A.T.I.R. Associazione
Teatrale Indipendente per la Ricerca
in collaborazione con la Scuola d'Arte Drammatica "Paolo Grassi"
presentano:
NATURA
MORTA IN UN FOSSO
di
Fausto Paravidino
con
Fausto Russo Alesi
luci e scene
Nicolas Bovey
regia
Serena Sinigaglia
dal
28 novembre all' 8 dicembre 2002
Da questa stagione,
il Piccolo Eliseo inizia la ricerca di una nuova identità,
che ha già trovato una definizione chiara nelle parole del
Direttore Artistico, Giuseppe Patroni Griffi: "il Piccolo Eliseo
venne ideato e diretto sin dall'inizio come un vero e proprio Teatro
Studio".
E' in questo senso che la Direzione Artistica del Teatro Eliseo vuole
lavorare per rendere lo spazio del Piccolo Eliseo un centro culturale
oltre che di tradizione rinnovata, di innovazione intelligente, che
sia pronta a reggere il confronto con il teatro tradizionale.
Il Piccolo Eliseo è destinato a diventare luogo di incontro
tra tradizione e presente, uno spazio che possa ospitare la nuova
drammaturgia, i nuovi registi, le nuove compagnie, ma anche i grandi
attori e i grandi registi a confronto con testi innovativi o contemporanei.
E per questo, dopo Mettiteve a fa' l'ammore cu me! di Eduardo Scarpetta,
regia di Arturo Cirillo, e ora con Natura morta in un fosso di Fausto
Paravidino, il Piccolo Eliseo inizia il percorso di trasformazione,
che procederà poi con Vecchie, scritto e diretto da Daniele
Segre e interpretato da Mariagrazia Grassini e Barbara Valmorin, Amleto
con la regia di Antonio Latella e L'Ambleto di Giovanni Testori nell'idea
di Sandro Lombardi e Federico Tizzi.
Natura
morta in un fosso la pièce di Fausto Paravidino, cronaca dal
vivo e indagine poliziesca, debutta al Piccolo Eliseo giovedì
28 novembre, dove resterà in scena fino all'8 dicembre.
Rivelazione della nuova drammaturgia italiana, Premio Ubu e Coppola-Prati,
Fausto Paravidino in questo suo nuovo folgorante scritto per Fausto
Russo Alesi, un attore in ascesa (Premio della Critica Teatrale 2001),
sfila le storie dalla realtà e le mette in scena con cattiveria,
senza forzare, con uno sguardo analitico, curioso e disincantato,
rigoroso e ironico.
Un noir che si dipana con un ritmo serrato, senza sbavature fino alla
soluzione del mistero, diretto da Serena Sinigaglia, la giovane regista
che ha già dato ottima prova in altri suoi lavori.
"Un
qualsiasi paesotto di una qualsiasi provincia del nord Italia.
Un fosso sul ciglio di una statale.
Una ragazza morta ammazzata, abbandonata in quel posto da qualcuno
che le ha tolto i vestiti e con essi i documenti.
Sono le quattro del mattino.
Cominciano le indagini.
Chi è questa bella ragazza? E perché è stata
uccisa? E come? E soprattutto da chi?
Natura morta in un fosso è un frammento della delirante violenza
che riempie ogni giorno della nostra vita. I giornali ci sguazzano.
I politici ci vincono le elezioni ( " Votate per me e io vi ripulisco
la città da qualsivoglia pericolo "). Gli spettatori (ovvero
noi, cioè tutti coloro che non praticano né la politica
né il giornalismo e non fanno i poliziotti) si stupiscono poi
non si capacitano certe volte si indignano più spesso si spaventano
dopo di che dimenticano. E così via. Ogni giorno, almeno tre
volte al giorno ( il Tg del mattino alla radio, poi quello del pranzo
alla TV e infine quello di cena tra un maccherone al ragù e
un'insalata super maxi biologica).
Natura morta in un fosso è un noir a teatro, ovvero il luogo
più inospitale per questo genere di fiction. La TV ne è
piena e così il cinema. In teatro è più raro.
Probabilmente perché è ben difficile riuscire a creare
della suspance, di quella tosta, intendo, di quella che ti fa davvero
prendere paura, in teatro. Altrettanto difficile è realizzare
scene spettacolari di inseguimenti vari o di fantasiosi ammazzamenti
del tipo Hannibal de Cannibal. Insomma nolente o volente il teatro
è roba vecchia, antica, lenta, roba per palati fini, per gente
raffinata. Il fatto è che noi non siamo gente raffinata e tanto
meno abbiamo palati fini. A noi ci piace King ( ma anche nonna Agata),
abbiamo tutte le cassette del grande Hicthicok, e certi film non ce
li perdiamo di certo
Seven, I soliti sospetti, Il silenzio degli
innocenti
ma anche quelli nostrani - ci mancherebbe!-
Profondo
Rosso, Suspiria, Il gatto a nove code
Tutti, tutti, non ce ne
perdiamo uno. Di recente siamo persino diventati fanatici di un certo
Harry Potter. Abbiamo già pronto lo zainetto per la Scuola
di Magia che prima o poi apriranno. Ma ci piace anche il teatro. E
ci piace un sacco. Il perché ci piaccia così tanto è
un vero mistero ( ma la vita è piena di misteri - a proposito
di gialli!). Dunque perché non fare una cosa che ci piace (
ovvero un noir) in un luogo che ci piace ( ovvero in teatro).
Natura morta in un fosso è un monologo. E' dunque l'occasione
per un attore di confrontarsi con quello che ha imparato ( fare il
punto, insomma). E' costruire la sua " autoralità"
scenica. E' farsi le ossa. Solo davanti a chi lo guarda, solo davanti
a se stesso. E' la vacanza del regista dato che il lavoro più
grosso spetta all'attore. E' poi una forma semplice e " popolare"
( nel senso gramsciano) di intrattenimento: il menestrello, il narrastorie,
uno che si siede e ti affabula. Non costa niente e lo puoi fare ovunque!
Non male, eh?
Natura morta in un fosso è un testo contemporaneo perchè
l'ha scritto un giovane autore. E' un testo su commissione, nel senso
che io e Fausto abbiamo chiesto a Paravidino se aveva voglia di scrivercelo
e lui ha detto sì.
Natura morta in un fosso è un dipinto di Bacon, uno qualsiasi.
E' il famoso quadro usato come copertina di quasi tutti gli Amleti:
Ofelia morta che galleggia nell'acqua. E' la Canzone di Marinella
( dedicata ad una ragazza morta ammazzata, una prostituta di cui non
si riuscì mai a scoprire né il nome né l'assassino).
E' la vergogna dei parenti, lo sgomento delle vittime, la paura dei
testimoni. E' che si ammazzano tra di loro, che muoiono solo i "
soggetti a rischio". E' che la violenza non è prevedibile,
che il mondo è diviso in vittime e carnefici, che nessuno sa
da che parte sta fino a che non incontra l'altra mela
Quello
che l'ucciderà o che si farà ammazzare
E' uno squarcio di ordinaria follia.
Di conseguenza tenete gli occhi sempre ben aperti e guardatevi alle
spalle. Non si sa mai
"
(dalle note di regia di Serena Sinigaglia)
Orario
degli spettacoli: da martedi a sabato ore 20,45 - domenica ore 17
- lunedì riposo
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