Polistena (cz) 21 marzo 2007
LIBERA con il PON
Volere i diritti, dare diritti, recuperare i diritti partendo dal valore fondamentale del diritto di cittadinanza per tutti; dare “segnali di cittadinanza” che evidenzino la necessità di regole fondamentali e di principi inderogabili che consentono di stare insieme; sostenere ed incrementare le esperienze già esistenti, tentare nuove strade ed avere il coraggio d’investire le migliori energie nella tutela e nella promozione dei diritti di tutti e di ciascuno. Sono questi i segnali forte di denuncia, sensibilizzazione e riappropiazione del territorio e della solidarietà reciproca che verranno sostenuti nel corso della GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO, iniziativa promossa dall’associazione LIBERA insieme ad "Avviso Pubblico - Enti locali per la formazione civile contro le mafie" con l’alto contributo morale e istituzionale del Programma Operativo Nazionale (PON) “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” realizzato dal Ministero dell’Interno e co-finanziato dall’Unione europea, come patrimonio di risorse interforze per lo sviluppo di una vera cultura della Sicurezza e della Legalità al Sud. Il PON non poteva che essere presente alla giornata del 21 marzo a Polistena, vicino Catanzaro, nel cuore di una Calabria che è da tempo la terra di confine di un processo di cambiamento della cultura attraverso persone, gruppi impegnati in percorsi di conoscenza, di consapevolezza, di emancipazione, di denuncia, di operatività come necessari antidoti al proliferare della violenza mafiosa. All'evento parteciperà anche il "Camper della Legalità", uno strumento ormai collaudato contro la criminalità, un importante nodo di informazione che avvicina i cittadini alle istituzioni mediante la promozione della legalità.
All’attività repressiva svolta dalle forze dell’ordine e dalla magistratura è da tempo affiancata, infatti, un’azione sul terreno preventivo, di lavoro sul territorio, nelle scuole, promuovendo in modi e forme diverse una cultura della legalità, in grado di responsabilizzare i cittadini, aiutandoli a conoscere i loro diritti e le modalità per garantirli. Quindi, il 21 marzo a Polistena in Calabria come occasione per ribadire la solidarietà nazionale sulla questione della lotta alle mafie, come occasione per rendere tanto più tangibile il filo rosso che lega tutti i territori italiani nella memoria, nella resistenza, nella elaborazione di culture e prassi sociali e politiche antagoniste alle mafie.
Per sottolineare questa importantissima sinergia fra elementi culturali, individuali e istituzionali così pieni di significato, offre il suo inderogabile appoggio e il simbolo vivo di tante battaglie civili anche il Programma Operativo Nazionale (PON) “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”, un “dorso” istituzionale, un ganglio di vitale importanza che, proprio in queste prime settimane del 2007, sta per ripartire con la nuova fase programmatica 2007-2013, con gli stessi valori, ideali e obiettivi del periodo appena trascorso, ma col rinnovato vigore di portare in maniera capillare la cultura della legalità e della prevenzione nelle regioni del Sud d’Italia particolarmente interessate da forme croniche di disagio sociale e da una storica penetrazione della malavita organizzata.
Libera da 12 anni rappresenta un punto di riferimento importante per l’antimafia sociale e raccoglie più di 1.200 organizzazioni tra nazionali e locali.
Fare antimafia per Libera significa costruire percorsi di responsabilità, lavorare sui terreni confiscati alle mafie, stare accanto e accompagnare i parenti delle vittime delle mafie, sostenere chi denuncia e si ribella al giogo della criminalità. E in questo il connubio col PON è sempre stato molto fertile negli ultimi anni, per tessere valori nuovi fra i giovani, finanziare progetti di riscatto e ricostruzione, far sentire la presenza dello Stato e della legalità, dare speranze e sostegno concreto per tutti coloro che vogliono liberarsi dal giogo di Cosa Nostra e della malavita organizzata.
La giornata del 21 marzo, primo giorno di primavera, è il momento che Libera dedica alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita nel nostro Paese per contrastare le mafie. E’ questa l’occasione nella quale Libera rilancia ogni anno un impegno che non deve venire mai meno. Quest’anno in continuità con le altre edizioni ma anche con “Contromafie” - i primi stati generali dell’antimafia di novembre scorso – il 21 marzo 2007 ribadisce con forza la voglia di tanti di essere contro tutte le mafie, contro la corruzione politica e gli intrecci clientelari che alimentano gli affari delle organizzazioni criminali e l’illegalità e di voler continuare a costruire percorsi di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà.
Libera per la XII edizione della giornata ha scelto la Calabria, ha scelto Polistena cittadina al centro della Piana di Gioia Tauro un territorio tra i più importanti della regione per le sue potenzialità economiche e sociali ma condizionato anche dalla presenza della criminalità organizzata. La storia della Piana di Gioia Tauro è infatti una storia complessa: da una parte una pesante presenza della ‘ndrangheta che condiziona e blocca lo sviluppo, dall’altra parte un forte impegno antimafia che va dalle lotte bracciantili e contadine all’occupazione delle terre, al no alla centrale a carbone, alla stagione dei “nuovi” sindaci e all’impegno della Chiesa per creare una cultura alternativa a quella mafiosa.
La Calabria, allora, in generale, e la Piana di Gioia Tauro, in particolare: per condividere insieme alle persone che da tanti anni stanno lavorando per affermare la cultura della legalità e lottano contro la diffusione della criminalità organizzata; per contribuire a far emergere il positivo che in questa regione si sta facendo sul fronte dell’antimafia sociale e proseguire la denuncia dei poteri occulti; per accompagnare il difficile lavoro dei coordinamenti territoriali calabresi di Libera; per valorizzare il percorso della cooperativa “Valle del Marro” che produce nei terreni confiscati alle mafie, per sottolineare la voglia e le possibilità di cambiamento, l’ansia di riscatto sociale e l’impegno a riqualificare il territorio, solitamente stigmatizzato come zona socialmente degradata, economicamente e culturalmente sottosviluppata.
Un’opportunità, insomma, di condivisione e di confronto con i familiari delle vittime delle mafie, i testimoni di giustizia, i magistrati e le forze dell’ordine, gli amministratori pubblici, gli attori sociali, economici, culturali del territorio impegnati per la legalità democratica.
Da sempre il 21 marzo cerca di sensibilizzare i ragazzi e i giovani. Centrale è il ruolo della scuola di ogni ordine e grado dove attraverso forme diverse si capisce, si approfondisce e si realizza sempre in una ottica di educazione alla legalità democratica, alla responsabilità, alla cittadinanza.
Due i percorsi: uno per le scuole elementari e medie, uno per le scuole superiori. I ragazzi delle scuole elementari e medie attraverso il progetto “Le vie della legalità - la scuola adotta una vittima di mafia” e i ragazzi delle scuole superiori attraverso “Costruire cittadinanza - percorsi di cittadinanza responsabile e partecipazione”.
L’idea alla base del primo progetto prevede un percorso complessivo di sviluppo di una cultura della legalità finalizzato a conoscere, attraverso le storie di vita di tante persone, l’impegno nei confronti della giustizia e contro il prevalere della cultura mafiosa. Il progetto è finalizzato a coinvolgere i ragazzi delle scuole (ultimi anni delle elementari e medie) in un percorso di ricerca per mezzo del quale si arriva a conoscere la storia delle vittime di mafia, il loro esempio di cittadini attivi e responsabili e le motivazioni finali che hanno alla fine determinato la loro morte.
Il 21 marzo a Polistena le strade della città saranno dedicate alle vittime delle mafie. Ogni scuola produrrà l’insegna di una strada utilizzando il nome di una delle 700 vittime delle mafie. Durante questo evento i ragazzi presentano i materiali raccolti inerenti la storia della vittima di mafia che hanno adottato.
Per quanto riguarda il progetto per i ragazzi più grandi, le esperienze quindi da mettere in moto sono le più varie e dipendono anche dai contesti specifici (laboratori, incontri con testimoni, teatro, cinema, ecc.) e in ogni caso vogliono essere un contributo alla creazione di strumenti di valutazione utili ai giovani che oggi si trovano ad essere protagonisti di azioni e scelte che un mondo come quello attuale stimola in abbondanza.
I 3 workshop previsti affronteranno gli argomenti dando un segnale forte rispetto alle
provocazioni lanciate già agli stati generali dell’Antimafia.
Le tre aree tematiche sono:
1-Per un sapere di cittadinanza,
2-per una economia di solidarietà,
3-per una politica di legalità.
Insomma, la fruizione di una cittadinanza piena, e soprattutto dei diritti ad essa connessi, passa attraverso una cittadinanza pedagogica che si esplicita nel diritto di parola e prima ancora nel desiderio di parola. L’antimafia sociale, per poter comprendere e, quindi, contrastare con efficacia la costante evoluzione delle dinamiche perverse che caratterizzano il mondo mafioso, deve prevenire, educare, educarsi e aggiornarsi di continuo.
“VERSO SUD” 2007
Bari, 28 marzo, Stadio San Nicola
Galatina (le), 28-31 marzo, il PON al Security Expo
Rimini, 28-31 marzo, il PON a EUROP.A.
Sport, diritti, legalità, esposizione e spiegazione di tecnologie da 007, campagne sociali dalla parte dei giovani e delle famiglie, presentazione di progetti a favore della lotta alla malavita organizzata e al disagio sociale, e della costruzione di valori positivi fra cittadini, piccoli e adulti. Sono questi i temi che fanno da cornice ad una fine marzo ricca di eventi, fra Nord e Sud d’Italia, inseriti come tappe di “VERSO SUD”, un vero e proprio tour della legalità nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”, realizzato dal Ministero dell’Interno e co-finanziato dall’Unione europea che, dopo il successo del 2006, è ripartito in questa primavera come patrimonio di risorse interforze per lo sviluppo di una vera cultura della Sicurezza e della Legalità al Sud. Il PON sarà presente con unità informative, stand e dimostrazioni tecnico-operative, a beneficio soprattutto di studenti e famiglie, da parte di ufficiali delle 5 forze dell’ordine che rappresenta: Polizia, Carabinieri, Finanza, Guardia Forestale, Polizia Penitenziaria.
La prima occasione è data dalla partita che la squadra di Cannavaro, Buffon & C. giocherà il 28 marzo allo stadio San Nicola di Bari contro la Scozia per la qualificazione ai prossimi Europei di calcio. E per la seconda volta la Nazionale degli Azzurri avrà un partner istituzionale nel PON cui sarà dedicato uno speciale stand informativo all’interno dell’area dedicata agli sponsor “storici” della squadra. La prima sinergia Azzurri-Pon era avvenuta il 2 settembre scorso nella partita allo stadio San Paolo di Napoli contro la Lituania. Bari, dunque, come occasione di dibattito e di riflessione sulle sinergie fra Sport e Legalità –tema molto attuale oggi dopo le recenti stagioni dei veleni che hanno minato la credibilità di certe discipline sportive, calcio in testa-.
Da Bari, sempre restando in Puglia, si passa a Lecce, dove l'Istituto Europeo e Mediterraneo per la Sicurezza organizza, invece, il Security Expo, l'Esposizione Euromediterranea per la Pubblica Sicurezza e la Difesa, programmata come Rassegna Espositiva Obiettivo della Provincia di Lecce. L'esposizione si terrà dal 29 al 31 marzo presso il Quartiere Fieristico di Galatina (LE).
Questa manifestazione si configura come un incontro tra gli attori, istituzionali, pubblici e privati, della sicurezza, ed è finalizzata ad incoraggiare la conoscenza reciproca, lo scambio delle esperienze, la realizzazione di attività promozionali, la diffusione dei prodotti e delle tecnologie. Il Security Expo 2007 è la prima manifestazione espositiva in materia, a livello nazionale, e la prima manifestazione in tema di Amministrazione Pubblica dell'area centro-meridionale d'Italia. Vi prendono parte attiva, con il proprio personale ed i propri mezzi e strumentazioni in dotazione, le Forze di Polizia e le Forze Armate, nonchè le diverse Istituzioni pubbliche che operano nella Pubblica Sicurezza e nella Difesa, realizzando appositi stand istituzionali. Qui il PON avrà stand delle 5 forze dell’ordine e, fra i vari sistemi sofisticati utilizzati per monitorare il territorio e prevenire il crimine, sarà esposto e spiegato il MOBIX, una macchina che “radiografa” i container alle dogane per smascherare l’immigrazione clandestina ed eventuali traffici illegali di armi e droga.
Sempre dal 28 al 31, a Rimini il PON sarà presente alla kermesse europea EUROP.A., un luogo di incontro fra i vari soggetti del settore pubblico – sia a livello centrale che locale – per favorire l’intreccio di relazioni e di business fra l’industria e i fornitori di servizi, le società di consulenza e in generale gli operatori economici con la Pubblica Amministrazione. Insomma, una grande vetrina per le Autonomie Locali dove IL PON AVRA’ UN CONTATTO PRIVILEGIATO CON RAGAZZI, STUDENTI E FAMIGLIE CUI PRESENTERA’ LE ORMAI STORICHE INIZIATIVE LEGATE AL FUMETTO RADIO KARIKA, AL CARTONE ANIMATO DELLA STANZA DI ANTONIO, E A TUTTI I PROGETTI CHE TOCCANO L’EDUCAZIONE CIVICA, AMBIENTALE, STRADALE, IL RISPETTO DELLE LEGGI, LA FIGURA DEL POLIZIOTTO-AMICO.
TECNOLOGIE IN VETRINA: IL MOBIX
Tante le tecnologie utilizzate dalle forze dell’ordine presenti all’Expo di Lecce, ma anche a Rimini. Tra questi il Mobix, un dispositivo tecnologico a raggi X per fronteggiare i traffici illeciti e sostenere l'immigrazione legale. Si chiama Cargo Mobix 3800M 3.8 Mev ed è il nuovo strumento destinato al controllo di container e veicoli cargo elaborato dalla Direzione centrale dell'immigrazione e della Polizia di frontiera del Dipartimento della pubblica sicurezza nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno" (PON). Il sistema del Mobix, presentato a Roma il 3 febbraio 2005 presso il Reparto mobile di Ponte Galeria, è un vero e proprio check-point mobile che, grazie all’alta potenzialità di scansione consentirà agli operatori di Polizia di effettuare fino a quaranta controlli l'ora.
La configurazione del generatore di raggi X non invasivi e dei rilevatori elettronici sono installati sul braccio meccanico di un autocarro Volvo in grado di ruotare intorno al container così da ottenere una visione quasi tridimensionale del suo interno. Questo permetterà agli agenti di stabilire l'esatta collocazione spaziale degli oggetti sospetti individuati o delle persone eventualmente nascoste.Tutte le informazioni acquisite verranno gestite da un software di ultima generazione che permetterà di visualizzare le immagini su un monitor a cristalli liquidi per procedere poi alla successiva fase di analisi e catalogazione. Il sistema del Mobix, infatti, ha una capacità di archiviazione per un totale di 3mila operazioni.
Un sistema multifunzionale e tecnologicamente avanzato, dunque, che grazie alle due componenti principali di elettronica e meccanica, nonché alla sua caratteristica di estrema mobilità, fa di tale tecnologia il primo esemplare in Europa. Il servizio sarà reso ancora più funzionale dalla presenza di una pattuglia della Polizia stradale per la selezione del traffico e l'applicazione del Codice della strada, e di un autocaravan attrezzato – un ufficio mobile della Polizia – con due agenti a bordo.
RADIO KARIKA: UN FUMETTO A FAVORE DELLA LEGALITA’
Avvicinare i ragazzi ai difficili problemi della convivenza e dell’ordine pubblico, è una delle priorità più delicate del PON. RADIO KARIKA è un vero e proprio giornalino con tanto di storie sceneggiate, pagine coloratissime da sfogliare, racconti e problemi in cui rispecchiarsi facilmente, soprattutto da parte dei teen-ager. Il “teatro” dell’azione è Testuggine, complesso di abitazioni situato in una non ben precisata periferia del Sud Italia. Un po’ come un piccolo paese, ma con le problematiche di una grande metropoli, rappresenta un’isola dove si è a stretto contatto con i propri affetti, ma anche con la disonestà. Il quartiere, con un’architettura che ricorda un’enorme tartaruga pietrificata, si nutre degli stessi meccanismi di un paesino di provincia, dove tutti conoscono tutti e dove non mancano le occasioni di aggregazione. Al suo interno, il “Bar Sport”, è il luogo d’incontro più frequentato, il classico ritrovo per chi è in cerca di informazioni, di facce nuove o, semplicemente di conforto. Fuori dal mondo, eppure palcoscenico-simbolo dei meccanismi che regolano i rapporti interpersonali, Testuggine si identifica con le gioie e le frustrazioni dei suoi abitanti.
Chi meglio di un gruppo di ragazzi come protagonisti di una serie a loro dedicata?
La “squadra” è ben assortita e mira da subito a sottolineare le diversità fisiche, caratteriali e sociali dei vari personaggi. C’è chi di giorno fa l’elettricista e di notte si allena per gli incontri di pugilato, come Tony, o chi, come Salvatore, è appassionato di musica e spericolato a bordo del suo motorino. C’è Samir, figlio di immigrati del Ghana e abile sullo skateboard, e ci sono le ragazze, corteggiate, innamorate e soprattutto partecipi alla pari con il proprio bagaglio di aspirazioni e sentimenti. C’è poi spazio per Max e Nino, le “cattive compagnie”dei quartieri residenziali, ma non possiamo certo dimenticare che la comunicazione è alla base di questo racconto. Si affacciano quindi i differenti contesti familiari, le figure di riferimento come Giuseppe, gestore del “Bar Sport”, o la Dottoressa Esperia, a capo del Pronto Soccorso locale, e gli abituali frequentatori di Testuggine.
A questo punto, perché non dare ai ragazzi una “voce” in cui si riconoscano?
Passioni, vizi e desiderio di “evasione” trovano sfogo nella realizzazione di Radio Karika, spunto e insieme “sottofondo” per la narrazione. Nata come un divertimento tra amici, la radio diviene un centro di aggregazione, di produzione e di scambio e, cosa più importante, si trasforma in un lavoro. Quotidianamente in bilico tra legalità e voglia di trasgredire, gli amici si scoprono uniti e con un obiettivo comune.
Così, dalla cantina fatiscente di un quartiere di periferia si aprono i microfoni di Radio Karika, un network decisamente “underground” gestito dai protagonisti, dove la musica ha una parte fondamentale.
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