a cura di Paola Rocco
e Maria Fabbricatore

Roma - Via dei Fori Imperiali

Macchine Teatrali
presenta

UNA PIAZZA D'ITALIA

testo e regia di
Item Maestri

liberamente tratto dal libro Piazza d'Italia
di Antonio Tabucchi

con
Michele Santeramo e Simona Vitale
musiche di Beethoven, J.S.Bach e di Edgard Varèse
Produzione Macchine Teatrali

29 novembre 2002 - Teatro Comunale di Panicale (PG)
5 dicembre 2002 - Sala Polivalente Crevalcore (BO)
7 dicembre 2003 - Teatro Comunale Caldarola (MC)

Due storie allo specchio, due storie che scorrono in tempi opposti. Ed entrambe partono da Una Piazza d’Italia, nel luglio del ’46. Da lì le storie procedono in parallelo: una indietro nel tempo fino alla presa di Roma da parte di Garibaldi, l’altra fino a Genova, in quel luglio del G8 dove fu ucciso Carlo Giuliani.

 

La prima storia ripercorre, rileggendo al contrario il libro di Tabucchi, “Piazza d’Italia”, le vicende di una famiglia di Anarchici di un paesino della Toscana. La Resistenza, l’opposizione al fascismo e la guerra di Spagna, la prima guerra mondiale, le conquiste coloniali, le imprese garibaldine fanno da sfondo a tre generazioni di contadini ribelli e romantici.
La seconda, alla stessa maniera, legge tre generazioni di una famiglia di origine contadina che, passando dalla ricostruzione post-bellica, il boom economico e l’urbanizzazione, il ’68, gli anni della speranza, quelli del terrorismo, la normalizzazione craxiana, la globalizzazione e il berlusconismo, arrivano fino a noi.
Le due storie procedono parallele, una in avanti e l’altra all’indietro, talvolta intersecandosi e incontrandosi in un terreno non storico ma visionario ed onirico. I personaggi si scambiano, le situazioni si invertono, le storie si parlano in un gioco continuo del rincorrersi e del rovesciarsi.

 

Sono pennellate leggere di situazioni personali o familiari che solo accennano alla grande Storia che passa, laggiù in lontananza, ma che determina tremendamente i destini fino a condizionarne i più piccoli gesti che acquisiscono, così, significati oltre ogni volontà, diventando storici.
E’ stupefacente come all’interno di questo gioco di tempi che si divaricano, di immagini diverse che divengono o regrediscono, i personaggi, che si incontrano, non si conoscono ma.....si riconoscono….fino a parlare tra loro e a riflettere sulla loro condizione più profonda. Un’antistoria d’Italia dalla parte dei perdenti.... Una fiaba insomma, pervasa dal senso arcano ma non oscuro, della fragilità della vita.

 

La rilettura di Piazza d’Italia al contrario, partendo dall’ultima pagina per arrivare alla prima, inoltre, introduce un gioco continuo di scoperta (e sorpresa) perchè solo andando avanti nell’ascolto del racconto si dà spiegazione o ragione di ciò che prima è stato narrato, apparentemente senza alcun motivo dichiarato.

 

In scena due soli attori, il narratore (Michele Santeramo) e l’immagine poetica delle storie, la lettrice (Simona Vitale). Il narratore racconta questa storia un po’ folle partendo da quella Piazza d’Italia dove Garibaldo fu ucciso di fronte a “tutti quei caschi che si guardavano reciprocamente le pistole abbassate” ed arrivando a Piazza Alimonda dove Carlo Giuliani fu ucciso di fronte a “tutti quei caschi che si guardavano reciprocamente le pistole abbassate”.
Anche se, le due storie prendono vita a partire dalla lettrice (interpretata da Simona Vitale). Immagine poetica di solo movimento che attraverso la lettura del testo, nella sua più profonda intimità, da vita alle storie, alle immagini, ai personaggi, alle parole.

 

L’aspetto formale della narrazione viene particolarmente curato sia per quanto riguarda il peso (stesso numero di parole per entrambe le storie), che per quanto riguarda il suo movimento (parallelo nello sviluppo delle due storie) oltre che per il ritmo (momenti di rottura ed estraniazione, progressivo crescere e diminuire del narrato parallelo).

 

L’aspetto formale della scena, una meta piazza a scacchi bianco e nero; sullo sfondo un cartellone: “Le muse” di De Chirico e due imponenti torri che esplodono, dove con un semplice gioco di cambio di luci rosso, blue e bianco si determinano i tempi delle due storie che vanno avanti, indietro o in un tempo non tempo di sospensioni, incontri o visioni.
Item Maestri è un “incontro” recente di Macchine Teatrali.; pensionato, grande appassionato di teatro, ha legato il suo nome a Macchine Teatrali per questo “Una Piazza d’Italia”, e per la rivisitazione di “Requiem Scirocco”. La sua storia, le sue scelte personali (pescatore di telline a Goro...) lo rendono personaggio singolare e poetico.

29 novembre 2002 - Teatro Comunale di Panicale (PG)
5 dicembre 2002 - Sala Polivalente Crevalcore (BO)
7 dicembre 2003 - Teatro Comunale Caldarola (MC)


Per informazioni Ufficio Stampa Piera Possenti 348 13 17 360 stampamt@libero.it


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