a cura di Paola Rocco
e Maria Fabbricatore

Teatro Orologio


L'ultimo incubo di Edgar Allan Poe

Scritto e diretto da Biagio proietti

Con
Marco Belocchi

 

SALA ARTAUD

Dal 26 novembre al 14 dicembre 2003

" Quando si fa il nome di EDGAR ALLAN POE subito si evocano termini come mistero, paura, terrore e mai come nel suo caso questi sentimenti appartengono non soltanto alla sua opera ma anche alla sua vita, una vita breve intensa e maledetta, bruciata dall'oppio e dall'alcool.
Anche la sua morte è circondata di mistero: Edgar Allan Poe è morto a 4O anni il 7 ottobre 1849 alle cinque del mattino, dopo un lungo delirio interrotto da brevi intervalli di relativa lucidità, nell'ospedale di Baltimora dov'era stato ricoverato quattro giorni prima, essendo stato trovato in condizioni pietose dentro una taverna.
Noi, con questo spettacolo, entriamo nella stanza di quell'ospedale e spiamo gli ultimi suoi momenti, cercando di ricostruire la sua ultima notte: una notte piena di rimpianti e d'incubi, popolata dai fantasmi della sua vita e da quelli creati dalla sua mente, in un flusso continuo ed angoscioso che arriva al delirio, fisico e mentale. Distrutto dall'alcol e dall'oppio, lui cerca di resistere ai ragni che lo stanno divorando, tormentato dal ricordo doloroso della giovanissima moglie, Virginia, morta di tubercolosi, lui resiste all'avanzata della morte contrapponendo la vitalità dei personaggi creati da lui, talmente scolpiti da sembrare vivi, talmente forti da essere per lui gli unici amici, i soli compagni in questa notte senza fine.
Come la lama del pendolo, inevitabilmente la morte colpisce e lo fa precipitare nel pozzo, spegnendo la sua vita: la notte finisce, nasce l'alba di un nuovo giorno ed Edgar Allan Poe rinasce in noi e per noi, con le sue creature mostruose e dolcissime, con la sua angoscia ed il suo delirio, con la sua capacità di portarci fino all'orlo dell'abisso, incapaci di resistere, attratti dal demone della perversità. E giù nel vortice, dove ci piace precipitare, ci attende lui, salito sul vascello fantasma per condurci là dove la sua fantasia senza fine può trascinarci. E noi siamo felici di seguirlo. Per sempre ".

Biagio Proietti


Biagio Proietti

Nato a Roma nel 1940, laureato in legge con una tesi su L'intervento dello stato nel cinema, lavora come autore e regista: per il cinema ricordiamo Fai in fretta ad uccidermi…ho freddo (1966) di Maselli, La morte risale a ieri sera (1970) di Tessari, Black cat(1981)di Lucio Fulci da Edgar Allan Poe, Chewingum (1984) e Puro Cashmere (1986) diretti da lui stesso. Per la televisione scrive soggetti e sceneggiature di opere che fanno parte della storia della televisione: Coralba(1970)-Un certo Harry Brent(1970) e Come un'uragano (1972)con Alberto Lupo -Lungo il fiume e sull'acqua(1973)-Ho incontrato un'ombra (1974, premiato come miglior sceneggiato)-Philo Vance da Van Dine(1975, premio Giallo Cattolica)-Un uomo curioso da Piero Chiara(1975)- Dov'è Anna?(1976, record di ascolto, edito anche come romanzo da Rizzoli)- La mia vita con Daniela (1976) - L'ultimo aereo per Venezia(1977) - Madame Bovary da Flaubert(1978) - Doppia indagine(1978)-Racconti fantastici da Edgar Allan Poe(1979)-Incontrarsi e dirsi addio(1982). Nel 1980 esordisce nella regia con Storia senza parole, premiato come miglior film-tv, vincitore del Festival di Praga, presentato in molti festival cinematografici da Los Angeles a Montreal, da Locarno a Sorrento, trasmesso dalle televisioni di molti paesi. Da allora Proietti è anche il regista delle opere scritte da lui: nel 1980 L'armadio, La mezzatinta e Miriam - La casa della follia (1981) - Sound (1989) ecc. Per la radio ha scritto e diretto, fra l'altro, Aspetterò e Il lungo addio da Raymond Chandler(1978), Tua per sempre Claudia (1972), tradotto e trasmesso in Francia, Svizzera, Belgio, e Così è la vita(1996). Nel 2000 si è avvicinato al teatro scrivendo Delitto per delitto, ispirato al film di Hitchcock e La febbre dell'ottone da Ellery Queen: due mystery stories differenti poiché la prima è un thriller psicologico basato sul duello fra due personaggi tormentati, legati tra loro da un rapporto ambiguo e complesso, e la seconda è una commedia ironica che smonta e rimonta un certo tipo di giallo teatrale, con effetti divertenti.
L'ultimo incubo di Edgar Allan Poe nasce dalla passione di Proietti per lo scrittore americano di cui ha liberamente sceneggiato il racconto Il gatto nero per il film Black Cat di Lucio Fulci e per la televisione RAIUNO ha scritto la serie in quattro puntate Racconti fantastici di Daniele D'Anza con Philippe Leory, Gastone Moschin, Vittorio Mezzogiorno, nel tentativo riuscito di rileggere in chiave moderna i racconti di Edgar Alan Poe..

Marco Belocchi

Nasce a Roma nel 1960. Diplomato attore all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" nel 1983. Tra gli altri insegnanti: A.Trionfo, L.Salveti, L.Ronconi, A.Camilleri, F.Nuti, M.Fabbri, A.Corti, G.Moschin. Da allora lavora prevalentemente in teatro con registi quali Luca Ronconi (Santa Giovanna, 1984; Le due commedie in commedia, 1984), Aldo Trionfo (Fiorenza, 1986), Riccardo Reim (Les enfants terribles, 1990; I miserabili, 1996), Salvatore Cardone (Delitto per delitto, 2000; Molto rumore per nulla, 2001), Domenico Mongelli, Federica Tatulli, Claudio Borgoni, Francesco Tarsi (Odissea, 2000; Vita nova, 2002; Antonio e Cleopatra, 2003), e altri; e accanto ad attori quali Valeria Moriconi, Pino Micol, Adriana Asti, Arnoldo Foà, Virginio Gazzolo, partecipando a più di quaranta spettacoli, spesso in ruoli di primo piano.
Dal 1991 comincia a dedicarsi anche alla regia mettendo in scena prevalentemente autori contemporanei italiani tra cui La stanza di Venere (1993) di R.Cavosi, I sotterranei (1994) di N.Malpica, Fantasmi (1998) e La sala chiusa (2001) di S.D'Angelo; stranieri tra cui Il mestiere dell'omicidio (1993) di R.Harris, A mani nude (1996) di W.Kesselman. Oppure spettacoli di montaggio e sperimentazione multimediale: L'amor sacro e l'amor profano (1995), sulla poesia italiana medievale; Che folli questi artisti! (1999), sul disagio mentale. Dal 1993 comincia una proficua collaborazione col Teatro Stabile del Giallo di Roma mettendo in scena dei classici del genere tra cui L'uomo ombra, dal romanzo di D.Hammett; Gli occhi della notte di F.Knott; Uno studio in rosso, dal romanzo di A.C. Doyle, La scala a chiocciola dal romanzo di Ethel L. White, e divenendone tra il 1999 e il 2002 il Direttore Artistico. Tra le ultime produzioni: La scuola dei mariti di Molière; 33 Svenimenti dagli atti unici di A.Cechov.
Scrive inoltre narrativa e poesia conseguendo vari riconoscimenti e pubblicazioni; testi teatrali dei quali ha poi curato la messa in scena ovvero: Eleonora di', ispirato all'epistolario di Eleonora Duse; Gigolo, monologo; La regina della notte, di ispirazione mozartiana; e ancora soggetti cinematografici e sceneggiature tra cui Antelope Cobbler, film per la regia di A. Falduto.
Tiene infine laboratori e stage teatrali a Roma, Bologna e in Toscana, sia per la formazione di giovani attori, sia per studenti o comunque non professionisti.




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