a cura di Serena Capotorto e Sara Cascelli e Maria Fabbricatore e Paola Rocco

Teatro Agorà

Teatro AgoràComune di Roma

L’Ass. Cult. Agorà ’80 presenta per la Rassegna
“Che ne dici di un viaggio a Mosca?- Viaggio nella drammaturgia russa e non solo...”

“IL GIARDINO DEI CILIEGI”

di Anton P. Cechov - regia Salvatore Di Mattia

con
Gabriella Arena, Pierre Bresolin, Giuliano Carucci, Massimo Di Leo, Fabio Di Mattia, Francesca Di Nicola, Gianfranco Guerra, Pino Loreti, Giorgia Passeri, Chiara Pavoni, Gaia Riposati

Scene: Cristiano Cascelli

costumi: Barbara Shultz

aiuto regia: Cristina Ferri

musiche originali: Stefano Marcucci

foto di scena: Fabio De Stefano

13 GENNAIO – 1 FEBBRAIO – Sala A

Il Giardino dei CiliegiL’opera di Cechov racconta la vicenda di una nobile famiglia che avendo sperperato il proprio patrimonio, si trova costretta a rinunciare e vendere la villa avita e con lei il suo splendido giardino. A comprarla sarà colui, che al contrario, col trascorrere del tempo, è passato dalla povertà alla ricchezza, trasformandosi da contadino e servo, in proprietario.

Attraverso questa vicenda, Cechov racconta, due mondi antagonisti, stili di vita che si confrontano, sullo sfondo di un paese che si trasforma.
L’espressione dell’autore si è sviluppata in quel periodo di marasma e reazione che ha segnato gli ultimi anni di regno tra Alessandro III e Nicola II; nel 1903 si costituiva in Russia il primo partito socialdemocratico; si sentiva nell’aria il vento delle tremende novità che di lì a qualche decennio avrebbero sconvolto il mondo; sensazione di un’epoca che finisce e intuizione di qualcosa che sta per nascere. In questo periodo Cechov scrive e scrive, “Il giardino dei ciliegi”. Non prende posizioni, le sue sono intuizioni.

Questi riferimenti storici forse non servono ai fine della messa in scena di quest’opera? Forse no, ma il conoscerli ci può dare la consapevolezza di ciò che stiamo facendo...
“Il giardino” rappresenta la consapevolezza massima del teatro borghese: una consapevolezza di sé che altri non hanno.
La particolarità sta nella scelta di non rappresentare un dramma, una tragedia, bensì una commedia: leggerezza, dunque, ironia, farsa (come voleva l’autore).

Le contrapposizioni e le contraddizioni sono la linfa dell’opera di Cechov che si snoda nell’alternarsi continuo di dibattiti serrati e momenti di apparente straniamento ( i personaggi non parlano mai completamente: ognuno segue un suo filo psicologico o un suo discorso poco interessato a ciò che dicono gli altri), che rendono a volte l’opera di una comicità esilarante.
Ed è questo l’aspetto che più d’ogni altro viene sottolineato in tale produzione firmata Agorà: l’umorismo cechoviano, privo di illusioni ma impregnato di sensibilità e attenzione verso i banali fatti del quotidiano che, di fronte alle grandi ideologie ( che come una premonizione Cechov fa intendere già fallite) sembrano il vero motore delle vicende storiche.

LA SCENA
Come rappresentarlo?
L’azione ha come ambiente la storia; storia che sembra scorra a prescindere dalle umane azioni ma, invece, ne viene determinata in quanto dal comportamento di tutti noi dipende ciò che accade.
Sulla scena dunque la storia: ciò che è trascorso, ciò che verrà; un presente che sembra piuttosto sospeso nell’eternità del tempo.

NOTE SUL REGISTA
Salvatore Di Mattia “fa teatro”dal 1965, come attore sino al 1980.
Da allora ha realizzato oltre 40 regie spazianti dai classici latini ( Terenzio, Plauto) alla commedia francese ed inglese, con un particolare interesse verso la drammaturgia italiana,confrontandosi con autori quali Tofano, G.C.Croce, Antonelli, Benedetti, Dursi e altri, sempre connotate dal rigore estetico e dalla messa al bando della sciatteria.
Alla prima regia originale Vita, morte e tradimenti di Giuda, storia della Passione visto dall’ottica del traditore, hanno fatto seguito numerosi lavori, tra i quali Il signore di Pourceaugnac di Moliere, con una rilettura che seguiva i dettami del cosiddetto “teatro libero” anni ’70 e il felice adattamento da Tofano Le avventure del Signor Bonavemtura rappresentato al Teatro Sistina nel1980 e riconosciuto come migliore rappresentazione di Sergio Tofano dell’anno dal critico del periodico L’Europeo.
Tra i lavori cha hanno destato maggiore interesse di pubblico e di critica, La donna in vetrina di Luigi Antonelli (1982), Duello in piazza di Guido Fin con Rocco Papaleo e Natale Russo(1984), lavoro connotato dalla dissolvenza e interazione attore marionetta.
Partendo dall’assunto che il <Teatro pone domande e non da risposte >, dunque dalla convinzione che il teatro sia capace di stimolare il pensiero, nascevano le rappresentazioni Chi ti ha detto che eri nudo di Bertoldi ( 1989) e Il vizio assurdo (1997) con Paolo Buglioni ( racconto dell’ultima notte di vita di Cesare Pavese), lavori che mettevano in discussione il mezzo televisivo che <non pone domande ma fornisce risposte >.
Nel 1986 Di Mattia mette in scena la commedia Que reste – t-il? New Yorkke! di Courte Line, e nel 1987 al teatro Parioli rappresenta Stelle e kajal.
Tra i lavori più recenti Casa di bambola di Ibsen ( 2000) e Madre courage (2001) di B. Brecht.
Infine nel 2001 ripropone una rilettura della commedia di Plauto Miles Gloriosus già realizzata nel 1984. (Tra i classici, Di Mattia ha messo in scena anche Heautonimorumenos di Terenzio).
Come autore oltre a Le Que reste – t-il? New Yorkke!, ha scritto la commedia Operazione Eugenio rappresentata nel 1990 e ripresa nel 1995.

13 GENNAIO – 1 FEBBRAIO – Sala A
Ore 21:00 – festivi ore 18:00 –
Ingresso: Euro 13,00 – ridotto Euro 8,00- tessera Euro 2,00
TEATRO AGORA’
Via della Penitenza, 33 – 00165 – Roma
Tel. e info: 066874167 – fax 066868528 - www.agora80.it -


Teatro AgoràComune di Roma


"CHE NE DICI DI UN VIAGGIO A MOSCA?

Viaggio nella drammaturgia russa e non solo...

13 GENNAIO – 16 MAGGIO

La memoria; il tempo. La storia. Quella che ci dimentichiamo, quella che scriviamo inconsapevolmente, quella che continua ad essere quando noi non siamo più.
Di questo vogliamo parlare.


Ricorre quest’anno il centenario della scomparsa di uno tra i più grandi drammaturghi della storia del teatro: Anton P. Cechov. E’ questa coincidenza che ha sollecitato l’interesse a proporre con il Patrocinio del Comune di Roma – Ass.to alle Politiche Culturali, la rassegna “Che ne dici di un viaggio a Mosca?”, serie di spettacoli, proiezioni, incontri di poesia e di formazione, dedicati alla drammaturgia e cultura russa.

E sarà l’opera di Anton P. Checov “Il giardino dei ciliegi” per la regia di Salvatore Di Mattia, ad aprire questo viaggio spettacolare il 13 gennaio (17 GENNAIO PER LA STAMPA). A chi chiedesse il perché di questa scelta, non vogliamo e non possiamo limitarci a dire: perché è il centenario della scomparsa di Cechov. Bensì, perché “il giardino” è un classico, un’opera dell’intelletto sempre attuale; perché ci fa riflettere su questo: ciò che è successo può sempre accadere di nuovo...

Non a caso all’opera di questo autore scomparso ai primi del secolo, si è voluto accostare quella di Alekseij Arbuzov (autore nato all’indomani del debutto del “giardino” e recentemente scomparso) : “Marat, mio povero Marat”, che rappresenta il naturale compimento dell’illusione che avrebbe dovuto muovere gli spiriti prerivoluzionari, quali sono i personaggi de “Il giardino dei ciliegi”. Le grandi promesse, le illusioni, i sogni si svuotano, di fronte all’ineludibile incalzare della storia.

E’ la sensibilità contemporanea che completa questo percorso storico e drammaturgico nella sconfinata Russia. “In apnea” (scritto e interpretato dall’attrice russa Veruska Proshina) racconta di un amore perduto. La protagonista rievoca i variegati sentimenti che percorrono la storia di un incontro fatale con un uomo italiano, la storia di una amore cui si oppone la logica delle convenienze sociali.

Infine, Massimiliano Milesi, con il suo “Tuo affezionatissimo Cechov” “rilegge” alcune tra le opere più ironiche, più divertenti, più “comiche” di Cechov: un regista prepara il suo nuovo testo, una commedia, una satira cinica e distaccata del mondo teatrale cechoviano. Questo il filo conduttore che lega tra loro alcuni dei più noti atti unici di Anton P. Cechov, di cui la natura essenziale viene rispettata seppur riproposta alla luce della sensibilità contemporanea.

Sempre nell’ambito della rassegna, presso il teatro Agorà verrà presentato il corso Essere, essere. Attore, ”. Gestirsi nello spettacolo come imprenditore di te stesso a cura dell’Associazione Culturale Abilis che presenterà in due appuntamenti le linee generali del corso, i suoi obiettivi e scopi e, un dibattito sul mondo dello spettacolo nella Federazione Russa, le opportunità di lavoro, i rapporti con l’Italia, così fornendo un’ulteriore tappa al viaggio nella drammaturgia e nel teatro russo che la rassegna intende offrire.

E ancora una volta il legame tra la Russia e la cultura europea nella fattispecie italiana, si esprime nell’opera di Gozzi, “Principessa Turandot” rappresentata per la prima volta a Mosca nel 1922 per la regia di Evgenij B. Vachtangov (Vladikavkaz 1883 – Mosca 1922). Grazie all’amichevole partecipazione e collaborazione del Prof. Ferruccio Marotti, docente di Istituzioni di Regia dell’Università di Roma “La Sapienza” e alla collaborazione di Massimiliano Milesi, verrà proiettato in lingua originale questo prezioso documento, è la registrazione di una delle periodiche riprese dell’opera (1972) del regista e pedagogo teatrale tra i più importanti nella storia del teatro russo.

La manifestazione riserva infine una sorpresa finale per gli spettatori più affezionati: come suggerisce il titolo della manifestazione, sarà messo in palio un viaggio di una settimana per due persone a Mosca e San Pietroburgo.
Così da scoprire se ciò che questa manifestazione ha voluto suggerire, vive nella terra alla quale è stata intitolata. (REGOLAMENTO sul sito www.agorà80.it)

Perché la Russia?
Perché più che in altri paesi, questa terra dalla incredibile vastità ricorda all’uomo la sua relatività, la sua vulnerabilità di fronte alla natura e al tempo che, inequivocabilmente, trascorre.
L’uomo che attraversa il tempo e la storia, a volte tenta di essere e di lasciare nella storia un indelebile segno; a volte trascorre la vita cercando una verità che il più della volte non riesce a trovare. Nel frattempo la storia, quella con la “S” maiuscola (la storia delle persone, della quotidianità, della memoria) si scrive, il tempo trascorre e la natura continua a compiere i suoi miracoli. Con queste premesse l’Associazione Culturale e l’omonimo teatro intende promuovere, spettacoli che rinverdiscano la memoria, performance che spronino a speculare sulla condizione dell’odierna società in una chiave “leggera” ma attenta alle “cause”. Sperando soprattutto nell’attenzione dei più giovani, futuri spettatori e “attori”di domani.

Tra le coincidenze che hanno portato a dedicare alla Russia parte della stagione teatrale 2003/04, la ricorrenza del Ventennale di attività del Teatro Agorà, gestito dall’Ass. Cult. Agorà ’80, in scena il 13 gennaio “Il giardino dei ciliegi” di A. P. Cechov, regia di S.Di Mattia anticipando di pochi giorni l’esatta ricorrenza della prima rappresentazione dell’opera al Teatro d’Arte di Mosca: 17 gennaio 1904. Nella stessa data il 17 gennaio 2004 la compagnia Agorà invita la stampa e gli amici di sempre per uno spettacolo a sorpresa, per festeggiare tanti anni di infaticabile di attività teatrale.


PROGRAMMA della RASSEGNA

Da gennaio a maggio andranno in scena:
13 gennaio-1 febbraio – Sala A
“Il giardino dei ciliegi” di Anton P. Cechov, regia di Salvatore Di Mattia

27 gennaio – 1 febbraio – Sala B
“In Apnea” di e con Veruska Proshina, con poesie di Anna Achmatova

3 - 21 marzo – Sala B
“Marat, mio povero Marat” di Aleksej Arbuzov, traduzione, adattamento e regia di Salvatore Di Mattia

27 aprile – 16 maggio – Sala A
“Tuo affezionatissimo Cechov” scritto e diretto da Massimiliano Milesi


Alle rappresentazioni si accompagneranno anche

17 e 26 gennaio

Presentazione e applicazione “pilota” del corso “Essere, essere. Avere – Come gestirsi nel mondo dello spettacolo come imprenditore di se stessi” a cura dell’Ass. Cult. Alibis.
Interverranno agli incontri la Dr.ssa Marina Benvenuti (aspetti economico tributari in materia di spettacolo), Dr. Quintino Di Marco (aspetti del marketing e della comunicazione), Dr.ssa Maria Rosati Hansen (sul lavoro di studio psicologico dell'attore sul personaggio e sull'attore persona), Dr. Danilo Bonanni (aspetto legale e tributario) il 17 gennaio. Per l’appuntamento del 27 gennaio, dal titolo “Viaggio in Russia -Il mondo dello spettacolo nella Federazione Russa, le opportunità di lavoro, i rapporti con l’Italia” intervengono al dibattito il Dr. Danilo Bonanni, la Dr.ssa Marina Benvenuti, il Dr. Quintino Di Marco e l’Arch. Roberto.

E, grazie alla amichevole partecipazione e collaborazione del Prof. Ferruccio Marotti docente di Istituzioni di Regia dell’Università di Roma “La Sapienza”, la proiezione della preziosa pellicola “Principessa Turandot” di Gozzi rappresentata a Mosca nel 1922 per la regia di Evgenij B. Vachtangov (Vladikavkaz 1883 – Mosca 1922), attore, regista e pedagogo teatrale di cui quest’opera può definirsi il trionfante “testamento teatrale” della sua importante carriera di regista.
L’opera è in lingua originale, registrata nel 1972.

Sono previsti inoltre incontri dedicati alla poesia e letteratura russa

 


TEATRO AGORA’
Via della Penitenza, 33 – 00165 – Roma
Tel. e info: 066874167 – fax 066868528
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