a cura di
Serena Capotorto - Sara Cascelli
Maria Fabbricatore - Laura Porelli
Paola Rocco

Teatro Furio Camillo

 

TRE SORELLE

quattro movimenti per tre attrici

da Anton Cechov

scrittura scenica e regia Lisa Ferlazzo Natoli

con Daniela Bruni, Antonella Dell’ariccia, Arianna Gaudio, Alice Palazzi, Noemi Parroni

costumi Katrin Marras

fotografie Sveva Bellucci

28 - 30 gennaio 2005 ore 21 (domenica ore 18)

---------------------------------------------------

Tre Sorelle si ispira liberamente al testo di Cechov, disegnato in variazioni di quattro movimenti sul corpo delle attrici, nella forma laboratorio che ancora accompagna il tempo lungo della ‘messa in scena’.

Un racconto al femminile, ma un femminile preso in un gioco di metamorfosi che ha il ritmo del vaudeville, dove il tragico che vi si è annidato muta forma e diventa riso allegro d’inquietudine.

Tre sorelle tre figlie tre fate tre palle d’oro tre indovinelli… Il tre appartiene all’ordine del mito, parola enigmatica, dai sensi molteplici, non riconducibile a un parlante. Un triangolo tiene unite le sorelle, è la loro casa la memoria i loro sogni, polifonico e magico, ma non se ne può uscire, si fa claustrofobico e muta il sogno in un’ossessione che le rende sorde l’una all’altra e le infesta, come ne fossero possedute. Olga diventa il suo mal di testa, lenito appena dai ricordi, Masha coniuga "amo amas…" fino a svuotarlo d’ogni senso, Irina è prigioniera della sua impossibile corsa verso Mosca.

Due figure penetrano il triangolo, aprendovi linee di fuga. Natasha, la cognata avida d’oggetti e d’affetti: il marito Andrej, il figlio Bobik, i mobili e la casa, tutto ciò che appartiene alle sorelle, persino la parola, pur di essere come loro: parola che gira a vuoto e perde i pezzi, come la lingua dei Papuani che sopprimono vocaboli dopo ogni morte, in segno di lutto. E il Cappellaio Matto di casa Prozorov, voce di tutti gli uomini assenti (i fantasmi) e maestro di cerimonie, che guida le sorelle nel rito d’iniziazione alla scena e assume il tempo e le forme dei loro desideri.

Le metamorfosi si espandono per contagio, mobilizzano la lingua la parola la voce, i corpi i gesti le azioni le posture e rendono animati anche gli oggetti: un carillon una maschera uno spillone, un fiore. Si oscilla come su un territorio sismico, tentando di tenersi fermi per non cadere, in equilibrio squilibrato da impedimenti, iterazioni, sdoppiamenti, inversioni. Olga grida di dolore prima ancora di farsi male; Masha allunga su un pianoforte immaginario dita tremolanti come manine focomeliche; la mano di Irina scatta come se appartenesse a un altro, a tapparle violentemente la bocca mentre parla; il Cappellaio Matto tenta di raccontare una fiaba, smemorandosi di continuo e ricominciando daccapo; Natasha mima nel vuoto i gesti delle sorelle, trascinando come una protesi la carrozzina senza Bobik.

E le voci invadono lo spazio, si moltiplicano e si sovrappongono, sempre più veloci, per non dare il tempo al senso di appropriarsi delle parole. Voci che masticano e mangiano parole e le ripetono fino a staccarle dalle cose che nominano. L’iterazione ferma qualcosa nella variazione continua, qualcosa che non è un senso ma un desiderio, un passato che torna da lontano, ha trattenuto il germe della vita e lo canta (il ritornello), l’eco di una voce che non è più di nessuno. Chi parla? è il tè che parla? è il tè che vuole essere bevuto? è il padre che vuole essere ricordato? è la fiaba che vuole essere narrata? sono le maschere che indossano i volti trasformando la festa in una veglia, una penombra di parole segrete? Solo il desiderio di Masha attraversa il buio, tremante come la mano e il fiore appassito che allunga nel vuoto.

E’ un brulicare di mondo, una polifonia acustica (in Cechov, diceva Stanislavskij, "anche le pause tintinnano") e assieme materica, di corpi oggetti odori colori sapori. Si sente l’aroma del tè, il rumore delle carte da gioco, il crepitio del fuoco, il gemito della stufa, il tintinnio dei bicchieri che brindano, il profumo forte di Natasha , quello leggero delle sorelle. Anche il tempo è colorato, e sa d’infanzia se ha il rassicurante ritmo delle stagioni: il sole chiaro di maggio per la festa di Irina, il buio dell’inverno per le maschere del Carnevale, il fruscio autunnale delle foglie per l’addio agli amici che partono. Ma il tempo delle stagioni è solo uno dei tempi che coabitano nella memoria, mobili come palline di mercurio, non c’è modo di fermarli, separarli e metterli in ordine: sì, era maggio, ma "che freddo! e che neve!".

Nel finale le sorelle potrebbero iniziare da capo, dicendo ancora del padre morto, dell’onomastico di Irina, ma alle vecchie frasi se ne aggiungerebbero di nuove, quelle del loro adesso divenuto passato e stipato a sua volta nel baule delle parole-memoria: ti ricordi quando gli ospiti sono partiti? e quando è morto Tuzenbach? ti ricordi quel Carnevale? e l’incendio?… Tutto riparte ma non è uguale, le nuove parole-cose fanno peso, il tempo delle sorelle non è reversibile e loro sono ogni volta un pò più vecchie, affaticate, stanche, stanchissime. Esauste. Anche "Mosca" ritorna, ma il fondale di cartapesta su cui è dipinta è logoro, incrostato. Le sorelle si fanno sfocate sbiadite consumate, più piccole e lontane, spaventate dalla loro stessa sparizione-"ci dimenticheranno"- ma pronte a ricominciare (il loro tempo è irreversibile ma non termina mai) : ti ricordi? ti ricordi?…Sembra di sentire in lontananza la risata di Irina, che festeggia un altro onomastico e aspetta ospiti e regali.

C’è allegria nella inquietante e minacciosa mobilità del mondo, come "una bella violenta bufera" che spazza via casa Prozorov, lasciando intravedere "tra il bosco e il mare una quercia verde e sulla quercia una catena d’oro" .



Teatro Furio Camillo
Via Camilla 44 00181 Roma
06/7024517
botteghino 06.7804476 (dalle 17.30)
spettacoli ore 21.00 - domenica ore 18.00
lunedì riposo


Visita Localitalia per gli indirizzi e i numeri di telefono dei teatri

Visita Siti V.I.P. per trovare i siti dei tuoi attori e attrici preferite

 

HOME - TORNA HOME PAGE INFORMATEATRO

C'è un link che non funziona?

© ITALYMEDIA Tutti i diritti sono riservati