a cura di Serena Capotorto e Sara Cascelli e Maria Fabbricatore e Paola Rocco

Teatro Furio Camillo

Il teatro Furio Camillo

presenta

Habillé d'Eau
Refettorio

Atto unico sull’obbedienza
liberamente ispirato a Womina-Nite di Masaki Iwana

Progetto e regia Silvia Rampelli
Danza Alessandra Cristiani Andreana Notaro Elisabetta Li Terlizzi Silvia Rampelli
Luce Gianni Staropoli
Musica originale Paolo Sinigaglia
Produzione Habillé d’Eau Teatro Furio Camillo

In scena dal 2 al 4 Marzo

 

La pièce
Womina-Nite - in forma di donna - è la prima parte di una trilogia scritta da Masaki Iwana in omaggio al padre riconosciuto della danza buto Tatsumi Hijikata. Opera corale di inusuale atmosfera, espone un femminile insano, sgargiante e logoro.
..Un'appesa, nessuno la conosce. Una vecchia prostituta, pare che sia Karayuki-san “Lasciatemi dire che persino io ho un cuore tenero”, è brava a cantare. Una ragazza distesa, dimostra 15 anni appena. Kasumi-san, poco più che una macchia sul muro e due cicatrici di rasoio ai lati della gola. Ultima, un'eccentrica, tiene un pesce tra i denti…
Nello spazio vuoto quattro donne male illuminate. Abiti da censura. Il terremoto.
Mitsu no utta desu... E’ l’estate 1919.
A Tokyo.


Note
Pochi accadimenti per una lenta combustione finale. Letteralità e rifiuto di narrare logorano il taciturno patto della messa in scena. Qui si manifesta un'etica della danza, più che un'estetica. E' il luogo di un'esposizione, di un'offerta. Come in un originario rito sacrificale l'applicazione a un compito, il minimo dell'azione, rivelano l'abbaglio dell'artificio, la potenza di ciò che sottende: l'essere.


In margine - agosto 2003
Definitivamente allentato l’esercizio filologico, riposte le azioni spettacolari e impudiche della pièce originale, denudato lo spazio, slabbrata la drammaturgia, ecco in tutta purezza profilarsi il rapporto con l’eredità: se il buto nasce in luogo e tempo definiti, lo spirito del buto è originario e affonda nell'uomo. Tale originarietà trascina senza enfasi lo spettatore sul terreno universale della pietas. Alle radici della sua cultura l'Occidente incontra l'Oriente.


La danza buto
Una sorta di Fisica prima, dalla quale lo Spirito non si è mai disgiunto. Prendo indebitamente in prestito queste parole di Antonin Artaud sul teatro balinese per aggregare una varietà di fenomeni formalmente eterogenei intorno alla nozione di corpo unico, anteriore alla scissione-predominio della mente, al linguaggio della parola. Corpo materia, eternamente plasmato dalle esistenze e dalle memorie, soggetto e non oggetto, esso stesso generatore dinamico di senso, rivelatore dell'identità metafisica tra concreto e astratto. La danza buto - nata in Giappone alla fine degli anni 50, accolta e metabolizzata dall'occidente cartesiano negli anni '80 - non si annulla nello stereotipo di una tecnica tramandata e tramandabile, ma vive una sempre nuova epifania nell'esperienza individuale di ciascun danzatore i cui esiti, formalmente indefinibili, mutano dall'intervento performativo, improvvisativo fino all'estremo del meccanismo coreografico.


Habillé d'Eau
Compagnia creata da Masaki Iwana in Francia nel 1996 con Yoko Muronoi e Silvia Rampelli in qualità di responsabile. Dopo un periodo di stasi, Habillé d’Eau, rifondata da Silvia Rampelli con Alessandra Cristiani, Andreana Notaro, Francesca Proia, ha debuttato in Italia con “Studio per Attis – lo spirito dell’albero”, vincitore “Enzimi 2002”. Attualmente la compagnia è impegnata nella sua seconda produzione: “Refettorio”, pièce vincitrice “Generazione Scenario 2003”.


Silvia Rampelli
Roma 1964. Laurea in Filosofia. Ha lavorato con l'immagine e le nuove tecnologie nel campo della ricerca, dell'informazione e della didattica. Ha studiato danza contemporanea con Susanna Odevaine, Dominique Dupuy. Danza buto con Masaki Iwana, Ishii Mitsutaka, Tetsuro Fukuhara, Daisuke Yoshimoto, Akaji Maro, Kazuo Ohno, Yoshito Ohno, Ko Murobushi. Ha danzato con Masaki Iwana e realizzato progetti personali in Francia, Germania, Svizzera, Italia. Attualmente sviluppa una propria ricerca espressiva fuori dai codici e dal 1996 svolge attività di insegnamento. Nel dicembre 2000 ha organizzato il primo appuntamento italiano della danza buto: “Giornata di libero scambio per un autocensimento” e nel febbraio 2003 in collaborazione con il coreografo Enzo Cosimi: “Butogenerazione: l’eredità della danza giapponese sulla nuova scena”.

Alessandra Cristiani Roma, 1970. Laurea in Lettere. Attrice di formazione barbiana, approda alla danza attraverso una personale ricerca sul training del corpo teatrale iniziata nel 1990. Riceve nel 1997 il Premio Excelsior come migliore attrice protagonista per il cortometraggio La foto, regia di Sara Masi. Studia espressività ed istintualità corporea con i danzatori Stefano Taiuti, Hal Yamanouchi, Elsa Wolliaston, Donatella Ruini; danza contemporanea con Giovanna Summo, Moses Pendleton, Domenique Dupuy. Dal 1997 al 2001 segue in Italia e in Francia il danzatore buto Masaki Iwana derivandone la tesi sperimentale: Masaki Iwana e l’eredità del Buto Bianco. The Intensity of nothingness: una metodologia della danza Approfondisce la direzione della propria danza con Silvia Rampelli, Stefano Taiuti, Akaji Maro, Yoko Muronoi, Akira Kasai, Ko Murobushi, Toru Iwashita. Nel 2000 partecipa alla performance Buto experience diretta da Masaki Iwana presso il Teatro Furio Camillo. Come solista presenta Non si può rubare la luna, per la quarta edizione del Grand Festival des Arts. Danse Directe, organizzato dal danzatore Masaki Iwana nel suo Istituto di ricerca Maison du Buto Blanc (Francia, 2000); Carillon, in occasione della Prima festa di danza Buto all’Argillateatri (Roma, 2000); gli assoli Fiori, Notturno, Eco, Io è un altro, all’interno delle tre edizioni della rassegna di danza Trasform’azioni (2000\03) della quale cura l’organizzazione presso il teatro Furio Camillo con il gruppo di danza Buto Lios. Collabora con diversi artisti visivi e compagnie teatrali.

Andreana Notaro Napoli,1970. Giovanissima inizia lo studio della danza classica al Lyceum di Mara Fusco continua con il contemporaneo con Gabriella Stazio, Sonia Di Gennaro, Maddalena Scardi, Rebecca Murgi, Annapaola Bacalov. Danza per Susanna Sastro in “Frammenti” e per Paola Ricciardi in “Klar”. Collabora con il gruppo ciberpunk CP\01 in vari eventi performativi, realizza la coreografia “Ellissi” con la compagnia Nuda Veritas.
Nel 1999 conosce la danza buto, studia con Masaki Iwana, Kazuo Ono, Yoshito Ono, Silvia Rampelli, Stefano Taiuti, Ushio Amagatsu. Danza nella performance di Masaki Iwana “buto experience”. Danza un solo al teatro Vascello di Roma all’interno della rassegna “Danza dai cinque continenti”, partecipa alla performance “serie i - habillé d’eau” ideata da Silvia Rampelli. Partecipa alla serie di spettacoli della ‘Locandaccia’ di Alessia Berardi e Loredana Paglioni per ‘Metamorfosi Festival di confine fra teatro e circo’.
Partecipa con un solo alla rassegna di danza buto ‘Trasform’azioni III edizione al teatro Furio Camillo.


Francesca Proia Ravenna,1975. Studia la danza classica a Ravenna e Montecarlo. Studia la danza contemporanea con Dominique Dupuy, Lucia Latour e Monica Francia; la danza buto con Masaki Iwana, Carlotta Ikeda, Daisuke Yoshimoto, Yoko Muronoi. Studia hatha yoga dal 1992, e da diversi anni si dedica al suo insegnamento.
Dal 1992 al 1998 danza con Monica Francia, prendendo parte a tutti gli spettacoli.
Nel 1997 danza con Masaki Iwana.
Dal 1997 collabora con Silvia Rampelli, danzatrice e responsabile della compagnia Habillé d’eau.
Dal 1998 collabora con Danilo Conti e Antonella Piroli, entrando in seguito nel gruppo da loro fondato TCP Tanti Cosi Progetti, prendendo parte a diversi progetti di cui l’ultimo, “Le ore”, ha debuttato nel marzo 2003.
Realizza progetti personali come: Can Can Live e Black out my love, assoli con la presenza di animazioni proiettate, create a mano. Nel 2002 crea Svankmajer Solo, accompagnamento danzato al documentario Kostnice (The Ossuary) di Jan Svankmajer.
Gli spettacoli e gli assoli vengono presentati nei più significativi festival in Italia e all’estero, vincendo numerosi riconoscimenti.
Collabora con il fotografo Enrico Fedrigoli per il progetto “La tigre assenza”.
Nel gennaio 2003 prende parte al terzo episodio di Tragedia Endogonidia, della Societas Raffaello Sanzio.


Teatro Furio Camillo - A. C. L'Archimandrita
Via Camilla 44 00181 Roma
06.97616026 - fax 06.97616027
botteghino 06.7804476 (dalle 17.30)
spettacoli ore 21.00 - domenica ore 18.00
lunedì riposo


Visita Localitalia per gli indirizzi e i numeri di telefono dei teatri

Visita Siti V.I.P. per trovare i siti dei tuoi attori e attrici preferite

 

HOME - TORNA HOME PAGE INFORMATEATRO

C'è un link che non funziona?

© ITALYMEDIA Tutti i diritti sono riservati