scientifica e culturale
dell’istituzione in quanto, per i posti vacanti, vengono proposte
terne da parte dei Soci Nazionali di ciascuna delle due Classi e tali
proposte vengono presentate alla Classe di competenza per l’approvazione
collegiale; in un momento successivo i soli Soci Nazionali dell’Accademia
esprimono il loro voto segreto; l’attività istituzionale
dei Licei – aggiunge - si svolge attraverso Assemblee e Adunanze
delle Classi riunite e delle singole Classi, convocate con cadenza programmata
presso la sede dell’Accademia a Palazzo Corsini”.
Nel settore delle proprie iniziative istituzionali, “oltre a fornire
consulenze al Presidente della Repubblica per la trattazione di questioni
di carattere culturale e scientifico, l’Accademia svolge un’azione
incisiva di impulso alla ricerca e di sostegno all’attività
culturale attraverso il conferimento di premi e borse di studio: dal Premio
Nazionale del Presidente della Repubblica, istituito da Luigi Einaudi
nel 1949, ai Premi Lincei, ai Premi Ministeriali, ai prestigiosi premi
Feltrinelli (assegnati a partire dal 1950 a grandi personalità
della cultura e dell’arte), a varie decine di premi e borse di studio
legati a Fondazioni, donazioni e lasciti conferiti all’Accademia”.
Centinaia sono poi le pubblicazioni monografiche dell’Accademia
e quelle, numerosissime e prestigiose, a carattere periodico “basterà
ricordare fra quelle edite dal 1946 in poi – continua Galluzzi -
gli Atti, le Memorie e i Rendiconti della Classe di Scienze Fisiche, i
Rendiconti Lincei di Matematica e Applicazioni, le Memorie
e i Rendiconti della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche,
le Notizie degli Scavi di Antichità e i Rendiconti
delle Adunanze Solenni edite dal 1946”.
Da
sempre l’Accademia ha costituito punto essenziale di riferimento
per lo sviluppo di originali programmi di ricerca e per la promozione
di dibattiti qualificati su tematiche di natura culturale, economica,
giuridica e civile. A questo proposito, il professore ricorda gli oltre
cento Convegni Lincei, avviati dal 1974 in poi, “i cui Atti
offrono una rappresentazione emblematica delle più importanti discussioni
scientifiche e culturali nell’Italia degli ultimi decenni”.
Nella ricca elencazione delle attività scientifiche dei Lincei
trovano poi posto le iniziative della Commissione per l’Ambiente
e le grandi Calamità Naturali (rilanciata nel 1972 da Beniamino
Segre), le pubblicazioni su Problemi attuali di scienza e cultura,
che data dal 1947 e nella quale sono compresi studi di forte carattere
innovativo, come gli Atti del Colloquio internazionale su Evoluzione
e Genetica (Roma 1959), quelli del Convegno su L’Oriente
cristiano (Roma–Firenze, 1963) o sugli Attuali orientamenti
della ricerca dell’apprendimento e la memoria (Sassari-Roma
1967), i Convegni sulla fisica nucleare, avviati dal 1931 con Guglielmo
Marconi e la partecipazione di madame Curie, e gli innumerevoli e qualificati
Convegni e Seminari di Matematica.
Notevole rilievo inoltre, conclude il professore, hanno assunto le attività
di riflessione e di ricerca sulle scienze chimiche e sulle loro ricadute
sulla società, l’industria, l’economia, i beni culturali
e l’educazione, iniziative che si sono avvalse del sostegno della
Fondazione Donegani. L’Accademia ha anche promosso importanti missioni
scientifiche ed archeologiche, studi e ricerche di storia dell’arte,
di orientalistica, di storia economica e sociale. Forte è stato,
infine, l’impegno nello studio e nella valorizzazione della storia
della Prima Accademia di Federico Cesi, con la promozione di seminari
e convegni nonché la pubblicazione di fonti importanti quali il
Linceografo e L’Apiarium.
Non pochi, infine, i Soci Lincei , di nazionalità italiana o italiani
di cittadinanza straniera, che hanno goduto del prestigioso riconoscimento
internazionale dei premi Nobel, dove, oltre i già citati Golgi,
Giosuè Carducci, Fermi e Marconi , troviamo Bovet nel 1957, Segre
nel ‘59, Natta nel ‘63, Dulbecco, Modigliani e Rubbia nell’85,
Levi Montalcini nell’86, e Giacconi nel 2002.
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LA MOSTRA È APERTA AL PUBBLICO ALLA ACCADEMIA
DEI LINCEI
IN VIA DELLA LUNGARA A ROMA
TUTTI I GIORNI DAL LUNEDÌ AL SABATO DALLE 10 ALLE 18.
LA DOMENICA È VISITABILE SOLO DI MATTINA.
L’INGRESSO È LIBERO
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