a cura di Valeria Arnaldi |
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IMITAZIONE E MEMORIA
Pendragon pubblica "L'equivoco dell'Eclettismo", uno dei pochi
saggi che traccino un percorso estetico, filosofico, storico e simbolico
dell'arte dell'imitazione, che sia copia, citazione o memoria. Imitazione
che però non viene vista come fine a se stessa ma diventa strumento
di un nuovo modo di far arte: l'Eclettismo, inteso come movimento, ossia
il sincretismo come concetto. L'idea degli artisti era quella di possedere
una conoscenza il più possibile approfondita della storia di
cui erano figli per poi renderla soggettiva, intima, abbandonando il
terreno dell'ufficialità per scendere nell'intimità di
un ricordo personale. L'artista che sceglie la via dell'eclettismo,
ama le contaminazioni architettoniche che finiscono per riflettere la
labilità dei confini tra i ricordi e le sensazioni. Dimensione
spaziale e temporale scompaiono per lasciare spazio al comune sostrato
del piacere e del gusto personale. Non conta la moda, conta l'essenza
di un messaggio sublimato che si svela attraverso il materiale e la
forma, scegliendo ciò che di meglio lo ha preceduto. La paura
dell'ignoto potenziale porta gli uomini a guardarsi alle spalle, scegliendo
la certezza dell'essere stato. Ma non basta. Ciò che si apprende,
che si ammira, che si sceglie come modello, nella mani e nelle intenzioni
dell'artista resta modello da cui prendere ispirazione e non oggetto
da imitare pedissequamente. Alla ricerca del bello inteso in senso universale.
Bello come Idea, Concetto di un Immaginario platonico. Valeria Arnaldi
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