a cura di Valeria Arnaldi
 
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L'ARTE DI ARREDARE

L'Arte dell'arredamento è stata per lungo tempo considerata un'arte minore, ed inserita tra le cosiddette 'arti applicate'. Le arti decorative in generale venivano appellate in questa maniera, in contrasto con le arti liberali, degne dell'uomo libero. Ed è così fino all'Umanesimo, quando a cambiare è proprio il concetto di liberalità, non più inteso in senso sociale, ma etico e razionale. Nel quattrocento, le arti si trovano un piano pressoché di parità. Questo anche perché alcuni artisti consideravano la militanza nei generi minori come propedeutica e formativa per quelli maggiori. Ma è nel Settecento che si rimargina la frattura comunque esistente tra le due forme d'arte. "Quanta bizzaria - scrive Diderot - nei nostri giudizi! Esigiamo che ciascuno occupi utilmente il suo tempo e disprezziamo gli uomini utili". E ancora: "Gli artigiani si sono creduti spregevoli, perché sono stati disprezzati; insegniamo loro ad aver una più alta opinione di se stessi: è il solo mezzo per ottenere da loro prodotti più perfetti. Esca dal seno delle Accademie qualche uomo che scenda nei laboratori…" L'arte applicata diventa oggetto di studio e rivalutazione anche da parte dei filosofi ed entra a pieno titolo nell'Encyclopedie. Ed oggi una di quelle arti - l'arte di arredare - diventa oggetto di un'altra enciclopedia: Gabriella D'Amato è l'autrice de "L'arte di Arredare. La storia di un millennio attraverso gusti, ambienti, atmosfere", edito da Bruno Mondadori. Un resoconto enciclopedico che prende le mosse dai decori medievali per arrivare fino alle atmosfere minimaliste che oggi scegliamo per le nostre abitazioni, dimostrando che ogni mobile o suppellettile è un pezzo di storia e non necessariamente di storia dell'arte o del design. Si può ben andare oltre, infatti. L'arredamento, come ogni arte, è espressione del suo tempo ed è espressione semplice, perché diretta risposta di una richiesta di pubblico - che sia o meno popolare - ma anche ricercata perché si tratta di coniugare estetica e funzionalità, entrambe ai massimi livelli. A volte, nei secoli, l'una ha prevalso, imponendosi a scapito dell'altro, ma è anche in queste apparenti disarmonie che si scrive la storia. "Nella volontà di riunire la figura dell'artigiano e quella dell'artista che non vuol essere diviso da se stesso, si avverte tutta l'angoscia della scomposizione degli orientamenti pratici della stessa persona che deve produrre opere uniche in molte e le molte in un unico". In questa definizione di Morris è tutto il dilemma dell'arte minore fino ad arrivare all'arredamento d'oggi, che non insegue più il pezzo singolo o meglio, che deve fare dell'unicità copie molteplici, cercando però di snaturare il meno possibile la propria originalità creativa. "L'arte di Arredare" analizza un periodo di tempo che va dal Mille al Duemila, mostrandone le arti, gli artefatti, e gli artefici, o forse, in una parola, le atmosfere.

Valeria Arnaldi


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