ARTE E GLOBALIZZAZIONE

Grande successo a Torino per la mostra "Arte nell’era Global: How latitudes become forms", che adesso è diventata anche un catalogo. Già, ma per parlare di globalizzazione e di tutte le suggestioni e sperimentazioni interculturali che ne sono la più diretta conseguenza, non poteva bastare un catalogo di tipo tradizionale. Bando alla carta quindi e ai volumi rilegati. Spazio invece alla mobilità del computer ed alla ricerca. All’interno del CD si trovano 4 cartelline, che raccolgono: i ritratti degli artisti, le opere, le didascalie ed i progetti new media. Quattro cartelline che in apparenza sono rigidamente chiuse ognuna nella propria specificità, ma che invece sono strettamente collegate per andare a separare la Forma ed unire il Concetto. A supporto del cd, c’è anche un piccolo testo, una sorta di brochure, in cui a un saggio introduttivo, fanno seguito biografie degli artisti in mostra.
Arte e globalizzazione per aprirsi al nuovo e al contatto, inteso come scambio, per crescere insieme e diventare grandi, più ricchi, più complessi. Con orizzonti inevitabilmente e miracolosamente ampliati, perché frutto di realtà che più o meno lontane tra loro si raffrontano e confrontano, si mescolano e si reinventano.
Allora, ecco spiegato il perché di un cd. Il supporto digitale non imprigiona la forma, ma almeno concettualmente, lascia campo libero alle riflessioni, agli arricchimenti ed approfondimenti, alla visioni personali. E sì, perché anche di intimità si nutre la globalizzazione, che cerca di fare sua la realtà ma anche lo sguardo di chi la osserva.

Valeria Arnaldi