a cura di Paola Rocco

Teatro Sala Umberto


LINA SASTRI in

CORPO CELESTE

Liberamente tratto dall’omonimo saggio di
Anna Maria Ortese

Suite in cinque parti e musica ideata e diretta da Lina Sastri
Con musiche tratte dalla tradizione napoletana
Scene, costumi e luci di Alessandro Kokocinski

Dall’ 11 al 30 marzo 2003

Una riflessione sul presente, che parte dalla riflessione sul passato, su ciò che si è perduto, sull’inevitabilità del non ritorno, sulla possibilità, poetica e divina dell’uomo, di rimpadronirsi del presente e di ritrovare il proprio futuro. I temi e i pensieri sono scanditi dalle diverse immagini pittoriche e da brani musicali della tradizione classica napoletana, come frazioni liriche e, talvolta, drammatiche, appassionate o visionarie del racconto.

“In tempi cupi e bui, come quelli che viviamo, ho sentito il bisogno fortissimo di seguire, con il mio cuore, i miei pensieri, esprimendoli con le parole degli scrittori e dei poeti che amo.
La forza viva e potente del teatro consente di raccontare con verità e semplicità, come nella vita, senza alcuna finzione, le paure e le amarezze che siamo costretti a vivere, la necessità massima della memoria e forse del dolore, per ricominciare una vita nel rispetto della dignità di esseri umani nati con noi e che la storia presente sempre più ci costringe a dimenticare.
Il teatro ci ricorda che non siamo solo figli del nostro tempo, ma siamo figli dell’eternità. Senza memoria non si vede. In questo spettacolo ci proponiamo di vedere attraverso la contemplazione, per quella antica catarsi di cui si nutre il teatro. Noi artisti abbiamo il grande privilegio di poter esprimere, a nudo, con libertà, le emozioni, e questa è una responsabilità che esige coraggio, forse anche quello di non vincere. Bisogna rischiare per continuare a vivere e fare della nostra diversità una bandiera.”

In una stanza segreta ed immaginaria, che la scenografia essenziale e pittorica occulta e svela al tempo stesso, una donna racconta e canta.
È come un monologo assorto e vasto, insieme di riflessione e di memoria, per convergere verso un punto di luminosa trasparenza che restituisca alla realtà, sia vera sia immaginata, l’appartenenza ad un’altra divina realtà: quella dell’uomo e delle sue emozioni, della vita nella sua semplicità ormai perduta e svilita, dell’arte e della bellezza. Pennellate di eterno sul quadro della vita di tutti i giorni.

“Il passato come partenza per arrivare, attraverso il presente, alla speranza in un futuro migliore, ma soprattutto in un uomo migliore. Una speranza difficile da tenere in vita, minata ogni minuto da atroci eventi e atroci pensieri, sorretta e alimentata dalla memoria, dalla conoscenza, dalla sofferenza e dalla forza dell’arte.”


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