a cura di
Serena Capotorto - Sara Cascelli
Maria Fabbricatore - Laura Porelli
Paola Rocco

Teatro dell'Opera

 

Al Teatro dell’Opera di Roma

“Don Carlo”, di Verdi

con le scene restaurate di Luchino Visconti

Giovedì 13 maggio debutta al Teatro dell’Opera di Roma di “Don Carlo”, dramma lirico in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Joseph Méry e Camille Du Locle. Maestro concertatore e Direttore d’orchestra Nello Santi, regia di Alberto Fassini, scene dallo storico spettacolo di Luchino Visconti restaurate da Alessandro Ciammarughi. Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma.
Lo spettacolo è dedicato a Tito Gobbi nel XX anniversario della morte.
Il Don Carlos fu composto nel 1866 ma la proposta di trarre un’opera francese dalla tragedia di Schiller (il Don Carlos è l’ultimo dei drammi giovanili di Schiller –1759/1805-, quelli cioè scritti fra i venti e i ventisette anni di età) risaliva già al 1850. Fu però molto più tardi, nel 1865, che si decise per il Don Carlos e il libretto fu affidato a Camille Du Locle e Joseph Méry che però morì poco dopo, nella primavera del ’66, lasciando solo il collega ad ultimare l’opera. La prima rappresentazione all’Opéra di Parigi l’11 marzo del 1867 sotto la direzione del tedesco Hainl; mentre la prima rappresentazione in Italia, a Bologna, al Teatro Comunale, il 27 ottobre del 1867. E’ nel novembre del 1872 che va finalmente in scena per la prima volta a Roma (terza città ad ospitare quest’opera, dopo Bologna e Torino) il Don Carlo come l’ha

concepito Verdi, dramma politico-religioso con i suoi precisi imprescindibili riferimenti storici. Originariamente l’opera venne scritta in cinque atti e successivamente sottoposta a varie revisioni che modificarono in parte l’impianto originario. Nell‘83 vennero fatte numerose modifiche per di più riguardanti la struttura dei pezzi e molto spesso la loro sostanza tematica. Nell’attuale rappresentazione verrà adottata la versione in quattro atti, detta di Modena, senza l’atto di Fontembleau.
Per l’Opèra di Parigi Verdi scrisse, in lingua francese, tre opere in tutto: nel 1847 Jérusalem, rifacimento dei Lombardi alla Prima Crociata, nel 1855 Les Vêpres siciliennes ed infine il Don Carlos che segna una tappa molto importante nell’itinerario verdiano grazie al contatto col grand-opéra e con le correnti culturali europee che fruttarono al compositore un allargamento della concezione strutturale del melodramma e una più ricca elaborazione della parte strumentale.
La regia di Luchino Visconti, nella prima rappresentazione romana del Don Carlo nel novembre del ’65, cerca di ritrovare una prassi quanto più possibile vicina a quella dell’epoca in cui l’opera nacque, scavalcando le interpretazioni tendenziosamente “moderne” che ne hanno interrotto la tradizione; Visconti impostò una regia melodrammatica fondata sulla piena adesione alla tradizione romantica ottocentesca rivissuta con coscienza storicistica. Alla sua scuola son cresciuti registi come F. Zeffirelli, G. De Lullo e Alberto Fassini, suo allievo prediletto. Racconta il regista: “Certamente Visconti aveva temperamento e gusto e cercava artisti e collaboratori che l’avessero. Non era abituato alle mezze misure. L’atteggiamento che lo indispettiva di più e lo faceva arrabbiare sul serio era proprio la mancanza di professionalità”.
Furono diciannove anni: dal 1954 al 1973. Anni indimenticabili, nella storia della cultura, della musica e del teatro. Gli anni di Luchino Visconti e delle sue regie liriche. La sua edizione del Don Carlo ebbe la prima realizzazione a Roma nel novembre del 1965 (Direttore Giulini) ripresa poi nell’aprile 1968 (Direttore Previtali); quindi nel giugno del 1974 (Direttore Schippers) ed infine nel marzo 1987 (Direttore Kuhn).

Maestro concertatore e Direttore d’orchestra: Nello Santi
Maestro del coro: Andrea Giorgi
Spettacoli di: Luchino Visconti
Regia: Alberto Fassini
Realizzato con la collaborazione di: Joseph Franconi Lee
Scene e costumi restaurati da: Alessandro Ciammarughi

Movimenti coreografici: Marta Ferri
Disegno Luci: Bruno Monopoli

Personaggi: Filippo II, il Re di Spagna: Ferruccio Furlanetto / Giacomo Prestia (15, 19/5), Don Carlo, infante di Spagna: Francesco Casanova / Giovanni Meoni (15, 18 20, 22/5), Rodrigo, marchese di Posa: Alberto Gazale / Giovanni Meoni (16, 19, 21/5), Il Grande Inquisitore, cieco nonagenario: Paata Burtchuladze / Marco Spotti (19, 21/5), Un frate: Marco Spotti / Armando Caforio (15, 19, 21/5), Elisabetta di Valois: Dimitra Theodossiou / Micaela Carosi (15, 19, 21/5), La principessa d’Eboli: Luciana D’Intino / Marianne Corenetti (15, 19, 21/5), Tebaldo, paggio di Elisabetta: Sabina Willeit, Il conte di Lerma: Angelo Casertano, Un araldo reale: Mario Bolognesi, Voce dal cielo: Marie Devellerau
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera
Allestimento del Teatro dell’Opera


Prima: giovedì 13 maggio ore 20.30
Repliche: sabato 15 maggio ore 18.00, domenica 16 maggio ore 17.00, martedì 18 maggio ore 20.30, mercoledì 19 maggio ore 20.30, giovedì 20 maggio ore 20.30, venerdì 21 maggio ore 20.30, sabato 22 maggio ore 18.00
Prezzi dei biglietti: da 17 euro a 131 euro


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