IMMAGINI
a cura di Andrea Nemiz
Immagini del quotidiano, fotografia, arte, architettura

I “Lincei” compiono quattrocento anni
L’Accademia dei Lincei, nata nel 1603 e punta di diamante della ricerca
scientifica italiana, rivive in una mostra documentaria la sua storia dal 1870 a oggi

Il Presidente della repubblica Azeglio Ciampi con il Sindaco di Roma Walter VeltroniPreziosi i documenti originali, numerosi i ritratti e le storie di tanti grandi personaggi (dalla sfera umanistica a quella scientifica), di uomini e di donne, che hanno contribuito alla formazione sociale e politica e culturale di quella Italia ‘unitaria’ che, nata con la Breccia di Porta Pia, è giunta sino ai giorni nostri. Questo il percorso espositivo che si snoda su oltre 300 metri quadrati nella mostra storico documentaria “I lincei nell’Italia unita”, organizzata nella sede dell’Accademia stessa in via della Lungara a Roma.
Nel 1870 l’Accademia era guidata da quel grande uomo di Stato che fu Quintino Sella e che, per la sua passione scientifica nella geologia – ne fu anche un vero e proprio animatore. Dopo un altro importante periodo storico, quello giolittiano, con la ricerca scientifica ben solida a cavallo fra ‘800 e ‘900, la vicenda dell’Accademia dopo la prima guerra mondiale piomba nell’era buia del ventennio fascista, quando Mussolini tentò di annientare il pensiero dei tanti Lincei che si rivelarono troppo impegnati - culturalmente e politicamente - contro la dittatura. Costoro si sentivano a quel tempo idealmente guidati da un grande scienziato ebreo, il matematico Vito Volterra, al quale, dagli anni ’30 in poi, la dittatura fascista annullò ogni posizione accademica, sia dentro i Lincei stessi che nell’Università di Roma (dove Volterra insegnava), anche perché mai si piegò all’obbligo del giuramento di fedeltà al regime. In quegli anni il duce tentò pure di annientare l’antica istituzione facendole nascere in seno la sua “Accademia d’Italia”. Dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, però, e dopo la caduta del fascismo, quel tentativo - pur sostenuto da tanti altri nomi di prestigio - fallì miseramente. In seguito, con la ricostruzione del Paese, l’Accademia riprese nuovo vigore sotto la guida di un altro grande matematico, Guido Castelnuovo. Questo scienziato, assieme a Benedetto Croce, Giulio Emanuele Rizzo, Vittorio Emanuele Orlando, Luigi Einaudi, Giuseppe Levi e Quirino Majorana, ne riprese infatti le sorti e la lanciò in quella lunga opera scientifica che la ricollocherà poi ben salda ai vertici della cultura mondiale nel terzo millennio.
panoramica della MostraLa vita dell’Accademia, intesa come attività intellettuale svolta dai soci nelle rispettive discipline e nella partecipazione alla vita sociale e politica del Paese, viene delineata nella lunga cavalcata storica soffermandosi di volta in colt su alcuni tra i più prestigiosi protagonisti che hanno animato il lungo sodalizio scientifico. L’esposizione è stata realizzata facendo ampio uso di materiali iconografici, di altri museali e di fotografie storiche inerenti le attività svolte dai Soci stessi: chi non ricorda, ad esempio, il fascino dei canali di Marte, il ‘pianeta rosso’, così come ben prima dell’avvento delle sonde spaziali, già sul finire dell’800, li aveva ‘pennellati” il grande astronomo della specola di Brera Virginio Schiaparelli? O che dire della raffinata matematica, non solo dei Volterra o dei Castelnuovo, ma anche del grande Giuseppe Peano, oppure, nella fisica, delle scoperte di Guglielmo Marconi e dell’impegno di Orso Maria Corbino, lo scienziato che tanto favorì la nascita del gruppo dei ‘ragazzi di via Panisperna’ e che avevano in sé proprio quel Socio Linceo chiamato Enrico Fermi? Quello stesso Fermi che abbandonò l’Italia anche per sfuggire con la sua famiglia alle leggi razziali. A proposito della lotta contro queste leggi, che dire poi delle dimissioni dai Lincei di un altro Socio di levatura mondiale, Albert Einstein che, dai lontani Stati Uniti, pure lui si oppose all’iniquità di quelle leggi contro l’ineffabilità del fascismo che non gli diede mai un assoluto riscontro? Ancora nella ricerca scientifica, in mostra anche Camillo Golgi, (premio Nobel per la nella fisiologia nel 1906) a Giambattista Grassi con i suoi studi per debellare la malaria nelle paludi pontine. Per i Nobel anche Guglielmo Marconi (fisica nel 1909) e Giosue Carducci (nel 1906 per la letteratura). Negli studi in giurisprudenza, emerge invece in mostra un nome forse poco conosciuto alle masse, quello di Bonaldo Stringher, ma la cui firma come capo del direttorio della Banca d’Italia è sempre apparsa su tutta la carta moneta italiana del suo tempo. Andando invece ancora più indietro negli anni, si trovano gli studi archeologici di Luigi Pigorini a cavallo di secolo, o quelli di Ersilia Lovatelli Caetani, la prima donna che, nel lontano 1879, fece parte dell’Accademia dei Lincei. E ancora riguardo alla partecipazione femminile (che si attesta oggi su un tre per cento fra gli oltre quattrocento soci Lincei), quasi un secolo dopo, troviamo nel 1947 Maria Bakunin e. di questi ultimissimi tempi, Rita Levi Montalcini e Margherita Hack

Veduta della Mostra con i premi FeltrinelliNei Lincei di oggi, fra i grandi nomi degli scienziati che l’hanno via via nel tempo arricchita e solo per citarne alcuni, quelli di Edoardo Amaldi, Norberto Bobbio, Maurizio Calvesi, Ernesto Capanna, Angelo Falzea, Giuseppe Galasso, Eugenio Garin, Sabatino Moscati, Paolo Sylos Labini e, fra i presidenti degli ultimi anni, Giorgio Salvini, Edoardo Vesentini e Giovanni Conso.
La mostra, che è stata inaugurata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e che rimarrà aperta sino a gennaio inoltrato, è stata proprio voluta da questi ultimi due uomini, Conso, l’attuale Presidente della Accademia e Vesentini, Presidente del Comitato per le Celebrazioni del IV centenario dell’Accademia stessa. Tullio Gregory ne ha organizzato il Comitato scientifico composto da Angelo Falzea, Paolo Galluzzi, Marco Guardo, il direttore della prestigiosa biblioteca Corsiniana custodita nella struttura stessa dell’Accademia, Giovanni Paoloni e Raffaella Simili. Nel Comitato anche la storica dell’arte Rosalba Zuccaro che, all’interno del percorso, ha organizzato una vera e propria ‘metamostra’ costituita da una prestigiosa rassegna di opere di alcuni dei tanti artisti di valore mondiale ai quali, nel corso degli anni, i Lincei hanno via via conferito i prestigiosi Premi Feltrinelli..
Questa ulteriore esposizione, nata con il contributo in prestiti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e da privati, offre al pubblico quindici preziose opere d’arte, da quelle di Joan Mirò a Henry Moore, a Carlo Lorenzetti, Giacomo Manzù, Emilio Greco, Alberto Burri , Mirko, Pietro Consagra, Filippo De Pisis, Pericle Fazzini , Marino Marini, Fausto Melotti, Guido Strazza, Giuseppe Uncini, Emilio Vedova. Il progetto architettonico dell’intero complesso espositivo è stato creato da Paola Gregory con la collaborazione di Luca Pastorini e Giulia Turano mentre la direzione organizzativa è stata di Antonella Rotolo.


La storia dei “Lincei”

Glia Accademici d'Italia con la presidenza di Guglielmo MarconiL’Accademia, che si colloca oggi ai vertici della cultura mondiale assieme a pochissime altre europee, nacque oltre quattro secoli fa, quando il 17 agosto 1603 fu fondata da Federico Cesi, diciottenne di nobile famiglia romana, che la ideò d’intesa con il naturalista olandese Joannes van Heeck, con il filosofo e fisico Francesco Stellati e con il conte Anastasio de Filiis. Il sodalizio nacque come associazione fra un gruppo di amici desiderosi di scambiarsi i risultati delle loro ricerche e che scelsero come simbolo una lince – ritenuto animale dalla vista acutissima – accompagnata dal motto ‘sagacius ista’. Il loro fine era “leggere questo grande veridico e universal libro del mondo, visitar le parti di esso, et esercitarsi nello osservare et sperimentare”.
Nel panorama europeo delle Accademie dei secoli scorsi, tutte prevalentemente letterarie, i Lincei si imposero con una loro caratteristica che implicava precise scelte culturali: in un momento di profonda crisi del vecchio mondo aristotelico e delle istituzioni ad esso legate, negli anni cruciali della rivoluzione scientifica questi studiosi presero come campo di ricerca la natura e adottarono come strumenti privilegiati di studio sia l’esperienza (per una più profonda conoscenza degli arcani della natura) che tutte le discipline matematiche per soggiogar la natura al matematico rigore, come si legge nei loro più antichi documenti e dai quali, fermissima, emerge la difesa della libertà filosofica.
Superati i primi anni di vita dell’Accademia – resi anche difficili dalle ostilità della famiglia del Cesi che guardava con sospetto quelle riunioni circondate da mistero e aperte a pratiche astrologiche – i Lincei ripresero grande vigore nel 1610, soprattutto quando vi si associarono il filosofo e scienziato napoletano Giambattista della Porta, accompagnato da Galileo Galilei che vi entrò dopo la pubblicazione del suo celebre Sidereus nuncius, il testo che apriva una nuova era nella storia delle osservazioni celesti, segnando la fine dell’universo aristotelico. Seguirono poi tanti altri grandi nomi, molti gli stranieri, nella chiara consapevolezza della nuova dimensione internazionale della ricerca e fra costoro c’erano Müller e Schreck, Faber e Urrea Conca, Rycqius e Welser, Holstenius e Demisianos.
La sopravvivenza del sodalizio nell’Italia controriformista fu innanzitutto dovuta al costante impegno del Cesi, venato sì da accortezza politica ma anche sostenuto dalle sue grandi possibilità economiche, garantite da un immenso patrimonio che venne però disperso dopo la sua morte, nel 1630, nonostante i vani sforzi di Cassiano dal Pozzo il Giovane.
Dopo alterne mutazioni e vicende avvenute nel corso del diciottesimo secolo, seguite dai mutamenti politici di inizio Ottocento, l'Accademia subì pure scelte pesanti quando subì la sua prima soppressione (voluta nel 1830 da papa Gregorio XVI); fu poi ricostituita nel 1838 ma, nel 1840, venne di nuovo sciolta. Nel 1847 Pio IX fondò la Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, che si trasformò poi in Pontificia Accademia delle Scienze (nel 1936).


L’Accademia oggi

Carlo Lorenzetti e Joan Mirò opere dei Premi FeltrinelliOggi l’Accademia è composta, come spiega il Linceo Paolo Galluzzi, direttore dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze e componente del comitato scientifico della mostra, da circa 540 Soci fra Nazionali, Corrispondenti e Stranieri, tutti liberamente cooptati dai Soci stessi: Per le nuove nomine, infatti, sono proprio loro a decidere quali saranno i futuri colleghi, effettuando la scelta tra gli studiosi italiani e stranieri che si siano segnalati per l’eccellenza delle ricerche in ogni ambito della conoscenza. “I Soci afferiscono a grandi due Classi – spiega Galluzzi - la prima, quella scientifica, è relativa alle Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali, mentre la seconda, quella umanistica, accoglie le Scienze Morali, Storiche e Filologiche”. Il professore sottolinea inoltre che ognuna di queste classi è ulteriormente suddivisa in diverse aree disciplinari: “quella scientifica è articolata in Matematica, Meccanica, Astronomia, Geodesia, Geofisica, Fisica, Chimica, Geologia, Paleontologia, Mineralogia, Scienze Biologiche, mentre quella umanistica, a sua volta, in Filologia e Linguistica, Archeologia, Critica dell’Arte e della Poesia, Storia e Geografia storica e antropica, Scienze Filosofiche, Giuridiche, Sociali e Politiche. Il meccanismo della cooptazione dei nuovi Soci – prosegue il professore - garantisce la piena autonomia scientifica e culturale dell’istituzione in quanto, per i posti vacanti, vengono proposte terne da parte dei Soci Nazionali di ciascuna delle due Classi e tali proposte vengono presentate alla Classe di competenza per l’approvazione collegiale; in un momento successivo i soli Soci Nazionali dell’Accademia esprimono il loro voto segreto; l’attività istituzionale dei Licei – aggiunge - si svolge attraverso Assemblee e Adunanze delle Classi riunite e delle singole Classi, convocate con cadenza programmata presso la sede dell’Accademia a Palazzo Corsini”.
Nel settore delle proprie iniziative istituzionali, “oltre a fornire consulenze al Presidente della Repubblica per la trattazione di questioni di carattere culturale e scientifico, l’Accademia svolge un’azione incisiva di impulso alla ricerca e di sostegno all’attività culturale attraverso il conferimento di premi e borse di studio: dal Premio Nazionale del Presidente della Repubblica, istituito da Luigi Einaudi nel 1949, ai Premi Lincei, ai Premi Ministeriali, ai prestigiosi premi Feltrinelli (assegnati a partire dal 1950 a grandi personalità della cultura e dell’arte), a varie decine di premi e borse di studio legati a Fondazioni, donazioni e lasciti conferiti all’Accademia”.
Centinaia sono poi le pubblicazioni monografiche dell’Accademia e quelle, numerosissime e prestigiose, a carattere periodico “basterà ricordare fra quelle edite dal 1946 in poi – continua Galluzzi - gli Atti, le Memorie e i Rendiconti della Classe di Scienze Fisiche, i Rendiconti Lincei di Matematica e Applicazioni, le Memorie e i Rendiconti della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, le Notizie degli Scavi di Antichità e i Rendiconti delle Adunanze Solenni edite dal 1946”.
Un' opera di Giacomo Manzù nei Premi FeltrinelliDa sempre l’Accademia ha costituito punto essenziale di riferimento per lo sviluppo di originali programmi di ricerca e per la promozione di dibattiti qualificati su tematiche di natura culturale, economica, giuridica e civile. A questo proposito, il professore ricorda gli oltre cento Convegni Lincei, avviati dal 1974 in poi, “i cui Atti offrono una rappresentazione emblematica delle più importanti discussioni scientifiche e culturali nell’Italia degli ultimi decenni”. Nella ricca elencazione delle attività scientifiche dei Lincei trovano poi posto le iniziative della Commissione per l’Ambiente e le grandi Calamità Naturali (rilanciata nel 1972 da Beniamino Segre), le pubblicazioni su Problemi attuali di scienza e cultura, che data dal 1947 e nella quale sono compresi studi di forte carattere innovativo, come gli Atti del Colloquio internazionale su Evoluzione e Genetica (Roma 1959), quelli del Convegno su L’Oriente cristiano (Roma–Firenze, 1963) o sugli Attuali orientamenti della ricerca dell’apprendimento e la memoria (Sassari-Roma 1967), i Convegni sulla fisica nucleare, avviati dal 1931 con Guglielmo Marconi e la partecipazione di madame Curie, e gli innumerevoli e qualificati Convegni e Seminari di Matematica.
Notevole rilievo inoltre, conclude il professore, hanno assunto le attività di riflessione e di ricerca sulle scienze chimiche e sulle loro ricadute sulla società, l’industria, l’economia, i beni culturali e l’educazione, iniziative che si sono avvalse del sostegno della Fondazione Donegani. L’Accademia ha anche promosso importanti missioni scientifiche ed archeologiche, studi e ricerche di storia dell’arte, di orientalistica, di storia economica e sociale. Forte è stato, infine, l’impegno nello studio e nella valorizzazione della storia della Prima Accademia di Federico Cesi, con la promozione di seminari e convegni nonché la pubblicazione di fonti importanti quali il Linceografo e L’Apiarium.
Non pochi, infine, i Soci Lincei , di nazionalità italiana o italiani di cittadinanza straniera, che hanno goduto del prestigioso riconoscimento internazionale dei premi Nobel, dove, oltre i già citati Golgi, Giosuè Carducci, Fermi e Marconi , troviamo Bovet nel 1957, Segre nel ‘59, Natta nel ‘63, Dulbecco, Modigliani e Rubbia nell’85, Levi Montalcini nell’86, e Giacconi nel 2002.


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LA MOSTRA È APERTA AL PUBBLICO ALLA ACCADEMIA DEI LINCEI
IN VIA DELLA LUNGARA A ROMA
TUTTI I GIORNI DAL LUNEDÌ AL SABATO DALLE 10 ALLE 18.
LA DOMENICA È VISITABILE SOLO DI MATTINA.
L’INGRESSO È LIBERO

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