a cura di
Serena Capotorto - Sara Cascelli
Maria Fabbricatore - Laura Porelli
Paola Rocco

Teatro Eliseo

 

GEORGE DANDIN
o Il marito confuso
di Molière

traduzione Enrico Groppali
con Lello Arena, Gaia Aprea
scene Antonio Fiorentino
costumi Giuseppe Crisolini Malatesta
musiche Antonio Di Pofi
regia Luca De Fusco

Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”
Teatro Stabile di Catania

dall’8 al 27 febbraio 2005

 

Lello Arena, un Dandin innamorato e perennemente furioso, è l’alter ego di Molière, tormentato dalle continue infedeltà della giovane moglie Armande, interpretata dalla briosa Gaia Aprea. L’ossessione delle corna è alla base di buona parte del teatro molèriano ed intriga coloro che lo mettono in scena dato che il grande scrittore francese ha la genialità di indagare su un suo difetto, di prendere in giro se stesso attraverso i suoi debolissimi e innamorati protagonisti. In George Dandin l’autore si fa più crudo che mai e non ha pietà delle ingenue velleità di Dandin, che ha commesso l’errore di sposare Angelica, fanciulla tanto titolata quanto libertina, che non ritiene la fedeltà un dovere coniugale per chi non ha avuto la possibilità di scegliere il proprio marito. Nell’ossessivo meccanismo della farsa a Dandin capiterà di tutto: divenire confidente di coloro che cospirano contro di lui, osservare la fedifraga negare la palese evidenza e addirittura assistere impotente alla propria cornificazione. Ma i meccanismi spietati della farsa non somigliano in fondo a quelli dell’incubo? Tutte le vicende narrate dalla commedia non potrebbero essere frutto di una brutta nottata di Dandin che immagina la dolce moglie che gli sta a fianco nei panni di una terribile virago?

“Ho sempre pensato che i meccanismi crudeli e ripetitivi delle farse di Molière somiglino molto a quelli dell’incubo. Come non definire onirico il meccanismo che porta un marito tradito a cercare continuamente di smascherare la moglie senza riuscirci e addirittura ritrovandosi sempre nei panni del colpevole invece che della vittima? Se il tema è poi, appunto, quello del tradimento non si può non pensare quanto sia autobiografico per il grande commediografo francese, il quale visse un matrimonio tormentato dalle continue infedeltà della giovane moglie Armande. L’ossessione delle “corna” non è quindi solo del povero George Dandin (e di tanti altri protagonisti molièriani) ma anche del suo autore. Abbiamo quindi immaginato la secca, brutale storia del George Dandin come un terribile sogno del protagonista, il quale vede il proprio letto trasformarsi in una scomoda scala-scatola magica da cui escono tutti i personaggi che gli si contrappongono. Essi non solo sono aggressivi e malevoli ma addirittura un po’ mostruosi, tanto da assomigliare a strani e beffardi uccelli. Pensando alla vita di Molière abbiamo cercato, con Lello Arena, di disegnare un Dandin anche innamorato oltre che perennemente furioso, come la tradizione richiede. Il nostro Dandin è una sorta di bambino non cresciuto che vorrebbe vedere in Angelica ciò che il suo nome promette ma non mantiene. Il sogno di Dandin ha quindi l’andamento di una storia infantile, quasi di una favola, dominata visivamente da un’altra ossessione, quella del colore blu, il colore del sangue della sua amatissima moglie, croce e delizia della sua vita.
Il nostro spettacolo si apre e si chiude da un Molière apocrifo, citato cioè in un libello anonimo contro sua moglie, stampato alla sua morte.
Con le sue frasi conclusive sull'amore questo Molière, forse vero, certamente inverosimile, si affianca talmente al suo protagonista da finire col sovrapporsi”.

Luca De Fusco

Orario degli spettacoli:
martedì, giovedì e venerdi ore 20,45
mercoledi e domenica ore 17
sabato ore 16,30 e 20,45
lunedì riposo




Visita Localitalia per gli indirizzi e i numeri di telefono dei teatri

Visita Siti V.I.P. per trovare i siti dei tuoi attori e attrici preferite

 

HOME - TORNA HOME PAGE INFORMATEATRO
C'è un link che non funziona?
2002 © ITALYMEDIA Tutti i diritti sono riservati