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LA DISCARICA DI MALAGROTTA
VA CHIUSA

Il Presidente del Municipio Roma XVI, Bellini:
“Subito un tavolo di confronto istituzionale con Comune e Regione”

Il Presidente del Municipio Roma XVI, Fabio Bellini, chiede l’immediato avvio di un tavolo di confronto con Comune di Roma e Regione Lazio sul problema del futuro della discarica di rifiuti solidi urbani di Malagrotta, la più grande d’Europa.

Nel nuovo Piano regolatore di Roma, un emendamento proposto dal Municipio, che sarà votato a giorni dal Consiglio comunale, prevede la trasformazione a verde pubblico delle zone esaurite della discarica. Il nuovo Prg definisce l’area di Massimina, attigua alla discarica, oltre un milione di metri quadrati di superficie, come una delle centralità urbane da pianificare. Ma ancora non si parla in concreto del futuro dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Roma.

“E’ arrivata l’ora delle scelte. Il tema dell’alternativa alla discarica di Malagrotta deve essere affrontato subito - afferma Bellini -. La discarica, che smaltisce quattromila tonnellate di rifiuti al giorno, nel giro di tre anni esaurirà gli spazi disponibili. Se non si pianifica ora il futuro dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Roma, il rischio è che ci sia una spinta ad ampliare la discarica invece che a chiuderla. Per un semplice motivo: i costi. Qui la tassa per i cittadini è la più economica d’Italia”.

Le alternative ci sono: anzi tutto l’aumento della raccolta differenziata. Il “decreto Ronchi” (decreto legislativo n. 22/97), recepito dalla legge regionale 27/98, parla in modo chiaro del riciclo dei rifiuti. La raccolta differenziata a Roma si aggira intorno al 10%, contro il 35% che è l’obiettivo del piano regionale.

“Vogliamo il risanamento ambientale di Massimina, che paga da trent’anni un prezzo alto per l’intera città - dice il Presidente Bellini -. È una delle poche aree a rischio d’Italia per la complessa situazione ambientale. Oltre alla discarica, nel territorio vi sono l’impianto per l’incenerimento dei rifiuti ospedalieri, la raffineria di Roma e numerosissime cave. Interventi urbanistici, anche importanti, devono avere come fine la riqualificazione ambientale. Per questo, come Municipio abbiamo già votato contro l’ipotesi d’insediamento di un termovalorizzatore nel nostro territorio”.

Roma, 18 marzo 2003


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