a cura di
Serena Capotorto - Sara Cascelli
Maria Fabbricatore - Laura Porelli
Paola Rocco

Teatro Eliseo


Teatro Eliseo

VECCHI TEMPI

di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
regia Roberto Andò
con
Umberto Orsini Deeley
Valentina Sperlì Kate
Galatea Ranzi Anne
scene e luci Giovanni Carluccio
costumi Nanà Cecchi
regia video Luca Scarzella

produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione - Teatro Stabile di Catania

dal 16 novembre al 12 dicembre 2004

Torna sulle scene romane Old Times (Vecchi tempi) di Harold Pinter, nell’edizione diretta da Roberto Andò, prodotta da Emilia Romagna Teatro e dallo Stabile di Catania, edizione che ha già riscosso il plauso della critica e il consenso del grande pubblico.
L’uomo dello spigoloso triangolo, è ancora Umberto Orsini, già protagonista trentun anni fa del discusso allestimento di Visconti duramente contestato da Pinter, che riuscì a bloccarne le repliche. Allora le sue compagne furono Valentina Cortese e Adriana Asti, oggi lo affiancano Galatea Ranzi e Valentina Sperlì.

Una coppia attende una visita, un'amica di gioventù della moglie. Lui è curioso di conoscerla, curioso di questo passato di cui sa ben poco. Promette che sarà vigile, vuole osservarle insieme, capire la sua donna attraverso il riflesso dell'altra, della sconosciuta. E' una strana conversazione su una strana visita che sta per avvenire, perché in realtà lei, l'altra, è già lì, come un'ombra. Le sarà sufficiente voltarsi per entrare in scena e intrufolarsi col ricordo nelle loro reciproche reticenze.

In Vecchi tempi si ritrovano tutti i temi prediletti da Pinter: la memoria, il tradimento, il senso ineffabile della vita come equivoco. La regia (Andò ha già messo in scena due testi di Pinter e stabilito col grande drammaturgo un vero e proprio sodalizio) istituisce inoltre un parallello tra Pinter e Proust, che diviene un’esplicita chiave di lettura. ”Anche Pinter come Proust crede che il nostro mondo perduto, il tempo perduto allo stato puro si riveli nell'amore, nei suoi geroglifici. Anche Pinter come Proust crede che l'amore sia essenzialmente un malinteso, così come l'amicizia. Old Times racconta la perlustrazione compiuta da Deeley attraverso Anna del passato di Kate, la ricerca di quel distillato segreto che vi è presumibilmente sigillato, sondato attraverso l'amica della giovinezza, messaggera di quel passato e unico reperto da cui risalire all'ignoto che vi è probabilmente racchiuso. L'attività proustiana per eccellenza è interrogare i mondi sconosciuti, apparentemente impenetrabili, che restano avviluppati nell'amata. Deeley nella commedia di Pinter si dedica a questo. L'intimità che ci lega al nostro essere amato presuppone ineluttabilmente un mondo formato con altre persone, prima di noi, di cui noi non facciamo parte, non faremo mai parte. La dimensione veritiera, ineluttabile dell'amore è allora la gelosia. Lo stato che la gelosia rianima è infatti l'insondabilità di ciò che è stato tra chi amiamo e il suo passato”.

Dopo aver assistito allo spettacolo al Piccolo Teatro di Milano, l’autore ha commentato: “...l' allestimento di Andò è molto intelligente e bello, finemente interpretato. In Orsini ho trovato un dolore vero, mi è parso migliore del Malkovich dell’edizione americana.”


Vecchi tempi, in scena al Teatro Eliseo dal 16 novembre al 12 dicembre, compone assieme a Tradimenti, in scena fino al 28 novembre al Piccolo Eliseo, un curioso dittico sulle relazioni di coppia, sulle rifrazioni delle identità, sulle fluttuazioni dei sentimenti, in un gioco di suggestioni, rimandi, specularità complementari fra i due allestimenti e le due sale: al Piccolo Eliseo Teatro Studio il triangolo di Tradimenti composto da una donna e due uomini, al Teatro Eliseo, in Vecchi tempi è un uomo il perno di un viaggio nella memoria, fra passato, presente, futuro, in un gioco a ping pong con due donne. Un vero e proprio omaggio dell’Eliseo a uno dei più grandi autori del nostro tempo


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