a cura di Paola Rocco
e Maria Fabbricatore

Tour

Il Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia presenta

Pino Micol e Daniela Giovanetti in
Pallido Oggetto del desiderio

di René de Ceccatty
(dal romanzo "La femme et le pantin" di Pierre Louÿs)

adattamento teatrale di
René de Ceccatty e Alfredo Arias

regia di
Alfredo Arias

con la partecipazione di
Francesca Benedetti

Scene di
Francesco Calcagnini

musiche di
Arturo Annecchino

costumi
Alessandro Lai

luci
Jacques Ruoveyrollis

Teatro Rossetti di Trieste dal 18 al 23 febbraio, Teatro della Pergola di Firenze dal 25 febbraio al 2 marzo, Teatro Mercadante di Napoli dal 5 al 16 marzo

Daniela Giovannetti e Pino MicolDopo una serie di felici collaborazioni con Alfredo Arias, tra le quali ricordiamo il clamoroso La signora delle camelie con Isabelle Adjani, ecco una regia tutta italiana del grande regista, autore ed attore franco-argentino che nei sotterranei di Chaillot - il più grande teatro di Parigi e di Francia - ha appena avuto un enorme successo con il musical Conchita Bonita, da lui scritto e diretto su musiche di Nicola Piovani.

Il romanzo di Louÿs, pubblicato nel 1898, ha sempre suscitato l’interesse del mondo dello spettacolo: è stato numerose volte alla base di sceneggiature hollywoodiane e francesi. Da Marlene Dietrich (The Devil is a Woman, di Joseph von Sternberg) a Brigitte Bardot, le più famose attrici del grande schermo sono state attratte, da questo personaggio di “femme fatale”. L’ultima versione cinematografica, diretta da Luis Buñuel e sceneggiata da Jean-Claude Carrière, ha segnato una data importante nella storia degli adattamenti letterari, con il titolo di Quell’oscuro oggetto del desiderio.

Il testo consiste in una sorta d’itinerario mentale all’interno di un rapporto appassionato, che coinvolge un uomo maturo, una giovane ballerina e il nipote di lui. La storia - pervasa da una conflittualità misteriosa e da un sottile erotismo, fatto di perversi avvertimenti e lievi allusioni - viene rivissuta dall’anziano protagonista, che la racconta al giovane: la ballerina di cabaret viene evocata e la sua vita, non priva di risvolti oscuri e pericolosi, è rappresentata attraverso un teso gioco di flashback onirici e sensuali.

La regia, nella sua narrazione interiore e fluida, racchiude in sé molti riferimenti all’universo del cinema. L’azione si svolge interamente in un treno che riassume tutti i sogni del desiderio e della memoria.Daniela Giovannetti

Alfredo Arias, vero genio europeo della messinscena, conquista con il suo origninalissimo linguaggio. Nello spettacolo, inserirà tutto un lavoro coreografico, musicale e visuale, armonioso intreccio di erudizione, raffinatezza, seduzione e fantasia. Grande lezione di poesia, che tocca il mondo del music-hall e il teatro del melodramma.

Scrive Alfredo Arias nelle sue note di regia: “Quando ho fatto la messinscena di Carmen per l’Opéra Bastille di Parigi, René ha adattato i dialoghi parlati del libretto. Allora avevamo riflettuto insieme sui vari legami fra il mito di Carmen e alcune storie contemporanee, e, firmando un testo di presentazione del mio lavoro, René aveva abbozzato un paragone tra il racconto di Mérimée e il breve romanzo, posteriore, di Pierre Louÿs, come due ritratti di « femme fatale ». Più tardi, René ha scritto per Isabelle Adjani un adattamento della Signora delle camelie che prolungava questo discorso. …Nell’adattamento del romanzo di Pierre Louÿs ogni riferimento folkloristico alla società spagnola è cancellato per privilegiare la descrizione della passione nel suo meccanismo fatale, nel suo condurre verso la morte. …Il sesso è il mezzo che la danzatrice Anita, ha scelto per affrontare la morte. Le mie regie recenti hanno, forse inconsapevolmente, tracciato una linea della passione violenta e astratta nella sua violenza, portandomi a scelte di rappresentazione simbolicamente forti e a una direzione degli attori che non fosse solo psicologica : oltre alle mie regie liriche di questi ultimi anni (Carmen, The rake’s progress), Cachafaz di Copi, Aimer sa mère, scritto da vari autori per Marilú Marini, La signora delle camelie, Le serve di Jean Genet mi hanno permesso di elaborare un linguaggio teatrale dell’allucinazione, con una recitazione che potesse trasfigurare i dialoghi psicologici, in una fantasmagoria, trascinando gli spettatori nel mondo interiore dei personaggi : la rappresentazione diviene allora la messinscena del sogno, dell’inconscio.”

Lo spettacolo ha debuttato nell’ambito del Festival La Versiliana 2002.

La tournée nazionale inizia al Teatro Rossetti di Trieste dal 18 al 23 febbraio, Teatro della Pergola di Firenze dal 25 febbraio al 2 marzo, Teatro Mercadante di Napoli dal 5 al 16 marzo e prosegue sino ad aprile.


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