SAN GIORGIO AL VELABRO

Quando, nella notte tra il 27 ed il 28 luglio, un attentato terroristico danneggiò gravemente la facciata di San Giorgio al Velabro, Roma sentì profondamente l’offesa ed il dolore legato alla ‘perdita’. Perché veramente i romani avevano creduto di trovarsi di fronte ad una perdita definitiva. Ma proprio l’offesa, ha generato una reazione forte e l’impegno profuso nel restauro ha restituito alla Capitale uno dei suoi gioielli architettonici. Quell’impegno e quel lavoro sono oggi documentati in uno speciale del ‘Bollettino d’Arte’, pubblicato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il volume raccoglie la storia della Chiesa e dei suoi restauri, per raccontare e ‘svelare’ a i Romani un’architettura splendida che – purtroppo – spesso passa in secondo piano tra le tante bellezze di Roma. Dossier, saggi e fotografie ripercorrono le tappe salienti della ‘rinascita’ della Chiesa, puntando l’attenzione sui suoi dettagli e le sue peculiarità, nonché sul raffronto tra il ‘prima’ ed il ‘dopo’ lavori.
Il bollettino si rivolge agli appassionati d’arte ma non solo, offrendo una panoramica completa sui lavori e sulle tante e delicate scelte fatte prima di iniziarli ed in corso d’opera. Innanzi tutto, è stata importante la scelta di recuperare i materiali crollati, per riutilizzarli poi nella ricostruzione. Ricostruzione della struttura ma anche della sua immagine e del suo valore storico. Dopo la deflagrazione, del Velabro colpiva il vuoto, quello spazio che prima lo legava alle architetture circostanti e che narrava la storia della capitale. Quello spazio andava colmato con attenzione e cura, con rispetto e con rapidità, perché non restasse nei romani il ricordo di quella pesante ferita. Il Bollettino è quindi un pezzo di storia, una testimonianza ed un regalo, perché racconta l’amore per l’Arte e la cura che va dedicata ai monumenti, che ci parlano di noi, del posto da dove veniamo e della grandezza cui possiamo tendere.

Valeria Arnaldi