a cura di Serena Capotorto - Sara Cascelli Maria Fabbricatore - Laura Porelli Paola Rocco |
Teatro Eliseo |
VECCHI TEMPI di Harold Pinter produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione - Teatro Stabile di Catania dal 16 novembre al 12 dicembre 2004 Torna sulle scene romane
Old Times (Vecchi tempi) di Harold Pinter, nell’edizione diretta
da Roberto Andò, prodotta da Emilia Romagna Teatro e dallo
Stabile di Catania, edizione che ha già riscosso il plauso
della critica e il consenso del grande pubblico. Una coppia attende una visita, un'amica di gioventù della moglie. Lui è curioso di conoscerla, curioso di questo passato di cui sa ben poco. Promette che sarà vigile, vuole osservarle insieme, capire la sua donna attraverso il riflesso dell'altra, della sconosciuta. E' una strana conversazione su una strana visita che sta per avvenire, perché in realtà lei, l'altra, è già lì, come un'ombra. Le sarà sufficiente voltarsi per entrare in scena e intrufolarsi col ricordo nelle loro reciproche reticenze. In Vecchi tempi si ritrovano tutti i temi prediletti da Pinter: la memoria, il tradimento, il senso ineffabile della vita come equivoco. La regia (Andò ha già messo in scena due testi di Pinter e stabilito col grande drammaturgo un vero e proprio sodalizio) istituisce inoltre un parallello tra Pinter e Proust, che diviene un’esplicita chiave di lettura. ”Anche Pinter come Proust crede che il nostro mondo perduto, il tempo perduto allo stato puro si riveli nell'amore, nei suoi geroglifici. Anche Pinter come Proust crede che l'amore sia essenzialmente un malinteso, così come l'amicizia. Old Times racconta la perlustrazione compiuta da Deeley attraverso Anna del passato di Kate, la ricerca di quel distillato segreto che vi è presumibilmente sigillato, sondato attraverso l'amica della giovinezza, messaggera di quel passato e unico reperto da cui risalire all'ignoto che vi è probabilmente racchiuso. L'attività proustiana per eccellenza è interrogare i mondi sconosciuti, apparentemente impenetrabili, che restano avviluppati nell'amata. Deeley nella commedia di Pinter si dedica a questo. L'intimità che ci lega al nostro essere amato presuppone ineluttabilmente un mondo formato con altre persone, prima di noi, di cui noi non facciamo parte, non faremo mai parte. La dimensione veritiera, ineluttabile dell'amore è allora la gelosia. Lo stato che la gelosia rianima è infatti l'insondabilità di ciò che è stato tra chi amiamo e il suo passato”. Dopo aver assistito allo spettacolo al Piccolo Teatro di Milano, l’autore ha commentato: “...l' allestimento di Andò è molto intelligente e bello, finemente interpretato. In Orsini ho trovato un dolore vero, mi è parso migliore del Malkovich dell’edizione americana.”
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