a cura di Serena Capotorto e Sara Cascelli e Maria Fabbricatore e Paola Rocco

Teatro Agorà

Teatro Agorà

L’Ass. Cult. Agorà ’80 presenta in occasione della Rassegna
“Che ne dici di un viaggio a Mosca?- Viaggio nella drammaturgia russa e non solo...”

“MIO POVERO MARAT”

(Moj bednyj Marat )

di Aleksej Arbuzov – traduzione, adattamento e regia Salvatore Di Mattia
con
Ivana Ferretti, Urbano Lione, Marco Venienti

scene: Cristiano Cascelli – costumi: Barbara Schutlz – aiuto regia: Cristina Rusich

6 – 21 MARZO

Va in scena il 6 marzo per la regia di Salvatore Di Mattia, l’opera di Aleksej Arbuzov “Mio povero Marat”, opera familiare in Italia sotto il titolo “La promessa” rappresentato per la prima volta in Italia verso la fine degli anni ’60, per la regia di Valerio Zurlini, con Anna Maria Guarnieri, Umberto Orsini, Giancarlo Giannini.
La uova regia di Di Mattia, si inserisce nella Rassegna di Drammaturgia Russa apertasi con “IL giardino dei ciliegi” di Cechov, di cui quest’opera di Arbuzov, può dirsi la “prosecuzione ideale”: secondo la lettura del regista, sembra sia un’altra volta la storia la protagonista della piéce, o forse il tempo che, inesorabile, passa oltre la vita dei protagonisti, dimentichi loro malgrado, delle proprie promesse.

Sullo sfondo di una Nazione che si trasforma profondamente, quale l’Unione Sovietica degli anni compresi tra la battaglia di Stalingrado del 1942 e il “disgelante” dicembre 1959, la storia di Marat, Lika e Leonidik. Tre ragazzi, studenti, diversi, emotivi, accomunati da una promessa, un sogno che per ognuno si infrangerà contro l’arroganza della guerra e della realtà, del tempo che trascorre, della storia che si scrive e che, nonostante tutto, lascia una speranza: “....Anche il giorno prima di morire non è tardi per ricominciare la vita da capo – dice Leo – E’ un paradosso, certo, ma mi è rimasto impresso”.

Nato a Roma nel 1908, Aleksej Arbuzov, attore e regista, racconta il dolore delle cose non capite, dei sentimenti taciuti o distorti; sentimenti d’amore e di amicizia che, in ogni caso, segnano la vita di tre protagonisti, movendoli come scacchi fino alla mossa finale che ribalta, imprevedibilmente una partita che sembrava chiusa da tempo.
A ben vedere, la semplice trama di questa delicata commedia si fonda tutta sui “buoni sentimenti”, che possono allignare anche quando intorno c’è l’inferno. E’ sì vero che sulle macerie, sulle rovine di una catastrofe nascono comunque i fiori, tuttavia la dissacrante civiltà di fine millennio mostra come il buonismo sia un sogno e l’amore giovanile, un ricordo.
In questa chiave va letta la rappresentazione che, nulla concedendo al facile realismo, si muove sui piani distratti della memoria: quasi un’eco in lontananza di emozioni sentite e di dolori provati.

NOTE SULL’AUTORE
Aleksej Arbuzov nasce a Roma nel 1908, attore, regista e Direttore della sua Scuola Teatrale da lui stesso fondata, fu forse il più popolare e prolifico dei nuovi scrittori russi, autore di opere come “Staromodnajakomdija” (“Commedia all’antica”) 1976, prodotta a Broadway nel 1978, che tratta del risveglio dell’amore tra due persone anziane.
Tra le altre sue opere di maggior successo vanno ricordate anche “Tanja”, “Cronaca Europea”, “Dodicesima ora” e, soprattutto¸”Accadde ad Irkutsk”.

NOTE SUL REGISTA
Salvatore Di Mattia “fa teatro”dal 1965, come attore sino al 1980.
Da allora ha realizzato oltre 40 regie spazianti dai classici latini ( Terenzio, Plauto) alla commedia francese ed inglese, con un particolare interesse verso la drammaturgia italiana, confrontandosi con autori quali Tofano, G.C.Croce, Antonelli, Benedetti e altri, sempre connotate dal rigore estetico e dalla messa al bando della sciatteria.
Alla prima regia originale Vita, morte e tradimenti di Giuda, storia della Passione visto dall’ottica del traditore, hanno fatto seguito numerosi lavori, tra i quali Il signore di Pourseaugnac di Moliere, con una rilettura che seguiva i dettami del cosiddetto “teatro libero” anni ’70 e il felice adattamento da Tofano Le avventure del Signor Bonavemtura rappresentato al Teatro Sistina nel 1980.
Tra i lavori cha hanno destato maggiore interesse di pubblico e di critica, La donna in vetrina di Luigi Antonelli (1982), Duello in piazza di Guido Fin con Rocco Papaleo e Natale Russo(1984), lavoro connotato dalla dissolvenza e interazione attore marionetta.
Partendo dall’assunto che il <Teatro pone domande e non da risposte >, dunque dalla convinzione che il teatro sia capace di stimolare il pensiero, nascevano le rappresentazioni Chi ti ha detto che eri nudo di Bertoldi ( 1989) e Il vizio assurdo (1997) con Paolo Buglioni ( racconto dell’ultima notte di vita di Cesare Pavese), lavori che mettevano in discussione il mezzo televisivo che <non pone domande ma fornisce risposte >. Del 1986 Di Mattia mette in scena la commedia Que reste – t-ill? New Yorkke! di Courte Line, di cui è anche autore e nel 1987 al teatro Parioli rappresenta Stelle e kajal.
Tra i lavori più recenti Casa di bambola di Ibsen ( 2000) e Madre courage (2001) di B. Brecht; nel 2001 ripropone una rilettura della commedia di Plauto Miles Gloriosus già realizzata nel 1984. Ultima regia, in questa stagione, Il giardino dei ciliegi di A. P. Cechov nell’ambito della rassegna di drammaturgia russa “Che ne dici di un viaggio a Mosca?” con il Patrocinio del Comune di Roma, Ass.to alle Politiche Culturali
Come autore oltre a Le Que reste – t-lil? New Yorkke!, ha scritto la commedia Operazione Eugenio rappresentata nel 1990 e ripresa nel 1995.


TEATRO AGORA’
Via della Penitenza, 33 – 00165 – Roma
Tel. e info: 066874167 – fax 066868528
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