a cura di Serena Capotorto e Sara Cascelli e Maria Fabbricatore e Paola Rocco

Teatro Furio Camillo

Teatro Furio Camillo

Presenta

“IL MULINO DEGLI SCONCERTI”

LE MEMORIE DI GINO SANDRI : PITTORE

Dal 5 al 7 Marzo


“Come non ricordare i giri di ore, giorni, settimane, mesi, attorno ai tavoli delle Sale Residenza Misti, giri d’un centinaio d’uomini per sala vociferanti le loro follie o lo scherno alle altrui, o assorti in giuochi di schiamazzo o in concentrazioni di letture impossibili e io balzante da una finestra all’altra cercando farmi piccino o non esser visto dall’infermiere di guardia e disegnare, disegnare, disegnare tutti i volti e gli scorci possibili, trovando nella baraonda qualcuno giunto a un grado di prostrazione annichilita che mi pregava disegnarlo sperando qualche parola fraterna di cui il Dio della Misericordia non mi ha fatto mai avaro”.
( G. Sandri pagina sciolta diario)

Gino Sandri classe 1892, nato a Rossiglione Ligure il 14 febbraio, morto il 6 novembre del 1959, nell’ospedale psichiatrico di Mombello; viene rinchiuso a Monte Mario per la prima volta nel 1924
per un reato di non precisata “natura politica” , subisce diversi ricoveri forzati (dal 26’al 32’,33’,
38’, 45’,48’,52’) nel 53’ viene definitivamente internato.
In alcune note autobiografiche, scrive:

“Senza ammonimenti o confronti fui colpito d’una misura nuova e unica d’inquisizione nel pensiero…questa con trauma mi troncò la carriera”.

“…in una casa di salute ove fui trattenuto, girato a un’altra nell’allegria panica d’una grande scoperta che infatuava tutti…”.

“Altri sono lì proni, affranti con le teste segnate di veterani… che tocchi o meno non domanderebbero che rialzarsi pertinacemente a lavorare, lavorare a qualcosa di convincente in un mondo magari magnanimo e fraterno…”.

La tragica consapevolezza dell’ineluttabilità che il marchio del ricovero psichiatrico impone alla sua carriera artistica e più in generale a tutti gli internati, si evince chiaramente già da questi pensieri, tuttavia nella parte degli scritti dedicati alla follia ed alla cura possibile le sue teorie si fanno più generali ed incredibilmente attuali.
I disegni dei degenti, poi, sono di straordinario impatto emotivo e costituiscono il contributo determinante della sua arte illustrativa e della sua missione d’artista.

In occasione della ”Mostra omaggio” tenutasi a Roma nel marzo 2002( Palazzo delle Esposizioni), curata dall’arch. Paolo Conti ,infaticabile custode delle opere e dei diari , abbiamo avuto modo di conoscerne l’opera e gli scritti.
Ne è nato lo spettacolo :” Le memorie di Gino Sandri, pittore”.

LO SPETTACOLO

Lo spettacolo comincia con l’evocazione di un racconto scritto da Gino Sandri nel 31-32, quando ha già subito due internamenti, è la narrazione di un episodio avvenutogli a diciassette anni, durante la sua “prima campagna d’arte”.
Ho scelto proprio questo racconto, perché a mio parere assurge a parabola del suo vissuto:
l’accaduto profetizza il tragico destino dell’uomo e dell’artista, in quanto, per la prima volta l’io desiderante del giovane si scontra con la pregiudizievole chiusura del mondo esterno e con la negazione della sua personalità artistica.
In questa prima parte in guisa di prologo , la scena spoglia e oscura rivela un uomo in abito nero e con cappello che come a presentarsi guadagna lentamente il proscenio.

Una lirica leggera di Giuseppe Di Stefano, fa da raccordo alla parte dedicata ai giudizi psichiatrici ed ai referti medici, tratti dalle cartelle cliniche dei diversi internamenti subiti.
È da notare che questa parte sarà riferita in tono neutro in una porzione di scena differente dalla suddetta, col probabile utilizzo di proiezioni dei quadri e schizzi dell’autore, saranno messi in evidenza i punti dei giudizi in cui le contraddizioni sono più evidenti perché riferite alla sua pittura.

Dopo un breve videoclip girato all’interno di un ex-ospedale psichiatrico accompagnato da un componimento musicale che si ripete identico per tutta la durata, come intermezzo,la terza ed ultima parte rivela nuovamente il pittore.

Il testo riferito costituisce un montaggio di frammenti espunti da“Cosa è la follia” manoscritto che Gino Sandri propose ad Hoepli nel 1938/1940 come libro divulgativo su problemi psichiatrici da illustrarsi con la sua grossa raccolta somatica.

Il buio di fondo dissolve la sagoma dell’uomo sulle note di “Souvenir d’Italie” del poetico G. Bechi.

 


Teatro Furio Camillo - A. C. L'Archimandrita
Via Camilla 44 00181 Roma
06.97616026 - fax 06.97616027
botteghino 06.7804476 (dalle 17.30)
spettacoli ore 21.00 - domenica ore 18.00
lunedì riposo


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