a cura di Serena Capotorto e Sara Cascelli e Maria Fabbricatore e Paola Rocco

Teatro Agorà

Teatro Agorà

La compagnia teatrale El Mira presenta

“CHIEDO SCUSA SE PARLO DI GABER”

Il teatro-musica di Gaber-Luporini

regia
GISELLA ANSELMI

direzione musicale
BRUNO BUONCRISTIANI

Movimenti coreografici
MANOLO CASALINO

con
Iole Carletti, Silvia Saitta, Chiara Spoletini, Flaviano Fiocchi,
Alberto Mancini, Alessandra Pazienza, Mino Postiglione

al pianoforte SILVIA GHIRIGHINI alla chitarra ROBERTO CENCELLI

30 MARZO - 7 APRILE

gaberSulla scena del teatro Agorà dal 30 marzo al 7 aprile, “Chiedo scusa se parlo di Gaber” il teatro-musica di Gaber-Luporini”, per la regia di Gisella Anselmi, vuole essere un omaggio al grande Giorgio Gaber. Cantautore, attore, uomo di teatro e di cultura, attraverso la sua originale produzione, Gaber ha scritto un’importante pagina della storia musicale italiana, riuscendo a dare spazio alla riflessione e al dubbio, facendo nascere negli ascoltatori la consapevolezza e una speranza, pur di fronte alle innumerevoli contraddizione della realtà.

Ad interpretare lo spettacolo di Gisella Anselmi, Iole CARLETTI, Silvia SAITTA, Chiara SPOLETINI, Flaviano FIOCCHI, Alberto MANCINI, Alessandra PAZIENZA, Mino POSTIGLIONE. L’esecuzione musicale dal vivo è affidata a Silvia GHIRIGHINI, al pianoforte e Roberto CENCELLI alla chitarra.

Scene e costumi: Daniela NARDUZZI; light designer: Pino LORETI; assistente coreografa: Tiziana COMPAGNONI; assistente ai costumi: Francesca METELLI; fonico: Federico LONGHI; tecnico luci: Fabrizio TRAMONTANA; assistente alla regia: Simone NEPA


NOTE DI REGIA

Sono l’uccello e il cacciatore, protagonisti della canzone/monologo La realtà è un uccello, 1974 a guidare lo spettatore dentro la leggerezza del pensiero utopistico e l’affannosa ricerca della realtà.
Su questo dualismo utopia/realtà, prende forma un racconto teatrale/musicale fatto di canzoni e monologhi raccolti in scene che rappresentano i temi della nascita, la donna, la diversità, le nevrosi della società consumistica, il potere e la libertà, la morte del pensiero schiacciato dalla mancanza di coscienza sociale. Le canzoni spaziano da Il sig. G nasce alle ballate più note degli anni ‘60/’70, agli adattamenti al femminile de Il Corrotto, Evasione, Madonnina dei dolori; i monologhi vanno da la Paura, Il pelo, Incontro a La collana, Lui, L’America….. L’ultima scena è la morte: la morte di Gaber, la morte del cacciatore e della ricerca della realtà, la morte del pensiero schiacciato dalla mancanza di coscienza sociale, ma l’ironia della canzone Il signor G muore ci salva dalla tragedia e in un’ambientazione da favola la canzone Non insegnate ai bambini uscita dopo la morte di Gaber, è il testamento che lui ci lascia, un messaggio e un segreto da svelare ai bambini.

Gisella Anselmi

Chiedo scusa se parlo di Gaber non è solo il titolo di uno spettacolo nato dalla passione e dalla scoperta continua di una materia artistica sempre viva, ma si può anche considerare il giusto modo per avvicinarsi con discrezione, in punta di piedi, all’opera dei uno dei più importanti artisti che abbia espresso il mondo dello spettacolo a cavallo del millennio. Chiedo scusa se parlo di Gaber, ma la mia vita sarebbe stata diversa, sicuramente più ovvia, se non mi fossi imbattuto nel suo teatro canzone, una vera illuminazione per tutti gli esseri umani che si sforzano di vivere sotto il cielo dell’intelligenza, cercando di non sporcarsi col fango della stupidità e di suo sorella banalità. Chiedo scusa se parlo di Gaber, ma di fronte al suo coraggio di andare controcorrente m’inchino, purtroppo sono sempre meno quelli che hanno la forza di accedere a un’idea e difendere la sua luce, arricchendola di pensieri. Chiedo scusa se parlo di Gaber, ma sono stato sempre affascinato dalla sua coerenza, parola desueta in questa modernità popolata di voltagabbana; una coerenza che è stata la sua vera arma di difesa contro tutti quei pensatori-dispensatori di opinioni bollite e ribollite nelle pozzanghere della mediocrità. Chiedo scusa se parlo di Gaber, ma quando uscivo da un suo spettacolo mi sentivo meglio come essere umano, mi sentivo parte del mondo in cui vivo, mi sentivo uno che aveva buoni motivi per credere nella forza del pensiero, delle idee. Chiedo scusa se parlo di Gaber, ma il verso di una sua canzone è diventato una bandiera della mia vita: “La libertà non è star sopra un albero...”
Chiedo scusa se parlo di Gaber è uno spettacolo che vive sulla scia di quello che il Signor G. ci ha lasciato, rendendo tangibile il fatto che la sua voce attraverso bravi attori, ben diretti, diventa la nostra voce. E’ come se su quel palcoscenico ci fossimo tutti, illuminati dalle sue canzoni e dai suoi monologhi...E quando si alza il sipario, ci piace pensare che, da qualche parte, anche lui continua a cantare insieme a noi.

Vincenzo Mollica


30 MARZO- 7 APRILE 2004
“Chiedo scusa se parlo di Gaber”
TEATRO AGORA’
Via della Penitenza, 33 (Trastevere)
tutte le sere h. 21:00 – domenica e festivi h. 17:30 – lunedì riposo
Ingresso: euro 13,00 – ridotto: euro 9,00 - tessera annuale euro 2,00

Prenotazioni: LIBERERIA UFO, via Ostiense, 54/b h. 16:00 – 19:00
Tel. 06.5759176 o

TEATRO AGORÀ Tel. 06.6874167 – fax. 06.6868528 – www.teatroagora80.it - e-mail: teatroagora80@libero.it



TEATRO AGORA’
Via della Penitenza, 33 – 00165 – Roma
Tel. e info: 066874167 – fax 066868528
www.teatroagora80.it


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