AKSTRAKT

"Akstrakt. Karl Lagerfeld" è il titolo di un'opera fotografica, edita dalla Steidl Collectors Books. Foto color seppia, in cui unico oggetto è l'uomo nella sua essenza. Uomo come simbolo ed immagine di sé. Uomo come andros e non antropos, fatto di una sensualità fortemente maschile che si muove sullo sfondo di un mondo androcentrico. Nessuna spiegazione, nessuna didascalia: quello proposto da Lagerfeld è un percorso attorno e verso la mascolinità. Prendendo le mosse dalla circolarità come Origine, l'uomo ne viene estratto come fosse l'archetipo del suo sesso, un nuovo Adamo e come un nuovo Adamo, egli pone le mani sul mondo, usandolo come fosse lo scudo per lui Achille, o forse solo un vestito o forse ancora, quelle mani sono il segno di un possesso, fatto di carne e di materia. Di quel mondo, vergognoso, finisce per vergognarsi e quindi lo usa per nascondere il volto. Ma è nella purezza della nudità che mostra l'orgoglio di sé e quindi si spoglia, compiaciuto e compiacendosi, ma senza darne mostra se non la fierezza del corpo. Quella che Lagerfeld cerca di rappresentare è la purezza e la perfezione di una scultura classica, contaminata però da una sensualità maliziosa che occhieggia negli occhi e sulle labbra, disegnando vogliose fossette sul viso del modello ma anche di chi lo guarda. Di una bellezza austera, marziale, atletica, che gonfia i muscoli in tutta la loro possanza per gridare l'IO davanti a cui quello stesso mondo appena creato pieghi la testa, quel mondo che improvvisamente diventa solo una parte del tutto che è l'andros, uno strumento di potere e di fuga, orientato verso un orizzonte che è conquista e proiezione del Sé. Lagerfeld ci regala un uomo geometricamente perfetto, che finisce per essere la fantasia di se stesso. La splendida sublimazione del Sé.

Valeria Arnaldi