a cura di Serena Capotorto e Sara Cascelli e Maria Fabbricatore e Paola Rocco

Teatro Vascello

AGRESTA

LE NOZZE DI ANTIGONE

di Ascanio Celestini
uno spettacolo di Veronica Cruciali, Arturo Cirillo
con Veronica Cruciani
scene Massimo Bellando Randone
musiche Francesco De Melis
luci Gianni Staropoli

spettacolo vincitore del Premio Oddone Cappellino 2002-2003

In scena dal 30 marzo al 4 aprile

La scrittura popolare e suggestiva di Ascanio Celestini, interprete del racconto quale passaggio ad una memoria di nuovo viva sulla scena, si allontana per la prima volta dal suo narratore e autore per incontrare la cura, affettuosa e sapiente, del regista – Arturo Cirillo – e dell’attrice - Veronica Cruciali – ne Le nozze di Antigone (al teatro Vascello da martedì 30 marzo).
Questo giovane e ormai autorevole esponente del teatro contemporaneo si affida dunque alla narrazione libera per riconsegnare un’identità alla Storia stessa. Non solo quella di un passato recente che si rende mitologico ma anche quella dei miti che diventano vicende dei giorni nostri: la protagonista infatti è un’eroina di periferia che, negli anni ’40, racconta di illusioni spezzate, di guerre di partigiani e del suo sogno di nozze con un padre già morto.
Prende forma un monologo fatto di parole semplici e complesse, concrete ed evocative, che si compongono musicalmente come in una partitura della memoria. Allora questa Antigone metropolitana non può fare a meno di parlare, ricordare, raccontare flashback di un’altra generazione che lei ha saputo fare propri, parte di una tradizione comune. Ella è una bambina, ingenua ed un po’ tonta, ma è al tempo stesso una vecchia, vittima del destino che non si è scelta ma che le parla della sua casa, del suo vissuto. Un percorso nuovo e diverso che ha il sapore di un’ affabulazione fantastica ma che corrisponde alla vita vissuta.
Così, il testo segna un’ulteriore evoluzione nel percorso di Celestini proprio mentre riscopre il processo intimo tra attore e personaggio al quale lo spettatore è gentilmente invitato a partecipare come osservatore e quale consigliere. Infatti uno stile, ad personam, scritto proprio per un’attrice amica, si sovrappone all’eredità spirituale cercata nel personaggio e attraversata dal pubblico trepidante di verità.
Vincitore del premio Oddone Cappellino 2002/03 e segnalazione al Riccione 2001/02, lo spettacolo che sembra costruito davanti al portale di una villa delle colline torinesi in una liturgia contadina essenziale negli arredi – un praticabile appena rialzato, un tavolino, alcune sedie e molte scarpe sparse – si carica di un realismo sociale capace di conservare dignità e mistero assoluti in quell’ordine maniacale che rassetta, raduna e raccoglie oggetti accompagnando i gesti, rari e accurati, col gioco ritmico delle ripetizioni, al quale Celestini ci ha abituato nella suo “cuntare” tutto contemporaneo. Un giovane teatro di qualità che sposa alla necessità della comunicazione diretta, l’evocazione della tradizione – impegnata, coraggiosa e immediata – espressa nella prima parte di un progetto che si appoggia alla vicenda di Edipo per trovare le voci d’eccezione di Antigone, Eteocle e Polinice, esempi e tentativi di una ricostruzione della memoria pronta a “rammemorare” con sguardi diversi e diversi destini.


TEATRO VASCELLO – Via G. Carini, 78 – 06 5881021
dal 24 febbraio al 14 marzo – ore 21, domenica ore 17 – lunedì riposo
Posto unico € 12.00 – ridotto 8.00


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