Macchine Teatrali
presenta
Rumore
uno spettacolo di Item Maestri
scritto insieme a Barbara Balzerani ed il Centro
di Cultura Popolare del Tufello-Roma
con Candida Nieri, Federica Armillis,
Lucilla Mininno, Marina Sorrenti
alla consolle luci e suoni luigi sermann – mann74 - suoni e rumori
di pietro riparbelli e roberta bacciardi
LAMERICA poesia di chiara cretella, che si ringrazia
per la gentile concessione
si ringrazia la Scuola del Piccolo Teatro di Milano per la collaborazione
16, 17 e 18 settembre
Rumore è il tentativo di capire e confrontarsi con un periodo
importante della nostra storia recente, gli anni ’70, a partire
dall’OGGI.
Rumore è frutto di oltre otto mesi di ricerche,
discussioni, confronti, litigi, urla.
Un percorso di analisi profonda, impietosa, crudele, sulle vite di chi
ha partecipato al processo creativo che talvolta ha aperto squarci di
luce e tal’altra ha portato a crisi oscure.
Abbiamo passato ore, giorni, settimane a confrontarci con la gente,
con le realtà sociali, politiche e culturali del territorio,
ed è stata proprio questa la grande ricchezza che ne abbiamo
ricavato. Abbiamo scoperto, rabbia, disperazione, poesia.
Anche nel progetto di messa in scena queste realtà hanno partecipato
attivamente e partecipano tutt’ora: c’è chi ha fatto
le scene, chi ha pensato ai suoni e rumori, chi ha recuperato i filmati
di auto- produzione del movimento, chi, più semplicemente, ha
dato suggerimenti e idee.
Da tutto questo, si è sviluppato un vero e proprio processo di
scrittura scenica collettiva.
Il sangue e la carne cruda di questi uomini e donne, come c’era
da aspettarsi, non si piegano né si sono piegati a nessun’altra
concessione di ordine formale.
Rumore
Non è uno spettacolo “politicamente corretto”.
Non è uno spettacolo sulla storia delle Brigate Rosse.
Non è uno sguardo nostalgico e romantico agli anni della passione.
Non è un’interpretazione politica della nostra storia recente.
E’, invece, un percorso di ricerca del senso per vite di uomini
e donne presenti.
E’ la disperazione del ritrovarsi inadeguati persino di fronte
alle categorie che dovrebbero servire ad interpretare il mondo e la
vita.
E’ la follia di “un ritorno” verso una normalità
oramai illusoria.
E’ l’urlo contro i silenzi, gli opportunismi, i compromessi
di una generazione sconfitta.
E’ il carcere che racchiude e stritola queste persone con sbarre
di ferro o, peggio ancora, con giudizi morali.
Tre donne: una brigatista, una compagna che, al tempo,
non ha fatto la scelta della lotta armata, una giovane di oggi. Si ritrovano,
nel tempo presente, a parlare ma non si parlano, non conoscono linguaggi
che comunicano, non trovano relazione. Sviluppano le loro riflessioni
sul senso della loro vita in forma monologante come fossero chiuse (tutte)
dentro le mura di un carcere (anche se per qualcuno il carcere è
reale). Ripercorrono o chiedono memoria e di fronte ad essa costruiscono
i loro percorsi di speranza, disperazione o rassegnazione. Sono grida
lacerate di chi non ne può più della “noia”
dilagante. Sullo sfondo i RUMORI di quegli anni che battono nelle teste,
che richiamano speranze, che spingono in pozzi senza fondo di impotenza.
Quei rumori oggi si mutano in quello sordo e metallico di un cancello
di un carcere che sbatte. Perché la vita è oggi e ”chissenefrega”
dei sapori, degli odori, delle atmosfere degli anni della rivolta.
Teatro Furio Camillo - A. C. L'Archimandrita
Via Camilla 44 00181 Roma
06.97616026 - fax 06.97616027
botteghino 06.7804476 (dalle 17.30)
spettacoli ore 21.00 - domenica ore 18.00
lunedì riposo