Flora casa editrice
19 maggio 2004
A trentacinque anni dalla scomparsa del M° Giovanni Fusco la riscoperta della sua figura di uomo, di «artista» e di mecenate, motiva la realizzazione di una «tavola rotonda» critico-analitica, coordinata dal Professor Orio Caldiron, docente di Storia e Critica del Cinema presso l’Università degli Studi di Roma «La Sapienza» e relatore della tesi di laurea della Dottoressa Sonia Picozzi: «La musica per film e il cinema moderno. Giovanni Fusco tra Antonioni e Resnais», a cui fa seguito uno spettacolo multimediale che sia l’emblematica esemplificazione della storia creativa di Giovanni Fusco. L’associazione darà seguito allo spettacolo con la produzione e l’edizione di un CD live e di un video.
La realizzazione con il patrocinio del Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali, di Cinecittà Holding sarà possibile anche grazie al «sostegno dell’IMAIE».
PROGRAMMA
ORE 10:45 Musica per Film e Cinema
Moderno. Giovanni Fusco tra
Antonioni e Resnais: INCONTRO SUL TEMA
Coordinatore e relatore Prof. Orio Caldiron
interverranno il M° Franco Mannino, il M° Gianfranco
Plenizio e il dottor Roberto Calabretto.
Saranno invitati a partecipare gli studenti e quanti lo desiderino.
ORE 20:45 GIOVANNI FUSCO: «LA
MUSICA LUCE E ANIMA DEL FILM»
HIROSHIMA MON AMOUR di Alain Resnais:
(Ottetto + pas de deux: Ottavino, Flauto, Clarinetto,
Corno, Viola, Contrabbasso, Pianoforte, Chitarra, due ballerini)
L’AVVENTURA di Michelangelo
Antonioni:
(Suite dei momenti drammatici)
CRONACA DI UN AMORE di Michelangelo Antonioni:
(Preludio per Sax e Piano)
GLI INDIFFERENTI di Francesco Maselli
I DELFINI di Francesco Maselli:
(Nico Fidenco canta “What a sky”)
LA GUERRE EST FINIE di Alain Resnais:
(Coro + Piccola Orchestra)
DESERTO ROSSO di Michelangelo Antonioni:
(canta Cecilia Fusco)
IL GIORNO DELLA CIVETTA di Damiano Damiani:
(Orchestra Pop)
Dirige la Filamornica d’Opera di Roma il M° Gianfranco Plenizio
*****
Giovanni Fusco è nato a Sant’Agata dei Goti in provincia di Benevento il 10 ottobre 1906 da Carlo e Teresa Folena. Si trasferisce a Roma per studiare e qui, a soli nove anni, si esibisce come pianista per l’accompagnamento dei film muti, alla Sala Regia di Via Cola di Rienzo e al Cinema Corso, guadagnando dieci lire a sera. Inizia così la sua attività nel cinema che lo porterà in seguito a diventare un «personaggio determinante» nel panorama della musica per film. Inoltre faceva parte, insieme a Goffredo Petrassi ed Ennio Francia, dei cantori di San Salvatore in Lauro. Entra al conservatorio di Santa Cecilia dove studia pianoforte con P. Boccaccini e Alfredo Casella, organo con F. Germani, composizione con R. Storti e Alfredo Casella e direzione d’orchestra con Bernardino Molinari e dove si diploma brillantemente in pianoforte. Nel 1931 si diploma in composizione al Conservatorio di Pesaro e nel 1942 in direzione d’orchestra al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Si è formato in maniera continua e graduale, spinto dalla costante volontà di elevazione e dalla consapevolezza dell’importanza di ciò che stava accadendo intorno a lui. Ha composto musica da camera, musica sinfonica e commenti musicali per il teatro. Si è «impegnato» nella «canzone d’autore» come la Ballata del suicidio su testo di Pier Paolo Pasolini per lo spettacolo di Laura Betti, Giro a vuoto. Non mancano nella sua produzione Fox-Trot, Surf, Twist, Slow. Ha collaborato alla realizzazione di programmi radiofonici ed alla creazione di spot pubblicitari. Si è dedicato alla direzione d’orchestra preferendo il repertorio contemporaneo. Muore, improvvisamente, il 31 maggio del 1968 a Roma.
Musicista d’avanguardia senza essere però un dissacratore, come spesso accadeva nelle file degli artisti contemporanei, si è distinto anche per l’umiltà del suo modus operandi e per la sua disponibilità. Sempre propenso e propositivo verso l’esperimento, la ricerca e aperto al mondo dei giovani. «Ha tenuto a battesimo» diversi tra i registi più promettenti del panorama cinematografico italiano. Un esempio per tutti è quello di Michelangelo Antonioni con il quale ha cominciato a collaborare fin dai primi documentari fino ad arrivare ai lungometraggi, Cronaca di un amore (1950) (Nastro d’argento per la miglior musica a Cannes nel 1951), I vinti (1952), La signora senza camelie (1952-53), Le amiche (1955), Il grido (1956-7), L’avventura (1959) (Nastro d’argento per la miglior musica a Cannes nel 1960), L’eclisse (1962), Deserto rosso (1964).
Molto attivo nel campo del documentario fondò anche una casa di produzione la Films che, all’inizio, nasceva con l’intento di creare e produrre «films musicali». Intento che non viene poi realizzato ma, comunque, la società di produzione resta e frutta, se non altro, come mecenate, aiutando molti giovani tra cui Francesco Maselli che con la Films realizza il suo primo documentario, Bagnaia paese italiano, premiato a Venezia nel 1949. Produrrà, poi, anche L’amorosa menzogna (1949) di Antonioni.
Cordiale, semplice, quasi una figura d’ombra che rischiava di passare inosservata se non fosse stato per gli occhi, vividi e spesso taglienti, che denotavano una intelligenza pronta e acuta che lo rendeva un musicista raffinato e severo, quasi «aristocratico», sebbene la sua dote, forse più preziosa, rimanesse la modestia assoluta, nella semplicità e nella convinzione di esercitare un «mestiere artigianale», anche se, di «un artigianato superiore», come lo definiva il suo maestro Alfredo Casella. Svolgeva il suo lavoro con massima serietà e partecipazione, in quanto ben conscio del potere del cinema nell’evoluzione della cultura. E come egli stesso affermava, in una intervista rilasciata a Marina Magaldi, «Il film senza musica non si può fare. La musica è la luce, l’anima del film. Ogni film necessita di una musica composta appositamente per esso».
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