a cura di Paola Rocco

Teatro Argentina


L’ISPETTORE GENERALE

di Nikolaj Gogol’, regia e scene Matthias Langhoff, costumi Catherine Rankl
con Eros Pagni, Jurij Ferrini, Ferruccio Soleri, Muriel Mayette, Vittorio Franceschi
versione italiana di Vittorio Franceschi dall’adattamento francese di André Markowicz

DAL 20 FEBBRAIO AL 9 MARZO 2003, ORE 20.30

UN CLASSICO DELLA COMICITÀ SEMPRE APERTO SULLA REALTÀ CONTEMPORANEA

Arriva al Teatro Argentina di Roma L’ispettore generale di Nikolaj Gogol’, testo di grande respiro spettacolare, caratterizzato da una comicità estremamente graffiante e dotata di una forte ricaduta anche nel contemporaneo.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro di Genova di cui ha aperto la cinquantunesima stagione il 18 ottobre 2001 (inaugurando la collaborazione dello Stabile genovese con Matthias Langhoff, uno dei maestri della moderna regia europea), sarà in scena all’Argentina dal 20 Febbraio al 9 marzo 2003, seconda tappa di una breve tourneé che, partita da Bologna l’11 febbraio, si concluderà a Mosca, al Teatro dell’Armata Rossa, il prossimo giugno.
Sul palcoscenico agiscono attori appartenenti a culture teatrali di diversa matrice europea (italiani, francesi, spagnoli, svizzeri) e a differenti generazioni, con Eros Pagni nel ruolo del sindaco e il giovane Jurij Ferrini in quello del falso ispettore, ma anche con le significative presenze di Muriel Mayette (la moglie del sindaco) della Comédie Française e di Emmanuelle Wion (la figlia del sindaco), di Ferruccio Soleri (Osip), indimenticabile Arlecchino degli spettacoli di Strehler, di Jean-Marc Stehlé (il medico del distretto), di Vittorio Franceschi (Dobcinskij), di Trinidad Iglesias (la cuoca), oltre a quella di una decina di altri interpreti internazionali. La versione italiana dell’Ispettore generale è di Vittorio Franceschi, dall’adattamento francese di André Markowicz. Le scene sono firmate da Matthias Langhoff; le musiche sono di Alfred Schnittke, i costumi di Catherine Rankl, le luci di Piero Niego, la fonica di Claudio Torlai e la pittura del ciclorama di Catherine Rankl e Antoine Fontane.
Scrive il regista: “Personalmente, mi piace lavorare con attori che provengono da diverse culture. Lo trovo stimolante sia per me che per loro. Non amo le distribuzioni in cui tutti gli attori recitano con lo stesso stile. Ritengo che a teatro le differenze siano importanti come nella vita, ma credo anche che uno spirito comune e la capacità di recitare insieme siano elementi centrali del fare teatro”.

LA COMMEDIA
«Non rimproverare lo specchio se la tua faccia è storta», dice il proverbio che Gogol’ ha voluto mettere ad epigrafe della commedia scritta nel 1836.
In una cittadina di provincia si sparge la voce dell’arrivo di un ispettore generale, suscitando grande allarme, data la corruzione che regna in tutti gli uffici. Credendo di riconoscere il temuto ispettore in un giovane scapestrato, Chlestakov, sceso in quei giorni in un alberguccio del luogo, tutti fanno a gara per conquistarne i favori. Senza ben capire di che si tratta, il giovane ne approfitta, accettando feste, regali, denaro; arriva persino a fidanzarsi con la figlia del sindaco. L’intrigo si svolge rapidamente, anche perché il falso ispettore, temendo complicazioni, si allontana col pretesto di recarsi a chiedere il consenso del padre alle nozze. L’errore si rivela alla fine attraverso la violazione del segreto epistolare da parte dell’ufficiale postale e con l’annuncio che il vero ispettore è arrivato per la sua inchiesta.
Muovendo dal vecchio spunto farsesco della sostituzione di persona, Gogol' crea una serie di scene comiche e graffianti, a volte anche commoventi, che ne rendono duraturo il successo fino ad oggi.


L’ispettore generale si propone come un testo teatrale dall’armonia classica, sotto la cui andatura comica traspare una tremante angoscia che, dalle sue evidenti origini russe, finisce con l’assumere valori universali.
Al tempo della sua prima rappresentazione, nel 1836, L’ispettore generale suscitò una tempesta di proteste e critiche. I tipi rappresentati erano sotto gli occhi di tutti e il tono di caricatura non faceva che accentuare i lati negativi della loro esistenza, che era quella della burocrazia russa. Oggi il testo si presenta con le caratteristiche di un discorso “necessario” per i nostri tempi, per la nostra società.

DA UN’INTERVISTA A LANGHOFF
“L’ispettore generale è una commedia che conserva eterna attualità. Lo dico anche con una certa amarezza, perché parla della corruzione e delle sue connessioni con la politica, in un sistema che genera la paura. Al centro di questa travolgente farsa c’è qualcosa che accomuna Gogol’ a Kafka: due artisti che, rispecchiandosi l’uno nell’altro, hanno saputo veramente farci capire qualcosa di più su quel grande mostro che è l’amministrazione pubblica. E ciò attraverso un grottesco che insieme ci fa ridere e ci fa paura, portando in primo piano l’immagine concreta di un potere ‘mostruoso’ che si serve della corruzione, ma di cui questa è solo l’aspetto esteriore: quello che riusciamo a vedere e che riusciamo a rappresentare. Attraverso la comicità, Gogol’ (e, come lui, più tardi Kafka) getta qualche granello di sabbia nella stupida macchina di questo potere, vale a dire che compie un atto di sabotaggio. Questo ne fa, da un certo punto di vista, uno scrittore realista, capace cioè di una diretta ricaduta sulla realtà nella quale viviamo”.

LA TOURNEE 2003
Bologna, Arena del Sole, 11 – 16 Febbraio; Roma, Teatro Argentina, 20 Febbraio – 9 Marzo; Milano, Teatro Strehler, 13 – 30 Marzo; Mosca, Teatro dell’Armata rossa, 25 - 27 Giugno

L’ISPETTORE GENERALE , Teatro Argentina, 20 Febbraio – 9 Marzo 2003, Martedì, Mercoledì, Venerdì e Sabato ore 20.30, Giovedì e Domenica ore 17, Durata 3h e 50m con intervallo
I biglietti sono in vendita al Teatro Argentina (ore 10/14 – 15/19, tel. 06.688.04.601/2, chiuso lunedì).
Informazioni e prenotazioni: tel. 06 6875445 fax 06 6865669 e-mail: promozione@teatrodiroma.net

Per informazioni:
Ufficio stampa Teatro di Genova: Viviana Ronzitti 06.48.19.524, 333.23.93.414, ronzitti@fastwebnet.it
Ufficio stampa Teatro di Roma: Beatrice Fabbretti, 06.68.40.00.08, 335.64.19.189 ufficiostampa@teatrodiroma.net; www.teatrodiroma.net


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